Tutti gli articoli relativi a: università | ricerca

"L’asse tra Grillo e il Cavaliere a dispetto dell’Italia" di Pietro Spataro

La commedia degli insulti e i giochi di potere si incrociano. Un inedito asse tra Grillo e Berlusconi sembra sbarrare al tentativo di Bersani: il vaffanculo del comico si unisce ai veti del Cavaliere e insieme rischiano di mandare all’aria l’impegno per un governo di cambiamento. Se nelle prossime ore, prima che Bersani salga al Quirinale, non dovesse aprirsi uno spiraglio l’Italia precipiterebbe in una fase turbolenta e pericolosa. Non solo perché il tempo non gioca a favore e le trattative per un nuovo esecutivo ci renderebbero fragili e indifesi in una situazione finanziaria già terremotata. Ma anche perché, è inutile girarci attorno, un’altra soluzione tecnica sarebbe la soluzione peggiore quando servono scelte politiche chiare e il coraggio di osare. Una «soluzione greca» ci getterebbe dentro un vortice pericoloso. L’esempio di Atene, con il dramma di una crisi economica incontrollabile e di una condizione sociale insostenibile, solo a citarlo fa venire i brividi. Ora starà alla saggezza e all’equilibrio di Napolitano trovare, nelle condizioni date, la via d’uscita migliore. Non è semplice, perché la ferita …

"Le anime perse dell'università. L’università italiana alla ricerca di maestri", Pier Luigi Celli

Mentre il mondo cerca strade nuove e le culture meno occidentali si affermano, noi ci balocchiamo difensivamente intorno ai temi del valore degli h-index, facciamo guerre di posizione sul numero e la qualità delle pubblicazioni in riviste più o meno reputate, pensiamo di risolvere i problemi della valutazione approntando qualche chilo di questionari la cui compilazione demenziale demanda il compito a quelli stessi che dovrebbero essere valutati. Ci sono istituzioni che leggono in ritardo i mutamenti nelle società tentando forme di adattamento incrementale, e altre che pensano di affrontarli irrigidendo burocraticamente gli stimoli all’innovazione, inquadrandoli strumentalmente, lavorando solo sulle componenti interne tradizionali in ottica di aggiornamento. Fino a estenuarne la valenza salvifica in assenza di coraggio e passione. L’università sembra dispiegare nelle ricorrenti riforme una volontà minimizzatrice che esalta l’apparente razionalizzazione degli strumenti gestionali, finalizzati alla conservazione del potere accademico interno nel momento in cui tutto si flessibilizza, crescono le autonomie, vanno in crisi le barricate che facevano della politica l’ultimo rifugio della conservazione. Mentre il mondo cerca strade nuove e le culture meno occidentali …

"Ferie da pagare ai precari, ministero e sindacati ai ferri corti", di Carlo Forte

É scontro aperto tra i sindacati e l’amministrazione scolastica sulla questione della monetizzazione delle ferie dei precari. Il ministero dell’istruzione ha emanato infatti una circolare, che reca i modelli di contratto per le supplenze. E nei modelli c’è una clausola che dà attuazione alla riduzione del numero delle ferie non godute monetizzabili già da quest’anno. I sindacati, invece, sono concordi nel ritenere che le nuove disposizioni si applicheranno solo dal 1° settembre prossimo. Per gettare acqua sul fuoco la direzione del bilancio di viale Trastevere ha anche interpellato l’ufficio legislativo. Ma l’ufficio ha risposto picche. Nel senso che secondo gli esperti di diritto del ministero le nuove disposizioni si applicano fin da ora. E dunque la direzione generale avrebbe già preparato una circolare che ricalca tale parere. Circolare la cui bozza è stata letta ai rappresentanti sindacali, in un recente incontro a viale Trastevere, dal direttore Ugo Maria Filisetti in persona. E che è stata bocciata all’unisono da tutti i sindacati: Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda-Unams. Che hanno anche minacciato azioni legali se l’amministrazione …

Istat: sono 200 mila i dottori disoccupati Se la laurea non basta", di Stefano Rizzato

