"Tutto in mano a Draghi", di Gianni Del Vecchio
Il primo novembre 2011 rischia di passare alla storia come la data in cui Berlusconi e il suo governo perdono definitivamente la presa sulle leve della politica e dell’economia italiana. Due fatti hanno stretto il presidente del consiglio in un’ideale manovra a tenaglia, costringendolo a un’ultima riunione della disperazione, convocata in fretta e in furia nella tarda serata di ieri. Stiamo parlando della nota del presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, con cui si aprono di fatto delle consultazioni per un eventuale esecutivo di responsabilità nazionale sostenuto anche dalle opposizioni, ma soprattutto dell’insediamento di Mario Draghi a capo della Bce. Con l’avvento dell’ex governatore della Banca d’Italia a Francoforte e il contestuale sfondamento della soglia psicologica 450 dello spread fra titoli di stato italiani e tedeschi, ora più che mai la sorte dell’Italia e di Berlusconi è appesa alla volontà e alla capacità di Draghi di convincere il consiglio direttivo a continuare nell’acquisto dei nostri bond. Sembra ormai evidente come il nostro paese non possa fare a meno della “droga” europea per evitare che la speculazione …