Anno: 2011

Quante differenze tra "federalismo rozzo" e "regionalismo serio", di Claudio Martini

Lo scorso 9 ottobre si è svolto a Firenze un bel convegno su “Unità italiana e regionalismo” durante il quale sono state poste, programmaticamente, alcune domande molto stimolanti: «Italia una e indivisibile: ma anche federabile?», «e se anziché Cavour e Vittorio Emanuele II avessero “vinto” Cattaneo o Gioberti? Se insomma da subito avesse vinto il Federalismo?». Il momento forse più alto è stato l`intervento di Ugo De Siervo, presidente emerito della Corte Costituzionale, che ha parlato con l`abituale franchezza. De Siervo ha esordito dicendo che «un federalismo compiuto non è pensabile in via legale nel nostro Paese. Più in linea con la storia e l`ordinamento dell`Italia sarebbe un regionalismo serio». E ha poi aggiunto: «Assistiamo in questa fase storica ad un`idea di “federalismo rozzo” che è fuori dalla Storia, che viene propagandato con slogan dietro ai quali passano un forte antisolidarismo e un attacco a valori fondanti della nostra Costituzione». A parere di De Siervo «un autentico federalismo si determina attraverso la decisione di mettersi insieme, presa da stati autonomi, ma il nostro stato nasce …

"Non c'è sviluppo senza banda larga", di Giovanni Valentini

Si può calcolare che in Italia la crescita del Pil legata allo sviluppo della banda larga possa arrivare all´1,5-2%. Mentre il governo italiano distoglieva dalla Finanziaria gli 800 milioni di euro destinati allo sviluppo della banda larga, per dirottarli al fondo per gli “interventi urgenti” di vari ministeri, proprio ieri la Banca mondiale comunicava che l´aumento di ogni dieci punti del broadband accelera la crescita economica dell´1,38%. E a supporto di questa stima, citava i dati più recenti diffusi da McKinsey secondo cui la penetrazione della banda larga tra le famiglie favorisce un aumento del Pil tra lo 0,1 e l´1,4%. È esattamente quanto aveva anticipato già tre anni fa il presidente dell´Autorità di garanzia sulle Comunicazioni, Corrado Calabrò, nella sua Relazione annuale al Parlamento. Dov´era, allora, il presidente del Consiglio? In quali feste o festini era affaccendato? E dov´era, di che cosa si occupava, il nostro ineffabile ministro dell´Economia? La “banda larga” non è, come forse pensano a palazzo Chigi e dintorni, un complesso musicale né un gruppo organizzato di ladri e malfattori. È …

"La crescita delle poltrone", di Michele Brambilla

Il governo è stato di parola: appena ottenuta la fiducia alla Camera, ha varato gli annunciati provvedimenti per la crescita. Crescono infatti le poltrone del governo medesimo: ce ne sono tre nuove, due da viceministro e una da sottosegretario. Inutile aggiungere «a chi» tali poltrone siano andate: i due nuovi viceministri sono deputati che avevano appena votato la fiducia. Deputati che fino a qualche tempo fa non l’avrebbero votata; e cioè una ex finiana e un ex dipietrista. Quanto al nuovo sottosegretario, ha un passato nell’Udc. Le opposizioni gridano al mercimonio. Ma forse, più che questa distribuzione di «premi di risultato», colpisce la tempistica. Una volta ci si preoccupava non dico di salvare le apparenze, ma perlomeno di cercare di far passare tutto nel dimenticatoio. Si aspettava qualche mese, e poi si distribuivano le medaglie. Ieri invece la ricompensa è stata fulminea: voto, fiducia, Consiglio dei ministri e nuove nomine in meno di mezza giornata. Com’è possibile che Berlusconi e i suoi ministri non capiscano che una simile sollecitudine è anche una plateale ostentazione? Come …

