Tutti gli articoli relativi a: università | ricerca

Legge di stabilità: Ghizzoni, emendamento contro taglio al diritto allo studio

“Di fronte alla contrazione, di risorse per l’università e il diritto allo studio nell’istruzione universitaria, in particolare di un taglio di 75 milioni del fondo per le borse di studio, è necessario intervenire per dare reali garanzie per l’accesso alla formazione superiore. – lo dichiara Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione Cultura, scienze e Istruzione della Camera dei deputati e relatrice della Legge di stabilità – Insieme all’ormai noto emendamento abrogativo della norma che prevede l’innalzamento a 24 ore delle lezioni frontali per gli insegnanti, ho presentato un emendamento per impegnare il governo ad attingere al cosiddetto “fondo Catricalà”, che prevede una dotazione di 900 milioni per il 2013, al fine di finanziare interventi a favore non solo dell’università ma anche del diritto allo studio, per dare a tutti – conclude Ghizzoni – pari opportunità, al di là delle condizioni economiche e sociali.”

"Senza ricercatori. Ecco come muore la prevenzione", di Jolanda Bufalini

C’è da chiedersi chi stia smantellando il delicato meccanismo che sta alla base della attività di previsione e prevenzione dei rischi sismici, vulcanologici, ambientali. Chi stia, cioè, smantellando l’interfaccia scientifico della Protezione civile, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Un giudice a L’Aquila che, nella solitudine della sua coscienza, ha ritenuto un gruppo di «clerici» della scienza responsabili del tradimento della propria missione per essersi prestati a un gioco mediatico di rassicurazione? Oppure un burocrate della spending review che ha deciso di mandare a casa, dal 31 dicembre 2012, quasi la metà (più del 40 per cento) dei ricercatori che ogni giorno controllano i movimenti della terra, delle sue faglie sismiche, dei suoi impetuosi o silenti vulcani, nel nostro dissestato Paese? Si tratta di cose molto diverse fra loro e l’Ingv non ha mancato di esprimere solidarietà e preoccupazione per la sentenza de L’Aquila: «Quale scienziato si sentirà ora libero di esprimersi al di fuori della discussione accademica?». Sta di fatto che da un paio di settimane il Centro nazionale terremoti, che fornisce il servizio …

“Non si può processare la scienza” La rivolta globale dei super esperti, di Elena Dusi

«Siamo nel Paese di Galileo, certe cose non cambiano mai». L’intervento a gamba tesa di Michael Halpern basterebbe da solo a spiegare come la scossa della condanna si è propagata con tutta la sua veemenza nella comunità scientifica mondiale. Halpern pubblica il suo giudizio a nome della Union of Concerned Scientists, storica ong fondata al Mit di Boston che oggi comprende 400mila fra scienziati e cittadini. Ma il suo attacco contro «una decisione assurda e pericolosa» è condiviso dalla maggior parte degli esperti stranieri, di sismologia ma non solo. «Dopo l’episodio italiano gli scienziati non vorranno più collaborare con le autorità civili » è la facile previsione dell’American Geophysical Union. A giugno 2010 Alan Leshner, segretario dell’influente American Association for the Advancement of Science, aveva scritto direttamente al presidente Giorgio Napolitano per protestare contro le «accuse sleali e naif» rivolte ai membri della Grandi Rischi. Il documento chiedeva al capo dello Stato di «esercitare i poteri inerenti alla sua carica» e si chiudeva con le firme di 5mila scienziati. Se un difetto di comunicazione c’è …

"Il futuro si garantisce solo con la ricerca", da Il Corriere della Sera

Appello ai capi di Stato o di Governo dei Paesi dell’Unione europea a ai Presidenti delle istituzioni europee. Si dice spesso che una crisi rappresenta al tempo stesso un’opportunità. La crisi attuale ci forza a fare delle scelte, e una di queste ha a che vedere con la scienza e il sostegno che le si darà. Nel 2000, voi e i vostri predecessori vi siete posti l’obiettivo di trasformare l’Europa «entro il 2010 nell’economia basata sulla conoscenza più dinamica». L’intenzione era nobile e ambiziosa, ma la meta non è stata raggiunta. La scienza può aiutarci a trovare le riposte a molti dei problemi pressanti che ci si prospettano in questo momento: nuovi modi di ottenere energia, nuove modalità di produzione e nuovi prodotti, migliori strumenti per comprendere il funzionamento della società e migliorarla. Siamo solo all’inizio di una nuova comprensione rivoluzionaria del funzionamento del nostro organismo, con conseguenze inestimabili sul nostro futuro benessere e su una maggiore longevità. L’Europa è all’avanguardia in molte aree della scienza. Trasformare questa conoscenza in nuovi prodotti, servizi e attività …

