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"Si ferma il programma Erasmus l’Unione europea ha finito i soldi", di Cristina Nadotti

L’Unione Europea ha finito i soldi per il programma Erasmus. Segno dei tempi. Il Fondo Sociale è al lumicino e a soffrirne saranno anche programmi storici e simbolo dell’Europa. La commissione bilancio del Parlamento europeo ha approvato in extremis gli emendamenti per evitare che il programma per gli studenti sparisca nel 2013, ma intanto i soldi per finanziare gli ultimi tre mesi del 2012 non ci sono. Spetta all’Ue erogare i finanziamenti per avviare i programmi Erasmus, ma non ha fondi per farlo, perché i Paesi membri hanno tagliato i contributi al budget. Non ci sono, perciò, le risorse per pagare le richieste avanzate per il periodo settembre-dicembre, maggiori del previsto, mentre l’accordo raggiunto in extremis ieri ha ridimensionato il progetto per la mobilità degli studenti del 2013. Le difficoltà dell’Erasmus sono le più eclatanti, vista la popo-larità del programma che, lanciato nel 1987, ha permesso a oltre due milioni di giovani europei di studiare in 33 Paesi, tra cui anche stati non membri dell’Unione come Islanda, Liechtenstein e Turchia. A soffrire del taglio di …

"Si ferma il programma Erasmus l’Unione europea ha finito i soldi", di Cristina Nadotti

L’Unione Europea ha finito i soldi per il programma Erasmus. Segno dei tempi. Il Fondo Sociale è al lumicino e a soffrirne saranno anche programmi storici e simbolo dell’Europa. La commissione bilancio del Parlamento europeo ha approvato in extremis gli emendamenti per evitare che il programma per gli studenti sparisca nel 2013, ma intanto i soldi per finanziare gli ultimi tre mesi del 2012 non ci sono. Spetta all’Ue erogare i finanziamenti per avviare i programmi Erasmus, ma non ha fondi per farlo, perché i Paesi membri hanno tagliato i contributi al budget. Non ci sono, perciò, le risorse per pagare le richieste avanzate per il periodo settembre-dicembre, maggiori del previsto, mentre l’accordo raggiunto in extremis ieri ha ridimensionato il progetto per la mobilità degli studenti del 2013. Le difficoltà dell’Erasmus sono le più eclatanti, vista la popo-larità del programma che, lanciato nel 1987, ha permesso a oltre due milioni di giovani europei di studiare in 33 Paesi, tra cui anche stati non membri dell’Unione come Islanda, Liechtenstein e Turchia. A soffrire del taglio di …

"Il rating della scuola", di Raffaele Simone

In attesa che si diffonda l’idea che tutte le articolazioni della sfera pubblica (sanità, strutture militari, magistrature, amministrazione, fisco, agenzie) vanno sottoposte a valutazione, si è deciso, chissà perché, di cominciare il processo dalla scuola e dall’università, che da qualche anno sono messe in subbuglio da una varietà di iniziative. L’obiettivo è quello di attribuire un rating a tutti gli aspetti di quel mondo: persone, risorse, candidati e commissari, ricerca, strutture… Tutto ciò nella mira di agganciare al rating ottenuto una varietà di decisioni, a partire dai finanziamenti. Gli attori di questo processo sono due, indicati da sigle (scelte con poco senso del marketing) in cui la “V” significa “valutazione”: l’Invalsi si occupa della scuola, l’Anvur dell’università e della ricerca. Altre sigle con “V” designano funzioni diverse: Vqr, Gev, Ava. L’esigenza di valutare la qualità di scuola e ricerca era avvertita da tempo. Credo di essere stato tra i primi a segnalarne l’urgenza per il mondo universitario, come condizione per innalzarne il livello, poco esaltante allora come ora. Naturalmente, però, quando in Italia si parla …

"Il rating della scuola", di Raffaele Simone

In attesa che si diffonda l’idea che tutte le articolazioni della sfera pubblica (sanità, strutture militari, magistrature, amministrazione, fisco, agenzie) vanno sottoposte a valutazione, si è deciso, chissà perché, di cominciare il processo dalla scuola e dall’università, che da qualche anno sono messe in subbuglio da una varietà di iniziative. L’obiettivo è quello di attribuire un rating a tutti gli aspetti di quel mondo: persone, risorse, candidati e commissari, ricerca, strutture… Tutto ciò nella mira di agganciare al rating ottenuto una varietà di decisioni, a partire dai finanziamenti. Gli attori di questo processo sono due, indicati da sigle (scelte con poco senso del marketing) in cui la “V” significa “valutazione”: l’Invalsi si occupa della scuola, l’Anvur dell’università e della ricerca. Altre sigle con “V” designano funzioni diverse: Vqr, Gev, Ava. L’esigenza di valutare la qualità di scuola e ricerca era avvertita da tempo. Credo di essere stato tra i primi a segnalarne l’urgenza per il mondo universitario, come condizione per innalzarne il livello, poco esaltante allora come ora. Naturalmente, però, quando in Italia si parla …