A fermarsi in superficie, si rischia di dare ragione a lui: Giorgio Tedone, romano, 26 anni, che a inizio febbraio ha messo il suo diploma di Scienze Politiche all’asta su eBay. La laurea sembra sempre più un inutile «pezzo di carta». Ma la verità è che – per quanto non offra la garanzia di trovare lavoro – per molti ha rappresentato un paracadute decisivo, proprio negli anni della crisi globale. Dice l’Istat: nel 2012 i laureati under 35 a caccia di impiego sono arrivati a sfiorare quota 200 mila, in crescita del 28% rispetto al 2011 e di oltre il 42% rispetto al 2008. In tutto, senza guardare all’età, i disoccupati con laurea sono oltre 300mila: una città di medie dimensioni. Numeri impressionanti, ma che possono ingannare. Perché il nostro Paese sta vivendo un aumento generalizzato della disoccupazione giovanile. A ritrovarsi senza lavoro non sono solo i «dottori». Anzi, a ben vedere, la laurea ha aiutato molti a superare indenni gli ultimi tempi. Lo spiega bene la quindicesima indagine annuale sulla condizione occupazionale dei laureati, …

"Un pacchetto-emergenza per università e ricerca", di Marco Mancini*

La XVII legislatura della storia repubblicana si è ufficialmente avviata. Barlumi di speranza per il prossimo futuro si sono potuti già percepire nei discorsi di insediamento di Grasso e Boldrin. In particolare per quanti vivono le difficili condizioni in cui versa il mondo dell’istruzione e della ricerca ci sono segnali indubbiamente positivi. Da un canto il presidente del Senato non trascura di ricordare «tutti quei giovani che vivono una vita a metà», quegli stessi giovani in condizioni di assoluta precarietà lavorativa dei quali, nell’altro ramo del Parlamento e quasi nello stesso momento, stava parlando il presidente Boldrini. La Boldrini ha auspicato che si ascoltino le sofferenze «di una generazione che ha smarrito se stessa, prigioniera della precarietà, costretta spesso a portare i propri talenti lontano dall’Italia». Ed è sacrosanto, infine, che il presidente Grasso pensi al mondo della scuola «nelle cui aule ogni giorno si affaccia il futuro del nostro Paese, e agli insegnanti che fra mille difficoltà si impegnano a formare cittadini attivi e responsabili». Queste parole vanno associate idealmente a quanto è andato …

"Passione ma pochi fondi ecco perché non viviamo in un Paese per scienziati", di Elena Dusi

«Da grande voglio fare lo scienziato». In Italia a dirlo sono il 38,8% dei ragazzi e il 32,8% delle ragazze all’età di 15 anni. Un dato alto, superiore alla media dei paesi dell’Ocse. Dimostra che non è la passione a mancare fra i giovani del nostro paese. E sarebbe difficile altrimenti spiegare il piazzamento dell’Italia fra le potenze della scienza mondiale: ottavo in assoluto, nonostante un finanziamento molto al di sotto della media delle nazioni avanzate. Il nostro paese dedica alla scienza l’1,26% del Pil contro l’1,91% dell’Europa a 27, il 2,9% degli Stati Uniti e il 3,36% del Giappone. Eppure, secondo i dati della società di analisi “Science Watch”, non abbiamo nulla da invidiare al resto del mondo quanto a produzione di articoli scientifici. Le pubblicazioni italiane accettate da riviste internazionali sono 50mila ogni anno (spazio, medicina clinica e fisica le discipline di punta) e per il suo impatto la scienza del nostro paese si piazza appunto all’ottavo posto nel mondo. Perché tanto entusiasmo fra i giovani non trova sbocchi e va ad alimentare …

Non c'è democrazia senza istruzione

Restituire risorse, stabilità, fiducia a Scuola e Università – Riportare gli studenti all’Università: più borse di studio, meno tasse – Contratto unico di ricerca, con standard retributivi certi e diritti assistenziali e previdenziali. No ai dottorati senza borsa – Aumentare gli investimenti pubblici, ripristinare almeno le risorse del Fondo di Finanziamento Ordinario del 2012. – No a finanziamento pubblico alle università telematiche – Piano straordinario di 7,5 miliardi in 3 anni per mettere in sicurezza gli edifici scolastici – Dimezzare l’abbandono scolastico entro il 2020, con formazione ai docenti, nuove tecnologie, scuole aperte tutto il giorno e rilancio dell’istruzione tecnica – Stabilità è sinonimo di qualità. Assegnare ad ogni scuola una dotazione di personale stabile. Collocare il personale nelle graduatorie ad esaurimento al massimo in 5 anni – Piano triennale per aumentare gli asili nido con l’obiettivo di coprire il 33% dei posti e con un Fondo statale di 350 milioni di euro in 3 anni – Autonomia e semplificazione per il governo della scuola DATI NEGATIVI – Negli ultimi 20 anni spesa per istruzione …