"Il futuro si garantisce solo con la ricerca", da Il Corriere della Sera

Appello ai capi di Stato o di Governo dei Paesi dell’Unione europea a ai Presidenti delle istituzioni europee. Si dice spesso che una crisi rappresenta al tempo stesso un’opportunità. La crisi attuale ci forza a fare delle scelte, e una di queste ha a che vedere con la scienza e il sostegno che le si darà. Nel 2000, voi e i vostri predecessori vi siete posti l’obiettivo di trasformare l’Europa «entro il 2010 nell’economia basata sulla conoscenza più dinamica». L’intenzione era nobile e ambiziosa, ma la meta non è stata raggiunta. La scienza può aiutarci a trovare le riposte a molti dei problemi pressanti che ci si prospettano in questo momento: nuovi modi di ottenere energia, nuove modalità di produzione e nuovi prodotti, migliori strumenti per comprendere il funzionamento della società e migliorarla. Siamo solo all’inizio di una nuova comprensione rivoluzionaria del funzionamento del nostro organismo, con conseguenze inestimabili sul nostro futuro benessere e su una maggiore longevità. L’Europa è all’avanguardia in molte aree della scienza. Trasformare questa conoscenza in nuovi prodotti, servizi e attività …

"Dagli Usa all'Italia una cosa di sinistra: Investire in ricerca", di Pietro Greco

Occorre ripartire dalla ricerca e dall’innovazione. Lo ha detto ieri Pier Luigi Bersani, inaugurando la sua campagna per le primarie ma anche la campagna elettorale della prossima primavera dal Cern di Ginevra, il centro europeo che è il tempio della fisica mondiale. Ma lo hanno anche ribadito 68 premi Nobel americani che ieri hanno pubblicato una lettera di sostegno alla rielezione del Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Ci sono almeno due punti di contatto tra i due pronunciamenti avvenuti ai due lati opposti della’Atlantico. Il primo è squisitamente politico: a pronunciarli sono persone che non solo sono di area progressista e che riconoscono il valore strategico a ogni livello della scienza. Ma anche di persone che ravvisano nella destra attuale, in Italia come negli Stati Uniti, un’incapacità strutturale, a comprendere che gli investimenti pubblici nella ricerca hanno un valore strategico per l’intero Occidente. Il secondo elemento, strettamente collegato al primo, è di politica economica, oltre che culturale. Viviamo nell’era della conoscenza. E i Paesi occidentali non hanno altra opzione che investire nella produzione di …

"Dagli Usa all'Italia una cosa di sinistra: Investire in ricerca", di Pietro Greco

Occorre ripartire dalla ricerca e dall’innovazione. Lo ha detto ieri Pier Luigi Bersani, inaugurando la sua campagna per le primarie ma anche la campagna elettorale della prossima primavera dal Cern di Ginevra, il centro europeo che è il tempio della fisica mondiale. Ma lo hanno anche ribadito 68 premi Nobel americani che ieri hanno pubblicato una lettera di sostegno alla rielezione del Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Ci sono almeno due punti di contatto tra i due pronunciamenti avvenuti ai due lati opposti della’Atlantico. Il primo è squisitamente politico: a pronunciarli sono persone che non solo sono di area progressista e che riconoscono il valore strategico a ogni livello della scienza. Ma anche di persone che ravvisano nella destra attuale, in Italia come negli Stati Uniti, un’incapacità strutturale, a comprendere che gli investimenti pubblici nella ricerca hanno un valore strategico per l’intero Occidente. Il secondo elemento, strettamente collegato al primo, è di politica economica, oltre che culturale. Viviamo nell’era della conoscenza. E i Paesi occidentali non hanno altra opzione che investire nella produzione di …