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“La mia laurea è inutile Mi sono iscritta all’Its”, di Flavia Amabile

Chissà a quale categoria dei tanto citati e discussi «gggiovani» appartiene Marina Franco, 31 anni, una laurea in chimica alla Sapienza a Roma e poi una borsa di studio vinta per partecipare ad un dottorato in «Chimica analitica e dei sistemi reali». Ha partecipato fino alla fine, ha iniziato anche la sua carriera all’università come ricercatrice. Sei mesi da precaria senza uscita, quando ha capito si è sfilata dalla casella in cui era finita e, come in un gioco dell’oca dalle regole rovesciate, ha scelto di non andare avanti ma di tornare indietro e di sedersi fra i banchi di chi ha anche più di dieci anni di meno e all’università non è mai andato e mai ci andrà. Ma troverà lavoro. È il popolo degli Its, gli Istituti tecnici specializzati nati nel 2008 ma andati davvero in funzione due anni fa con la promessa di dare una formazione superspecializzata e poi un lavoro. Ce ne sono 59 in tutt’Italia, ognuno ha la propria area tecnologica, dalla moda alla nautica all’efficienza energetica o alla mobilità …

"Il governo studia un decreto per gli studenti Erasmus", di Raffaello Masci

In attesa che si trovi una soluzione legislativa, gli studenti Erasmus che non vogliano far mancare il loro voto alle prossime elezioni, si procurino 99 euro per il biglietto aereo «a tariffa agevolata» che Alitalia ha messo a loro disposizione. Fino a questo momento l’iniziativa della compagnia aerea è l’unico provvedimento concreto a favore del voto dei circa 25 mila ragazzi che si trovano temporaneamente a studiare in altri atenei europei. Molto meno sollecita e capace di trovare soluzioni, specie in un tempo così breve, è apparsa la politica, nonostante le pressioni comunitarie in questo senso. Al Viminale ieri pomeriggio gli alti papaveri ministro Cancellieri in testa – erano in conclave per cercare di sbrogliare la matassa. Alla Farnesina stavano facendo altrettanto, perché i due titolari degli Interni e degli Esteri, oggi si devono presentare in consiglio dei ministri con una proposta condivisa e che stia in piedi. Il timore di dire mezza parola in più su una materia così delicata, ha consigliato di innalzare una barriera mediatica impermeabile ad ogni indiscrezione e, in questo …

"Ricerca, finora soltanto tagli. Serve un piano credibile", di Massimiliano Mazzanti e Salvatore Monni

Dobbiamo ancora scrivere prosaicamente di investimenti alla ricerca in talia, in modo negativo. E’ vero che la situazione è nota ai più, ma la realtà supera sempre le aspettative, anche se non positive. Soprattutto in questa fase politica e di ricostruzione di un’agenda delle priorità per una «nuova crescita», occorre porre chiaramente i problemi sul tavolo. Ci ha colpito che, nei giorni finali dell’anno, i giorni del giusto tributo a Rita Levi Montalcini, sia uscito il nuovo bando Prin (Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale) e Firb «Futuro in ricerca». Vi sono meritoriamente spazi dedicati ai giovani ricercatori, e la struttura del bando coerentemente «imita» quella dei fondi europei (European Research Grant). Ciò che lascia basiti, ma forse siamo ingenui, è ancora una volta l’ammontare del finanziamento, che di «nazionale» non ha nulla. Occorre guardare i dati chiaramente. Il finanziamento Prin 2009 (fondi allocati dal governo Prodi) era di circa 105 milioni di euro, che scende a 87 milioni di euro – annualizzati – nel bando accorpato 2010-11. Il nuovo bando di fine dicembre è …

L’Europa infelice. Il Nobel Amartya Sen: «Troppa austerità Non c’è spazio per crescita e sviluppo», di Bianca Di Giovanni

Deve apparire un continente davvero infelice l’Europa di oggi agli occhi di Amartya Sen. Ospite del Festival delle Scienze (in corso all’Auditorium di Roma) dedicato quest’anno al tema della felicità, il premio Nobel dell’economia nel 1998 concentra tutta la sua attenzione sulla nostra parte di mondo. Usa termini inequivocabili: il «pasticcio», di più, il «disastro», il cammino «sbagliato» dell’Europa. Un percorso perseguito con cieca ostinazione, trasformandosi, secondo Sen, nella negazione della scienza economica. «L’economia insegna che se provi una cosa, e non funziona, la riprovi e ancora non funziona, allora devi imparare qualcosa e non continuare». Lo hanno fatto gli Stati Uniti negli anni 30, lo ha fatto il Giappone. Invece l’Europa non si ferma sulla strada dell’austerità che mette a rischio la sua storia, fatta di welfare state, la sua democrazia, inibìta da decisioni prese senza confronto pubblico, e infine il principio stesso di solidarietà su cui si fondava l’idea dell’unione nel manifesto di Ventotene. Oggi «i tedeschi odiano i greci e viceversa», osserva il premio Nobel. Tutto questo a causa del rigore che …

