Anno: 2009

“Il dovere della verità”, di Ezio Mauro

UN’AULA di tribunale, un criminale mafioso di primo piano oggi “pentito” che accusa il Capo del governo e l’architetto della sua avventura politica di aver messo il Paese in mano alle cosche. Da tempo il Palazzo, già sconvolto da una serie di scosse fuori controllo, non tremava per un colpo così potente e diretto. Il Paese è sotto choc, incredulo e bisognoso di sapere. I due elementi non possono essere disgiunti. Questa non è infatti la stagione finale dell’andreottismo che si ripete, ma qualcosa di inedito che va in scena, con l’annuncio di un’operazione di disvelamento, che nasce però dal cuore stesso della mafia. Per la prima volta nella storia, i capi storici di Cosa Nostra, murati nei loro ergastoli e nel 41 bis, non scomunicano a morte il “pentito” ma sembrano coprire il suo percorso, come se fosse delegato a parlare con lo Stato. Davanti a ciò che è accaduto e a ciò che accadrà, occorre responsabilità da parte di tutti. La lotta politica, pienamente legittima nei suoi specifici obiettivi, va disgiunta dalla questione …

“Il terziario nella morsa della crisi”, di Giuseppe Berta

L’Italia vive la crisi globale stando da «molti mesi in apnea», scrive il Censis nel suo ultimo Rapporto. Bada soprattutto a riprodurre le basi, al punto da meritarsi la definizione di «società replicante», per «quel suo particolarissimo sviluppo processuale e incrementale» che è il suo «modo di sfuggire all’esistente». Il Censis non rinuncia a guardare all’evoluzione della società nella maniera che gli è congeniale, per sottolinearvi un’attitudine molecolare a metabolizzare il cambiamento, in grado di attutire la forza d’urto degli elementi più traumatici. Ma questa volta, accanto alle grandi continuità, indica la novità della crisi nella «dura, complicata ristrutturazione del settore terziario (la prima nella storia dell’Italia moderna)». Il grande e variegato arcipelago del terziario non è più la massa gelatinosa capace di assorbire i contraccolpi più violenti del rovescio economico. Al contrario, il vasto invaso che risulta dalla combinazione e dalla sovrapposizione dei molti terziari dei servizi, dell’intermediazione, dei commerci è il territorio più soggetto alla morsa della recessione, quello che offre il fianco a effetti profondi di caduta economica, colpendo lavoratori e mestieri …

La controfinanziaria del PD

Da una parte una maggioranza confusa che afferma, si pente, ritratta. Poco più in là un governo allo sbando, con ministri troppo occupati a litigare fra loro e un premier sempre affaccendato nel risolvere i suoi problemi giudiziari. A completare il quadro, un relatore, quello per la legge Finanziaria 2010, che sfiorando il picco della schizofrenia, propone di ritirare tutti gli emendamenti e, praticamente, di azzerare tutto il lavoro svolto fin qui. A distanza siderale da questo ignobile teatrino, il Paese vero: quello che lotta ogni giorno contro la disoccupazione, quello che fa i salti mortali per arrivare alla fine del mese, quello che sa che la crisi economica non si risolve con un po’ di psicoterapia. Nella Finanziaria “light” di Tremonti per questa Italia non c’è spazio. È per questo che il Partito Democratico ha preparato una serie di proposte alternative da discutere e inserire nel provvedimento. In una conferenza stampa con il capogruppo alla Camera, Dario Franceschini, il Vicepresidente, Michele Ventura, i componenti della presidenza del Gruppo, Francesco Boccia e Sesa Amici, i …

“L’Economist boccia Silvio: Time to say addio”, di Enrico Franceschini

LONDRA – “Time to say addio”, ora di dire addio: così, con un titolo mezzo in inglese mezzo in italiano, il settimanale britannico The Economist chiede le dimissioni di Silvio Berlusconi. Nel numero domani in edicola, l’autorevole periodico, che la sua base a Londra ma vanta una diffusione in tutto il mondo, pubblica un lungo editoriale dedicato agli ultimi sviluppi della vicenda italiana. “E’ stata una brutta settimana” per il premier, scrive l’Economist, enumerandone le ragioni: la decisione del tribunale di Milano di costringere la Fininvest a versare una garanzia dei 750 milioni che è stata condannata a pagare come risarcimento alla Cir di Carlo De Benedetti per il controverso acquisto della Mondadori; i 43 milioni l’anno chiesti da sua moglie Veronica come alimenti per il divorzio; il processo per corruzione e quello su presunti legami mafiosi che stanno per riprendere; la protesta di piazza del “No-Berlusconi day”; infine le dichiarazioni di Gianfranco Fini su Berlusconi che si crede “un monarca assoluto” e sulla “bomba atomica” rappresentata dalle rivelazioni del pentito Gaspare Spatuzza. L’Economist ricorda …

