Anno: 2008

Anti-precari, dubbi sulla costituzionalità. L’allarme dei tecnici della Camera. PD: “Norma va ritirata”

Il Servizio Studi della Camera ha sollevato dubbi sulla costituzionalità delle norme sui precari contenute nella manovra economica, alla luce dell’articolo 3 della Carta Costituzionale, nonostante le modifiche apportate la scorsa settimana dal Senato (e che domani dovrebbe ricevere la terza fiducia alla Camera). Nel documento che analizza le modifiche apportate dal Senato al Dl manovra si legge: “A riguardo si osserva come sembri opportuna un’attenta valutazione della distinzione introdotta dalla norma in esame, alla luce del principio di ragionevolezza di cui all’articolo 3 della Costituzione”. L’articolo a cui il documento fa riferimento stabilisce che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. La norma in questione stabilisce che i datori di lavoro non sono più obbligati ad assumere lavoratori precari, anche nel caso in cui a questi ultimi venga riconosciuto questi diritto per via legale. Su sollecitazioni giunte da più parti, il governo ha solo parzialmente modificato la norma, ma non …

“Chi straccia l’assegno sociale”, di Livia Turco

Il governo ha riparato il colpo maldestro di subordinare l’assegno sociale all’obbligo di dieci anni di contribuzione lavorativa. Colpo che era stato puntualmente denunciato nelle commissioni Affari sociali e bilancio e con un ordine del giorno in Aula per altro accolto dal governo. L’assegno sociale è l’unica forma di contrasto della povertà che esiste nel nostro Paese. È una prestazione di assistenza, cioè prescinde da qualsiasi versamento contributivo, introdotto dalla legge 335/1995 in sostituzione della precedente pensione sociale. L’assegno viene rilasciato al compimento del sessantacinquesimo anno di età e non è reversibile. Resta però la proposta del governo di elevare da cinque a dieci anni, per gli immigrati comunitari ed extracomunitari e per gli italiani emigrati all’estero che rientrano, la presenza continuativa nel nostro Paese per accedere all’assegno sociale. Così come è stato approvato il requisito di dieci anni di permanenza continuativa per accedere all’edilizia popolare. C’è stata una sorta di imbarazzo a denunciare questa misura perché essa può godere di una qualche popolarità. Sappiamo quanto sia difficile parlare dei diritti delle persone migranti e …

Pierluigi Bersani: «Il governo ci porta nel baratro della crisi sociale»

A ottobre se ne accorgeranno tutti: quando mancheranno servizi sanitari, quelli scolastici, e quelli garantiti dagli enti locali. Per ora si è visto solo qualche frammento, con gli assegni sociali e la questione precari». Pier Luigi Bersani suona l’allarme 24 ore dopo il sì del Senato alla manovra e a poche ore del varo definitivo: la cura Tremonti avrà un costo sociale altissimo. Per il ministro ombra dell’Economia finora l’opinione pubblica è piombata nella totale inconsapevolezza. Poca attenzione? «No, semplicemente potenti armi di distrazione di massa – continua Bersani – Per esempio montando sui giornali il pericolo zingari, e poi tagliando 3 miliardi alla sicurezza. Oppure parlando in pubblico di fannulloni, e poi tagliando le buste paga dei pubblici di 2-300 euro». In una parola: demagogia. Questa è stata l’arma letale del centrodestra esplosa in piena estate con le famiglie distratte da vacanze in tono minore vista la crisi economica. E l’opposizione? Anche lei distratta? «L’opposizione si è confrontata con una manovra sul filo delle regole, con procedure accelerate, esami in notturna, valanghe di emendamenti …

