Tutti gli articoli relativi a: università | ricerca

“Separazione fra scuola e lavoro, uno stereotipo che va superato”, di Gianni Trovati

Quello della separazione netta tra il tempo della scuola e quello del lavoro è uno stereotipo da superare, perché il 48% dei ragazzi che si sono diplomati la scorsa estate ha svolto almeno un periodo di stage durante le superiori, e il 61% di loro ha avuto anche un’esperienza di lavoro vera e propria, ovviamente stagionale nella stragrande maggioranza dei casi. Il problema vero è quello dell’orientamento, perché il 44% dei neo-diplomati si dice almeno in parte pentito delle scelte fatte e specifica che, se potesse tornare indietro, cambierebbero indirizzo o scuola (e spesso entrambi). Altri numeri preoccupanti arrivano quando si guarda al futuro immediato: meno di sei neo-diplomati su dieci puntano con sicurezza all’università, e il 16% dei ragazzi dichiara di non avere idea di che cosa fare, una preoccupante quota di «incerti» che sale al 25% negli istituti tecnici. Sono questi i numeri chiave del nuovo rapporto AlmaDiploma, presentato ieri a Roma dal Consorzio AlmaLaurea che da anni ha esteso le proprie rilevazioni al mondo della scuola superiore, e abbraccia ormai poco meno …

“Il convegno Chi ha paura della scienza?”, di Nicla Vassallo*

Dato che si evidenziano spesso i pericoli della scienza, confondendo la ricerca scientifica con le applicazioni cui dà adito, occorre ricordare che la prima in sé consiste, per lo più, in ricerca pura, motivata dall’esigenza di comprendere, mentre sono le applicazioni scientifiche a sollevare, per lo più, effettivi problemi di ordine etico. Certo, alcuni pericoli vengono ben rimarcati dai critici della scienza: c’è chi sostiene che la nostra società sarebbe migliore senza la bomba atomica, chi sottolinea che la scienza conduce in alcuni campi alla disumanizzazione del lavoro, chi incrimina la scienza per il fatto di minacciare la fede religiosa, chi vede nella scienza una manifestazione del solo pensiero occidentale e uno strumento deplorevole della dominio occidentale sulle culture “altre”, chi è convinto che la scienza venga confutata da troppi pregiudizi maschilisti che contiene. Non intendo tentare qui di capire se questi siano demeriti effettivi della scienza, o letture viziate di essa. Anche perché ritengo che ogni individuo colto e ragionevole non abbia difficoltà a riconoscere che la scienza spicca tra le imprese umane. Non …

“Scuola, fuga dei diplomati, solo 1 su 3 all’università”, di Alessia Camplone

Quasi uno su due se potesse tornare indietro farebbe un’altra scelta. Gli studenti italiani sull’efficacia della scuola non hanno molto da ridire, anzi, si dimostrano abbastanza soddisfatti. Ma al momento della maturità il 44% di loro guarda indietro e pensa:«Sarebbe stato meglio prendere un altro indirizzo di studi». A 14 anni scelgono soprattutto i genitori. E nelle scelte, più che all’attenzione delle vocazioni, incidono i condizionamenti familiari determinati da cultura, condizioni sociali e situazione economica. LA FAMIGLIA Il dato non emerge da un semplice sondaggio ma da una ricerca di ampio respiro che coinvolge oltre 48mila studenti diplomati che sono stati intervistati a maturità appena conclusa. A condurla Almadiploma, l’associazione di scuole superiori che intende fare da ponte con il mondo del lavoro. La ricerca è stata condotta in 347 scuole di cinque regioni (Lazio, Puglia, Emilia Romagna, Lombardia e Liguria). Solo tre diplomati su 10 proseguono con l’università. E anche sulla rinuncia all’università incide la famiglia. Perché più è alto il livello di studi dei genitori e più i ragazzi proseguono avanti fino alla …

“Microcredito e anziani adottati. Le nuove idee-casa degli studenti”, di Elena Tebano