“Il regalo di Natale alle assicurazioni”, di Daniele Martini

L’assicurazione contro le calamità naturali per tutte le case italiane infilata nel decreto di riorganizzazione della Protezione civile in discussione oggi al Consiglio dei ministri, rischia di diventare un grande affare per pochi e l’ennesimo balzello scaricato sulle spalle di molti. Perché il governo intende rendere obbligatoria la polizza, apprestandosi a ripetere con gli immobili l’operazione fatta a suo tempo con l’Rc auto. Ma se per le automobili e le moto l’introduzione dell’obbligo era in parte giustificata dalla necessità generale e sociale di impedire che per le strade circolassero individui irresponsabili privi di copertura che una volta causato l’incidente non avrebbero saputo a chi santo votarsi per risarcire i danni, con gli immobili questa esigenza è del tutto assente. Non a caso contro la polizza obbligatoria per le case è schierato un fronte ampio, dalle associazioni dei consumatori all’Antitrust alle organizzazioni dei proprietari come la Confedilizia. In ballo ci sono interessi corposi. Secondo la stima probabilmente al ribasso fornita dalle stesse compagnie di assicurazione il costo medio della polizza per ogni singola abitazione sarebbe di …

Adesso avanti (Newsletter n° 14 – dicembre 2009)

Questo numero della newsletter esce a poco più di un mese di distanza delle Primarie del 25 ottobre e propone all’attenzione dei lettori i principali fatti accaduti in queste ultime settimane e alcuni dei miei interventi pubblici.    La lezione di partecipazione e democrazia delle Primarie del PD non ha certo perso attualità e merita di essere ricordata ancora oggi, all’indomani della conclusione del percorso congressuale emiliano-romagnolo con l’assemblea regionale di sabato scorso.    Il 25 ottobre è stata una giornata di festa, una straordinaria prova democratica: tre milioni di iscritti ed elettori hanno deciso consapevolmente di aderire a questa opportunità di partecipazione per contare e decidere concretamente delle sorti del partito. Le primarie si sono confermate ancora una volta uno strumento prezioso di coinvolgimento: con quanti vi hanno partecipato abbiamo stabilito un vincolo che non possiamo permetterci di disperdere e dovremo lavorare per coinvolgerli nella nostra azione politica. Le Primarie sono state una mobilitazione non comune, consentita anche dalle migliaia di volontari che hanno permesso l’apertura dei seggi: ennesima prova che la militanza politica …

“Integrare con regole flessibili”, di Giovanna Zincone

Il rapporto privilegiato Bossi Berlusconi è una premessa e una conseguenza delle tensioni con Fini. Se, come è probabile, lo scontro recente accentuerà il patto tra i due leader, a farne le spese potrebbero essere gli immigrati. Perché i loro diritti fanno parte di un facile baratto politico. Non se ne torneranno a casa loro, come Bossi ha auspicato di recente. Questo significherebbe il collasso della nostra società e della nostra economia. E troppi produttori e famiglie che votano Lega lo sanno. Il punto è se sarà ancora politicamente possibile adottare provvedimenti che facilitino la loro integrazione. Dopo l’ondata di misure repressive, si tratterebbe di varare qualche misura di inclusione per immigrati operosi e rispettosi della legge, per i loro figli. Il recente sondaggio del Transatlantic Trends sull’immigrazione conferma che gli italiani giudicano gli immigrati troppi e in prevalenza irregolari. Non conoscono i dati reali ed hanno paura. Ma nonostante i timori e le campagne contro sono ancora favorevoli a concedere diritti agli immigrati regolari. Su questa linea di integrazione dei regolari, nel Pdl sono …