Tutti gli articoli relativi a: università | ricerca

Università, in dieci anni 58mila studenti in meno, di Luciana Cimino

Non sono una sorpresa per nessuno i nuovi dati che descrivono la lenta moria dell’Università italiana. Non per gli studenti, che negli ultimi anni hanno manifestato contro la loro inesorabile espulsione dall’istruzione. Non per i ricercatori, precari a vita, e neanche per i rettori che da mesi denunciavano l’impossibilità di gestire i propri atenei con le esigue risorse a disposizione. Ora è il Cun (Consiglio universitario nazionale) a mettere nero su bianco che una gran parte di italiani comincia a percepire l’istruzione superiore come un lusso non consentito. Tanto che le immatricolazioni sono crollate. In dieci anni sono scese da 338.482 (anno accademico 2003-2004) a 280.144 (2011-2012). 58mila studenti in meno e cioè il 17%, come se scomparisse un ateneo grande quanto la Statale di Milano. Il fenomeno riguarda tutti gli atenei, dal nord al sud (tranne Bologna). Nel rapporto che il Cun ha rivolto all’attuale governo e Parlamento, ai partiti impegnati nelle elezioni, «ma soprattutto a tutto il Paese», non c’è una sola voce con il segno positivo. Non il numero dei laureati: l’Italia …

UNIVERSITA’: GHIZZONI (PD), ALLARME ATENEI NON SORPRENDE

“L’allarme lanciato dal Consiglio Universitario Nazionale non sorprende perché registrano una crisi che si è venuta a creare a causa delle politiche universitarie di Gelmini-Tremonti-Berlusconi e che denunciamo dall’inizio della legislatura. – lo dichiara la deputata del PD Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione Cultura, scienza e Istruzione della Camera dei Deputati – La cronica e sempre più pronunciata carenza dei finanziamenti statali avvenuta negli ultimi anni, sia sul lato del funzionamento degli atenei che su quello della libera ricerca universitaria, la drastica riduzione del personale docente, la perenne insufficienza degli interventi per il diritto allo studio, la chiusura degli spazi di reclutamento – spiega Ghizzoni – non potevano che portare a una situazione di crisi profonda come quella descritta dal Cun. Anche l’ultima legge di stabilità voluta da Monti non ha invertito la tendenza, se non grazie all’approvazione del mio emendamento per l’aumento dei fondi per il diritto allo studio. La cecità di certa politica nel non rilevare l’importanza di avere un alto livello di formazione proprio in una fase di recessione sta portando al …

L’Italia migliora ma non prepara al mondo reale, di Sara Ricotta Voza

La ripresa? I Paesi più lungimiranti puntano sul capitale umano, cioè sui ragazzi e sulla scuola. È lì che investono, convinti che l’istruzione cambi la vita dei singoli e delle nazioni . È l’opinione di Andreas Schleicher, vicedirettore Ocse per l’istruzione e direttore del programma Ocse/Pisa, uno dei massimi esperti mondiali sui sistemi scolastici internazionali, a Milano per «Arte e Scienza in Piazza». Che non boccia la scuola italiana perché, pur restando sotto la media, fa progressi in termini di efficienza e svecchiamento. Certo, il limite principale è sotto gli occhi di tutti: «Il fatto che tanti laureati non trovino lavoro e tanti imprenditori non trovino personale: la spiegazione è che la scuola non prepara al mondo reale». In un secolo è cambiato il modo d’intendere l’istruzione. «Prima era un processo di selezione – spiega Schleicher – l’economia aveva bisogno di poche persone benissimo istruite e tanti con livello e medio basso». In passato, poi, i contenuti erano validi per tutta la vita, ora cambiano continuamente. Quali sono, quindi, gli ingredienti nuovi da prendere qua …