Non ne poteva più delle lunga processione di case con la muffa sui muri, mobili scalcinati e impianti fuori norma in cui ha passato gli anni dell’università. Cosi Davide De Santis, barese di 28 anni trapiantato in Emilia Romagna, ha deciso di fare qualcosa. A settembre, negli stessi giorni in cui si laureava in Scienze politiche, ha inaugurato i suoi 29 posti letto nel centro di Bologna. «Ho fondato una cooperativa che gestisce 8 appartamenti per studenti. Offriamo condizioni migliori e prezzi più bassi del mercato, 330 euro massimo per chi sta in singola, 200 per chi sceglie la doppia». De Santis e i suoi due soci fanno contratti lunghi con i proprietari delle case, le arredano e le affittano per 12 mesi alla volta agli studenti — il tutto finanziato grazie a 20 mila euro ottenuti con il microcredito. «Non mi aspettavo un inizio così di successo», ammette. Ma stanze a buon mercato di questi tempi sono merce rara. Quando si parla dei costi dell’università quasi sempre la polemica è sulle tasse. La vera …

“Cervello. Quel ping pong tra i neuroni che rende diversi uomini e donne”, di Elena Dusi

Nel ping pong dei pensieri che ci corrono in testa, uomini e donne giocano su due tavoli diversi. I maschi ragionano in lungo, le donne in largo. Nei primi le idee rimbalzano avanti e indietro, nelle seconde a destra e sinistra. Per gli esperti di architettura cerebrale, questa asimmetria si traduce in una differenza fra i due sessi, ma anche in una complementarietà, con i pregi dell’uno che compensano i difetti dell’altro. Alla maggiore capacità maschile di percepire lo spazio e coordinare al suo interno i movimenti del corpo fa da contraltare l’innata dote femminile di intuire, collegare e svolgere più compiti insieme. Lo stereotipo dell’uomo specializzato nel parcheggiare l’auto o leggere una cartina e della donna abile nel multitasking viene oggi confermato da uno studio che osserva come sono strutturati i fasci di fibre nervose nell’intero cervello di maschi e femmine. Gli impulsi cerebrali — spiega la ricerca su Pnas— seguono due autostrade diverse nei due sessi. Fra i maschi sono molto potenti i collegamenti fra parte anteriore e posteriore del cervello. Fra le …

“Università, i “furbetti delle borse di studio” sono ovunque. In un anno più di mille i casi registrati”, di Luca Pierattini

I “furbetti delle borse di studio” sono in mezza Italia. Oltre al caso clamoroso di Roma, dove il 62% degli studenti controllati nei tre atenei capitolini – Roma Tre, Tor Vergata e La Sapienza – ha dichiarato un reddito più basso, sono numerose le segnalazioni effettuate dalle università italiane, seppur in maniera meno eclatante. Gli studenti che dichiarano meno del dovuto lo fanno per ottenere borse di studio, alloggi o anche solo per avere agevolazioni per trasporti pubblici o mense in diverse università. Un danno non solo per gli atenei, che elargiscono servizi gratuiti a chi non ne avrebbe diritto, ma soprattutto per gli studenti che avrebbero davvero diritto a tali agevolazioni e che invece finiscono per essere esclusi. Secondo la legge, chi ha dichiarato il falso rischia una denuncia per falsa autocertificazione e truffa. Le università stanno correndo ai ripari e hanno stretto accordi con la Guardia di finanza, con l’Inps (è il caso di Roma) o con l’Agenzia delle entrate per incrociare le informazioni delle banche dati del Fisco con quella anagrafica e …

“Povera scienza”, di Giulio Azzolini

«I problemi che affliggono la ricerca scientifica in Italia sono complessi. Faccia caso a quanto è marginale il dibattito scientifico nel nostro discorso pubblico, pensi alla sua subordinazione nei confronti della cultura umanistica e, soprattutto, tenga conto della cronica mancanza di fondi». Vincenzo Balzani, professore emerito all’Università di Bologna e chimico apprezzato in tutto il mondo per le ricerche sul fotochimico inorganico, guarda in prospettiva alle polemiche che negli ultimi giorni hanno acceso la comunità scientifica italiana. A scatenarle il Consiglio dei ministri di giovedì scorso con l’approvazione in via preliminare di una legge contraria alla sperimentazione animale. Ieri, su queste pagine, la neosenatrice a vita Elena Cattaneo si rivolgeva direttamente a Napolitano e a Letta, paventando il rischio capitale che quella norma rappresenterebbe per lo sviluppo della ricerca biomedica. Professore, cosa pensa della legge 96? «Non è il mio campo, ma mi sembrerebbe ragionevole tornare alla posizione stabilita nella normativa europea, che è meno restrittiva della legge approvata dal Parlamento italiano». Ritiene che questo caso sia emblematico per giudicare grave la condizione della ricerca …