"Discorso modesto per scelte svogliate", di Stefano Folli
Silvio Berlusconi avrebbe potuto fare uno sforzo e pronunciare alla Camera un buon discorso, percorso da un minimo di «pathos»: in fondo ne andava della sopravvivenza del governo. Invece quello letto ieri è stato uno dei peggiori interventi del presidente del Consiglio. Privo di novità, ripetitivo, generico: un elenco di vaghi propositi mai sostenuti da un impegno concreto, o almeno da una notizia utile ai giornali. Un discorso senza tempo identico ad altri già ascoltati nel passato recente o meno recente. Altro che contrattacco. Come mai questa disattenzione in un momento cruciale per la vita della legislatura? Forse la risposta è che Berlusconi non aveva interesse a preparare o a farsi preparare un intervento di qualità, consapevole che non è su questo che si decidono le sorti del governo. Il premier sa che stamane la fiducia gli sarà data o negata (e probabilmente l’avrà) non certo per quello che ha detto o taciuto in un discorso di maniera. Bensì per l’assenza di qualsiasi scenario alternativo degno di essere preso in considerazione. Il fatidico governo tecnico …
