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A Macerata per parlare di formazione dei docenti e diritto allo studio


Lunedì 20 febbraio sono stata a Macerata per una giornata interamente dedicata alla formazione: quella degli insegnanti delle scuole secondarie (in seno ad un convegno organizzato dall’Università) e poi quella degli studenti universitari, in una iniziativa serale organizzata dal PD locale sul diritto allo studio con Irene Manzi. Si è parlato anche della stabilizzazione del fondo per le borse allo studio a 216 milioni e della No tax area per gli universitari a reddito familiare basso. Nella Legge di stabilità sono 160 i milioni investiti nel settore. Pochi? Mai abbastanza, ma mai così tanti. Due precisazioni e una considerazione. Dal 2013 ad oggi il Fondo è passato da 16 milioni a 216, stabili. Da prime stime operate sul numero di idonei dell’anno accademico in corso, queste risorse, associate alla modifica (sempre in Legge di stabilità) dei criteri di assegnazione delle risorse alle Regioni in base al fabbisogno, potranno soddisfare tutte le richieste di borse se le Regioni faranno la loro parte, come previsto dal decreto legislativo 68 del 2012 e come sancito dal titolo V (non modificato) delle Costituzione. Sulla No tax area, nel corso di una recente conferenza stampa, è stato detto che è “offensivo” il limite posto a 13.000 euro Isee (che ovviamente non coincide con il reddito). Pacatamente, replico che ritengo “più offensive” le contribuzioni imposte, fino ad oggi, agli studenti a basso reddito e che la misura prevista riguarderà oltre il 25% degli iscritti all’università che presentano l’Isee. Si può fare di più? Certo. Si deve fare di più, ma non si può negare il valore sociale di questa misura. Considerazione finale: si è parlato di questo e di molto altro in questa iniziativa serale a Macerata. Qualcuno avrebbe preferito differire l’iniziativa, preferendovi una discussione su quanto sta accadendo nel Pd. Posizione legittima, che non condivido. Sono molto, molto preoccupata per quanto potrebbe avvenire, ma proprio per questo motivo credo che si debba continuare ad andare sui territori confrontandoci nel merito di quanto fatto e di quello che si dovrebbe fare. Per me, fare politica è questo.