"Fiducia mutilata", di Ezio Mauro

Dunque il governo è salvo. Ma è politicamente vivo? Questo aveva chiesto Napolitano a Berlusconi dopo il voto negativo sul rendiconto di bilancio: i numeri sono fondamentali, ma davanti all´evidenza di litigi continui nell´esecutivo, di tensioni nella maggioranza, di indecisioni patenti su misure fondamentali, il Premier è in condizione di garantire una tenuta politica del suo governo? Berlusconi ha risposto con un voto di fiducia risicato e faticoso, dopo una mattinata di fibrillazioni, passata ad inseguire l´ultimo dei cosiddetti “Responsabili” sull´uscio della Camera. Ma non ha potuto rispondere alla vera questione, che riguarda la salute e la forza del suo ministero. Cioè la sua capacità di governare l´Italia, soprattutto in un momento difficile, con la fiducia da riconquistare nei mercati, nelle istituzioni internazionali e nella pubblica opinione. La crisi latente che sovrasta Berlusconi – e purtroppo il Paese con lui – continua quindi dopo il voto, intatta. Il Premier vanta come una vittoria una fiducia mutilata, dopo aver perso altri pezzi per strada, affondando ogni giorno di più. Non c´è un significato politico, non c´è …

L’accanimento terapeutico che lascia senza parole (Newsletter n. 9 ottobre 2011)

Oggi la parabola del Governo Berlusconi ha toccato il suo punto più basso, con l’ennesimo, disperato, salvataggio ad opera di una maggioranza che in questi mesi si è spesa per approvare i provvedimenti che riguardano gli interessi del Presidente del Consiglio e si è disinteressata ai problemi degli italiani (la manovra d’agosto ne é una dimostrazione, così come lo é il continuo rinvio dell’approvazione del decreto sviluppo). Una maggioranza esclusivamente parlamentare, lontana dal Paese reale, che non ha più la fiducia degli italiani e che si presenta sempre più esigua, solo per perpetuare un vero e proprio accanimento terapeutico nei confronti di un Governo di fatto inesistente. Il suo unico collante si basa sulla paura delle elezioni o di qualsiasi altra soluzione che consenta al Paese di uscire dal tunnel nel quale è stato cacciato (un tunnel vero, non inventato come quello della Gelmini). Il Governo Berlusconi ha fatto precipitare l’Italia in una condizione drammatica, dal punto di vista sociale, economico e civile. Gli spazi democratici sono sempre più ristretti, mentre un vero e proprio …

Il governo salvo per un voto

La fiducia passa con 316 sì, uno in più rispetto alla maggioranza richiesta. Bersani: “Questo governo morirà di fiducia. Oggi ha avuto un voto al ribasso. L’opposizione ha dimostrato di non accettare giochi di sopravvivenza sulla pelle del Paese. Noi continueremo la nostra battaglia sia con la manifestazione nazionale a Roma del 5 novembre, sia con la costruzione di un’alternativa che in questi giorni si è evidentemente rafforzata”. Le Opposizioni non hanno partecipato alla prima chiama in Aula tranne i 5 deputati radicali. E’ un Sì stiracchiato quello che è passato nel voto alla Camera sulla 53esima fiducia posta dal governo. Dopo la bocciatura di martedì scorso sull’ Articolo 1 del Rendiconto generale del bilancio dello Stato, questa volta i voti favorevoli sono stati 316 e i voti contrari 301. IL governo continua a perdere colpi dopo le defezioni tra i “responsabili” e gli “scajoliani”. “Questo governo morirà di fiducia. Oggi ha avuto un voto al ribasso. L’opposizione ha dimostrato di non accettare giochi di sopravvivenza sulla pelle del Paese. Da domani il problema politico …

"Aumentano i giovani neet. Nè studenti nè lavoratori", di Carlo Buttaroni

Li chiamano neet, con un acronimo inglese che indica coloro che non studiano, non lavorano, non si formano, non cercano un’occupazione. In Italia sono circa due milioni, giovani e giovanissimi, spesso donne. Una popolazione in costante aumento. Ci sono quelli che hanno una licenza elementare o un diploma di scuola media e si accontentano di piccoli lavori saltuari, spesso mal retribuiti e pagati in nero. Ci sono i diplomati, sfiduciati perché non sono riusciti a trovare un’occupazione stabile. Ci sono i laureati, rassegnati perché troppo avanti con gli anni o con competenze che non soddisfano i nuovi bisogni delle imprese. Un esercito – cresciuto negli ultimi mesi di oltre 140 mila ragazzi e ragazze – in deficit di futuro e di fiducia, che vive i sintomi di una socialità mancata. Ma i neet rappresentano solo la punta di un iceberg la cui parte sommersa è costituita, oltre che dai disoccupati ufficiali (coloro che cercano lavoro e non lo trovano), anche dalla massa di sotto-occupati, con un lavoro intermittente e parziale, la cui attività remunerata produce …