"Atenei, sulla valutazione Parigi ci ripensa", di Mario Castagna

Mi auguro che l’Aerés venga sostituita da un organismo realmente indipendente nonché pienamente legittimato dal punto di vista scientifico». Con queste durissime parole il ministro francese dell’Università e della Ricerca, Geneviève Fioraso,ha annunciato la soppressione dell’Aerés, l’agenzia nazionale francese per la valutazione e la ricerca scientifica.La decisione del ministro arriva dopo mesi di dure critiche al lavoro dell’agenzia accusata di estrema burocratizzazione e di scarsa trasparenza. Un delirio burocratico, secondo la definizione di molti accademici francesi, che obbliga i ricercatori a lunghissime procedure ai fini della valutazione e che sottrae molto tempo alla ricerca scientifica. Che le cose non andassero bene lo si era già capito nei mesi scorsi quando, durante una consultazione che il ministro aveva organizzato con le università di tutta la Francia, le critiche all’Aerés erano state le più frequenti. In questo aggiornato cahiers de doleances, erano stati numerosi coloro che avevano denunciato l’eccessivo carico di lavoro ma soprattutto l’estrema rigidità delle griglie di valutazione.Anche per questo i rettori avevano organizzato vere e proprie sedute di ripetizioni per insegnare ai lororicercatori a …

Elezioni: l'appello delle Associazioni, ripartire da cultura. Da Italia Nostra a Federculture, sostenitori Settis e Canfora

Cinque priorita’ e dieci obiettivi per guardare al futuro ”ripartendo dalla cultura”. Mentre il Fai lancia le primarie, arriva da un cartello di grandi associazioni culturali e ambientali il nuovo manifesto da far sottoscrivere a partiti e candidati per portare al centro dell’azione di Governo e Parlamento, nella nuova legislatura, un settore da sempre bistrattato. Da Italia Nostra a Legambiente, da Federculture e Comitato Bellezza, da Associazione Bianchi Bandinelli a Mab (Musei Archivi biblioteche) Aib (Associazione italiana biblioteche) e Anai (Associazione nazionale archivistica italiana), grandi e piccole associazioni si coalizzano per la riscossa della cultura. E l’appello ha gia’ raccolto adesioni di peso, da Salvatore Settis a Tullio De Mauro, da Luciano Canfora a Giuliano Montaldo e Tomaso Montanari. Mentre tra i candidati ha sottoscritto l’appello Manuela Ghizzoni (Pd), attuale presidente della commissione cultura della Camera. Ripartire dalla cultura, scrivono nel loro appello le associazioni (per aderire www.ripartiredallacultura.it ) ”significa creare le condizioni per una reale sussidiarieta’ fra Stato e autonomie locali, fra settore pubblico e terzo settore, fra investimento pubblico e intervento privato. Guardare …

"Agenda Monti e progressismo ipocrita", di Marco Meloni

L’ultima settimana ha portato, con la fine dell’esperienza del governo Monti, più chiarezza sull’offerta politica per l’Italia del 2013. Il Partito Democratico, nelle settimane della telenovela sul coinvolgimento diretto di Monti e della riapparizione grottesca di Berlusconi, è andato avanti speditamente sulla strada segnata dall’impegno degli elettori per le primarie. Questo è il nostro percorso. A partire dalla nostra identità, possiamo ora confrontarci sul nuovo scenario – a partire dall’Agenda Monti e dalla candidatura del professore alla premiership – da una posizione di forza. La priorità di Monti, con il suo coinvolgimento in politica, sembra essere principalmente la messa in sicurezza dell’azione di governo dell’ultimo anno, con alcune conseguenze sia sul breve che sul medio periodo. Nel breve periodo guardiamo alla scadenza elettorale, alle alleanze e al metodo di governo, ma soprattutto è da salutare con interesse il tentativo di far diventare maggioritari nell’elettorato italiano numerosi orientamenti resi – per usare un eufemismo – sfocati dal berlusconismo: la bussola europeista, i valori costituzionali, la legalità, la dignità e la partecipazione delle donne, l’impegno contro la …