Università: Ghizzoni, subito istruzione e conoscenza nell'agenda politica

“La politica deve affrontare di petto e con urgenza i problemi dell’accesso alla formazione superiore. Tali problemi stanno rendendo, di fatto, inesigibile il diritto allo studio universitario: così si tradisce il dettato costituzionale e si mortificano le aspettative degli studenti che dovrebbero essere i protagonisti del sistema di istruzione terziaria. – lo dichiara Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione Cultura, Scienze e Istruzione della Camera dei Deputati, nel giorno delle proteste studentesche contro gli sbarramenti all’accesso universitario – Lo sbarramento allo studio superiore è sempre più ascrivibile da una parte alle condizioni sociali e geografiche e dall’altra alle difficoltà del sistema della conoscenza che non può che arrancare di fronte al progressivo definanziamento e alle inadeguate politiche scolastiche e universitarie degli ultimi anni. Non si può non vedere che investire nelle persone, nelle loro abilità e competenze, è la chiave per crescita e lavoro, quindi una chiave per il successo delle economie, delle società e dei loro cittadini. Gli ultimi dati OCSE mostrano, infatti, che anche durante questa fase recessiva un livello maggiore di formazione assicura …

"Abilitazione, mediane «flessibili»", di Gianni Trovati

Il Governo deve intervenire con un decreto o una circolare per chiarire che il superamento delle mediane sugli indicatori di “produttività scientifica” dei candidati «non è condizione necessaria» per ottenere l’abilitazione nazionale, ma rappresenta solo «uno dei fattori di cui le commissioni giudicatrici dovranno tenere conto». A chiederlo è una mozione tri-partisan presentata ieri alla Camera, che insieme a quelle di Eugenio Mazzarella (Pd) e Paola Binetti (Udc) porta anche la firma dell’ex ministro dell’Università, Mariastella Gelmini (Pdl). La mozione interviene su uno dei nodi più critici nel varo dell’abilitazione nazionale, la nuova via di accesso alle cattedre universitarie introdotta proprio dalla riforma Gelmini per dare una “patente unica” agli aspiranti professori associati e ordinari che parteciperanno ai concorsi locali. Le mediane, già elaborate dall’agenzia nazionale di Valutazione (Anvur) per la selezione dei quasi 7.500 ordinari che si sono candidati a commissario, sono al centro di una polemica serrata nel mondo accademico, sulla base di argomenti ripresi puntualmente dalla mozione. Si citano prima di tutto i rischi di «disparità di trattamento» fra le aree scientifiche …

"Abilitazione, mediane «flessibili»", di Gianni Trovati

Il Governo deve intervenire con un decreto o una circolare per chiarire che il superamento delle mediane sugli indicatori di “produttività scientifica” dei candidati «non è condizione necessaria» per ottenere l’abilitazione nazionale, ma rappresenta solo «uno dei fattori di cui le commissioni giudicatrici dovranno tenere conto». A chiederlo è una mozione tri-partisan presentata ieri alla Camera, che insieme a quelle di Eugenio Mazzarella (Pd) e Paola Binetti (Udc) porta anche la firma dell’ex ministro dell’Università, Mariastella Gelmini (Pdl). La mozione interviene su uno dei nodi più critici nel varo dell’abilitazione nazionale, la nuova via di accesso alle cattedre universitarie introdotta proprio dalla riforma Gelmini per dare una “patente unica” agli aspiranti professori associati e ordinari che parteciperanno ai concorsi locali. Le mediane, già elaborate dall’agenzia nazionale di Valutazione (Anvur) per la selezione dei quasi 7.500 ordinari che si sono candidati a commissario, sono al centro di una polemica serrata nel mondo accademico, sulla base di argomenti ripresi puntualmente dalla mozione. Si citano prima di tutto i rischi di «disparità di trattamento» fra le aree scientifiche …