Anno: 2010

"Corrotti e corruttori", di Michele Ainis

Il voto di fiducia è come una messa solenne nel tempio delle istituzioni. Celebra la sacralità del Parlamento, che attraverso questo rito sceglie un nuovo papa, o riconsegna al vecchio le chiavi pontificie. Ma al contempo celebra i governi, innalzandoli alla gloria dell’altare. Invece la politica italiana ha trasformato la messa in messinscena, la liturgia in commedia. Se i santini sono questi, per noi fedeli sarà dura raccoglierci in preghiera. È il caso, innanzitutto, del governo Berlusconi. Davvero c’è da attendere il 14 dicembre per decretarne i funerali? Davvero lo stesso giorno potremmo viceversa assistere al miracolo della sua resurrezione? È insomma un voto in meno o in più che può restituirci un esecutivo autorevole e longevo? Evidentemente no, non è così. Se anche Berlusconi la spuntasse per il rotto della cuffia, il giorno dopo si ritroverebbe come Prodi, appeso agli umori del trotzkista Turigliatto o della moglie di Mastella. L’Italia ha urgenza d’una stagione di riforme, ma nessuna compagine ministeriale potrà mai inaugurarla senza una forte base in Parlamento. Servirebbe dunque guadagnare nuovi soci, …

"Il governo galleggiante dei consensi comprati", di Eugenio Scalfari

Ci sono alcuni fatti che tengono banco in questa giornata che precede di 72 ore la conta del 14 dicembre (se conta ci sarà). Li enumero: il calcio-mercato e l´intervento della Procura di Roma che ha aperto un´inchiesta per reato di scambio di voti; la piazza di San Giovanni dove il Pd ha chiamato a raccolta i suoi militanti; la lettera diramata dalle cosiddette colombe del Pdl e dei finiani affinché “in extremis” si trovi un accordo tra i due partiti che eviti lo scontro sulla fiducia. Ma infine e soprattutto che cosa accadrà dal giorno dopo in poi, quando, superata in qualche modo quella scadenza, bisognerà affrontare il tema della strategia per quanto riguarda la coesione sociale, la tenuta finanziaria del debito e la crescita economica. I protagonisti sono numerosi. Fin troppo numerosi e portatori di variabili che rendono difficile la quadra, per esprimersi nel lessico di Umberto Bossi. Facciamone i nomi: Berlusconi innanzitutto, Fini, Casini, Bersani (per dire il Partito democratico), Bossi. Al di fuori e al di sopra di questi giocatori in …

Editoriali, commenti, storie sulla manifestazione del Partito Democratico a Roma

“La pax di Bersani e il paese che ascolta” di Rudy Francesco Calvo Il segretario del Partito democratico rimette il suo partito in campo È la sua giornata. La manifestazione di oggi può rappresentare per Pier Luigi Bersani un punto di svolta. Con un gergo borsistico, si può dire che per il Pd è arrivato il momento del “rimbalzo”: dopo mesi di calo nei sondaggi bisogna tornare a crescere. La piazza gli darà certamente molta forza e certamente lui infonderà orgoglio ai tanti che affolleranno San Giovanni. La benevolenza dei militanti nei suoi confronti non è mai stata in discussione, anzi il suo rapporto con la base in un certo senso è perfino più saldo di quello di chi lo ha preceduto. La sfida, semmai, è riuscire a parlare anche a quella maggioranza del paese che non è mai stata a una manifestazione di partito e che continua a cercare un’alternativa al centrodestra ormai frantumato. Da quando è stato eletto segretario, Bersani è riuscito progressivamente a rafforzare la sua leadership interna. Ha dimostrato di essere …

Tanti in piazza. Tutti con l’Italia che vuole cambiare

Sotto il cielo azzurro di una Roma freddissima, tutti insieme, scaldati dalla speranza di centinaia di migliaia di cittadini italiani che manifestano per un’Italia migliore di quel che gli sta capitando. “Con l’Italia che vuole cambiare” oggi un fiume colorato e festoso di donne e uomini è confluito in Piazza San Giovanni a Roma, per la grande manifestazione nazionale organizzata dal Partito democratico. I due lunghi cortei partiti da piazza della Repubblica e da piazzale dei Partigiani si sono uniti per partecipare tutti insieme a quella che è stata ribattezzata la grande festa della ‘liberazione dal berlusconismo’. Sotto il cielo azzurro di una Roma freddissima, ma scaldata dalla speranza di centinaia di migliaia di cittadini italiani che vogliono un futuro migliore, la musica è al centro della festa, con tanti artisti e cantautori italiani: La Med Free Orkestra, Nina Zilli, Simone Cristicchi, Roy Paci e gli Aretuska (a sorpresa arriva anche la grande Fiorella Mannoia) e Neffa che ha regalato al Pd la canzone dal titolo “Cambierà”, colonna sonora della kermesse. Conducono sul palco: Cristiano …

Pd, una piazza per ritrovare il coraggio Bersani: «Italia, vieni via con me…», di Stefano Milani

In piazza c’è aria di speranza Una robusta iniezione di fiducia per tanti cittadini che sentono l’urgenza di cambiare il paese e che avvertono come possibile e forse vicino il cambiamento del Paese: culturale, non solo politico. Questo si respira nella manifestazione del Partito democratico a Roma. Vi riportiamo la cronaca di una giornata particolare. Primo messaggio: cambiare si può Con due messaggi incorporati che emergono con forza parlando con ragazze e ragazzi, pensionati, precari, operai, impiegati, amministratori pubblici. Il primo messaggio è al Paese: non solo vogliamo mandare a casa Berlusconi, sentiamo che la forza per mutare strada cresce al di là di come andrà il 14 alla Camera. Un cartello è emblematico: “La pazienza del popolo è la mangiatoia del tiranno. Vattene”. Messaggio al Pd: sia unito, no litigi mediatici Il secondo messaggio è invece al Partito Democratico: si muove bene, il discorso di Bersani conquista, però deve essere unito, i dirigenti devono smetterla di battibeccarsi a mezzo stampa o tv, i tanti che ogni giorno ce la mettono tutta nei paesi, nelle …

"Nella scuola pubblica si impara di più L'Italia in basso per colpa delle private", di Salvo Intravaia

La lettura approfondita dei dati resi noti qualche giorno fa dimostra che senza le paritarie il nostro Paese scalerebbe le tre classifiche (Lettura, Matematica e Scienze) anche di dieci posizioni. La scuola pubblica italiana sta meglio di quello che sembra, basta leggere correttamente i dati. Sono le private la vera zavorra del sistema. Almeno stando agli ultimi dati dell’indagine Ocse-Pisa 1 sulle competenze in Lettura, Matematica e Scienze dei quindicenni di mezzo mondo. Insomma: a fare precipitare gli studenti italiani in fondo alle classifiche internazionali sono proprio gli istituti non statali. Senza il loro “contributo”, la scuola italiana scalerebbe le tre classifiche Ocse anche di dieci posizioni. La notizia arriva nel bel mezzo del dibattito sui tagli all’istruzione pubblica e sui finanziamenti alle paritarie, mantenuti anche dall’ultima legge di stabilità, che hanno fatto esplodere la protesta studentesca. “Nonostante i 44 miliardi spesi ogni anno per la scuola statale i risultati sono scadenti. Meglio quindi tagliare ed eliminare gli sprechi”, è stato il leitmotiv del governo sull’istruzione negli ultimi due anni. E giù con 133 mila …