“Eluana, il Pd e la destra miope”, di Roberto Zaccaria*

L’articolo di ieri di Miriam Mafai su Repubblica in merito alla drammatica vicenda di Eluana Englaro discussa giovedì alla Camera dei deputati deforma completamente la posizione del Partito Democratico. Innanzitutto non c’è stato silenzio. Il Pd ha espresso formalmente la propria posizione all’inizio del dibattito in Aula attraverso il mio intervento, che tutti hanno potuto ascoltare e con grande attenzione. L’intervento è stato riportato dalle agenzie ed è facilmente leggibile come sempre nello stenografico immediato della Camera. Non c’è stata astensione, perché il Partito Democratico, convinto che la proposizione del conflitto da parte del Pdl fosse una mossa tattica, manifestamente infondata dal punto di vista costituzionale e chiaramente strumentale ha scelto di non partecipare al voto, comportamento che si adotta, quando il provvedimento è del tutto estraneo alle regole parlamentari. Non è un caso del resto che un simile atteggiamento sia stato tenuto anche da un gruppo non trascurabile di liberali del centro destra (Della Vedova, Chiara Moroni, La Malfa ed altri). Non c’è stata quindi nessuna “fuga del Pd” dall’esame del problema, come si …

2 agosto: Bologna, coltiviamo il dovere della memoria

28 anni dopo l’appello di Napolitano e Veltroni a non dimenticare la strage. “Occorre coltivare un dovere della memoria che si traduca in una rinnovata ampia assunzione di responsabilita’ per la difesa dei valori di democrazia,liberta’ e giustizia come fondamento del nostro patto costituzionale e garanzia irrinunciabile di crescita politica,culturale e sociale anche per le nuove generazioni”. E’ quanto afferma il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel messaggio inviato al Presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna,Paolo Bolognesi. “Sono trascorsi ventotto anni dalla strage che il 2 agosto 1980 provoco’ alla stazione di Bologna la morte di ottantacinque persone e il ferimento di oltre duecento – si legge nel messaggio di Napolitano – le immagini di quel crimine cosi’ barbaro e vile, che scosse e scuote tuttora nel profondo la coscienza degli italiani, rimangono impresse in modo indelebile nella memoria dell’intero Paese. Il 9 maggio scorso, in occasione del “Giorno della Memoria” dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi, ho ritenuto opportuno promuovere una pubblicazione nella quale compaiono …

A rischio circa 2000 scuole dei comuni più piccoli

In tre anni il personale dovrà essere ridotto di 129.5000 unità Previsti interventi strutturali, leggi accorpamenti o tagli di istituti. La maggior parte dei centri con meno di 5.000 abitanti si trovano al Nord Ipotizzabili pesanti ripercussioni sulla vita quotidiana delle famiglie. A rischio le scuole dei piccoli comuni. Nel giro di tre anni circa 2 mila istituzioni scolastiche potrebbero “chiudere o essere accorpate”. Risultato: per gli alunni dei centri con meno di 5 mila abitanti frequentare la scuola potrebbe diventare una specie di rompicapo: sveglia all’alba e trasferimento in pullman (bene che vada) a scuola. Se i comuni e le province non potranno mettere a disposizione nessun mezzo di trasporto, del tutto si dovranno far carico le famiglie. E’ uno dei tanti effetti del decreto legge 112, collegato alla manovra finanziaria per il 2009, già varato dalla Camera e in attesa soltanto dell’ok da parte del Senato. Un comma dell’articolo 64, dall’innocuo titolo “Disposizioni in materia di organizzazione scolastica”, parla chiaro: “Nel caso di chiusura o accorpamento degli istituti aventi sede nei piccoli comuni, lo …

Gelmini annuncia chiusura conservatori

“Ci chiediamo se sia stata una svista dovuta a una risposta non preparata, ‘a braccio’ o se invece siamo di fronte a una grave superficialità. Fatto sta  che il ministro Gelmini ha appena annunciato in commissione Cultura di voler tagliare il numero dei conservatori italiani. ’70 sono troppi’ ha detto il ministro ‘dobbiamo selezionarne solo alcuni, degli altri, se proprio vorranno, se ne occuperanno gli enti locali’. Lo rendono noto i deputati del Pd della commissione Cultura della Camera presenti all’audizione odierna del ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini alla Camera. “Dell’esposizione del ministro condividiamo invece la necessità di avere in questo campo una chiara strategia. Per far questo bisogna proseguire quanto avviato dal precedente Governo che mirava a valorizzare òe vocazioni specifiche dei singoli poli perfezionando una più complessiva riforma dell’Alta Formazione Artistica e Musicale