Fermare il declino della valutazione, di Alberto Baccini

La valutazione è stata presentata come una medicina miracolosa capace di risollevare università e ricerca italiane dal declino, e l’agenzia di valutazione (Anvur) come dotata di poteri taumaturgici. E dire che arrivare per ultimi alla valutazione sarebbe stato un vantaggio. L’Italia avrebbe potuto impostare la valutazione sulla base delle migliori esperienze internazionali. E avrebbe potuto adottare estrema cautela nel definire meccanismi e procedure le cui conseguenze non sono note, come dicono gli esperti Ocse. Invece si è costruito un monstrum istituzionale. Tutto gravita intorno al ministro che nomina i membri del consiglio direttivo di Anvur e vigila direttamente sull’operato dell’agenzia. Ad Anvur sono attribuite sia le funzioni di valutazione della ricerca che quelle di «assicurazione della qualità» dell’insegnamento universitario. Una volta che il governo Hollande avrà chiuso, come annunciato dal ministro dell’istruzione, l’agenzia francese Aeres, Anvur sarà la sola agenzia nel panorama internazionale a gestire le due funzioni. Questa configurazione attribuisce indirettamente alla politica e ad una ristrettissima élite di consulenti scelti dall’esecutivo e raccolti in Anvur un potere enorme e senza contrappesi su ricerca …

"La panna montata e lo scandalo di Siena", di Eugenio Scalfari

LA CAMPAGNA elettorale cui stiamo assistendo, in attesa di esercitare il nostro diritto al voto come cittadini attivi, è una delle più terremotate della storia repubblicana: populismi di varia natura che hanno come unico obiettivo l’abbattimento totale delle istituzioni; agende futuribili che si prefiggono traguardi di crescita ambiziosi, ma sorvolano sui mezzi con cui recuperare le necessarie risorse; resurrezioni di personaggi che sembravano ormai politicamente spenti e che si ripropongono alla ribalta confidando nella corta memoria degli italiani; una legge elettorale che “porcata” fu chiamata dal suo autore e “porcata” rimane. Ma come se tutto ciò non bastasse, a turbare ulteriormente il clima elettorale scoppia lo scandalo Monte dei Paschi e diventa inevitabilmente dominante in una scena già così movimentata. Non starò a ripercorrerne la storia, da una settimana è al centro dell’attenzione ed è stata raccontata e variamente commentata per quanto finora era possibile; ma non tutti i fatti sono noti e la Procura di Siena sta indagando e salvaguarda scrupolosamente il segreto istruttorio su una materia così incandescente. Le linee essenziali della vicenda …

un fallimento in 7 giorni Quella mia laurea online, di Viviana Mazza

È il fenomeno del momento, con milioni di studenti Prof stellari, con un difetto: mai contatti neanche via email Mi ero iscritta con entusiasmo. Volevo sperimentare in prima persona questa rivoluzione (dal buffo acronimo MOOC) dei «massive open online courses», corsi di alta qualità aperti alle masse diventati popolarissimi dall’anno scorso e in crescita più rapida di Facebook, come ama ripetere il fondatore di Coursera, una delle tre principali piattaforme che li offrono (le altre sono edX e Udacity). Frequentare un corso universitario online forse non «suona» molto rivoluzionario. Ma immaginate centinaia di migliaia di studenti di tutto il mondo che seguono la stessa lezione, gratis e — aspetto non trascurabile — tenuta da docenti di atenei prestigiosi, come Harvard, MIT, Stanford, Princeton, Columbia (soprattutto americani; tra gli inglesi non si sono finora convinti né Oxford né Cambridge). E dunque ho aperto il browser, digitato Coursera.org (che è stato creato nel 2011 da due professori di Stanford) e ho cominciato a scorrere la lista dei corsi disponibili, dalla medicina all’informatica, dalla musica alla finanza, immaginando …

"La Giornata della memoria. Ricordare guardando al presente", di Adriano Prosperi

“A poco a poco il ricordo…” : Saul Friedländer ha raccontato nel bellissimo libro che ha questo titolo l’emozione dell’affiorare nella coscienza del ricordo dei genitori e dell’infanzia ebraica dopo anni di vita in un collegio religioso che per salvarlo gli aveva dato un nome e una identità cristiana. Ma gli insondabili abissi della memoria personale che ispirarono a Sant’Agostino espressioni di religioso tremore sono cosa diversa dalla memoria collettiva orientata da poteri di governo. La Giornata della memoria che ricorre domani ne offre un buon esempio. La legge istitutiva del 20 luglio 2000 la finalizzò al “ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati politici e militari italiani nei campi nazisti”. Qui la legge dell’ottimismo che secondo i neurobiologi governa la selezione del ricordo assume i tratti della censura consolatoria: gli italiani vi compaiono come perseguitati e vittime nonostante il dato di fatto di una responsabilità collettiva del nostro Paese e dei suoi governanti nel razzismo e nella persecuzione degli ebrei, nella guerra mondiale a fianco della Germania nazista. Ora …