Anno: 2011

"Discorso modesto per scelte svogliate", di Stefano Folli

Silvio Berlusconi avrebbe potuto fare uno sforzo e pronunciare alla Camera un buon discorso, percorso da un minimo di «pathos»: in fondo ne andava della sopravvivenza del governo. Invece quello letto ieri è stato uno dei peggiori interventi del presidente del Consiglio. Privo di novità, ripetitivo, generico: un elenco di vaghi propositi mai sostenuti da un impegno concreto, o almeno da una notizia utile ai giornali. Un discorso senza tempo identico ad altri già ascoltati nel passato recente o meno recente. Altro che contrattacco. Come mai questa disattenzione in un momento cruciale per la vita della legislatura? Forse la risposta è che Berlusconi non aveva interesse a preparare o a farsi preparare un intervento di qualità, consapevole che non è su questo che si decidono le sorti del governo. Il premier sa che stamane la fiducia gli sarà data o negata (e probabilmente l’avrà) non certo per quello che ha detto o taciuto in un discorso di maniera. Bensì per l’assenza di qualsiasi scenario alternativo degno di essere preso in considerazione. Il fatidico governo tecnico …

"Berlusconi a caccia di voti tra sbadigli e banchi deserti", di Nini Andriolo

«Io non faccio passi indietro e se mi votate la sfiducia rischiatela poltrona con il voto anticipato». Un prevedibile Berlusconi si ripresenta alla Camera e non incanta. E adesso teme la tenuta dei suoi e il rebus Quirinale. Plateali gli sbadigli di Umberto Bossi. Dodici, indimenticabili, uno al minuto. Per il resto, i 23 minuti che Berlusconi ha impiegato per mettere in riga i suoi con un eloquente “se mi sfiduciate si vota e perdete la poltrona” non rimarranno scolpiti nella storia di Montecitorio. «Penosa prova di sbandamento» secondo Bersani il discorso di ieri del Cavaliere. Scontato il premier che non compie passi indietro perché i mercati strangolerebbero il Paese. Prevedibile il richiamo al sacrificio cui Silvio si costringe non per «potere» ma perché il suo governo non ha «alternative». Priva di sorprese l’accusa di sfascismo lanciata alla sinistra. Meno consueti, per la verità, gli apprezzamenti al Quirinale e l’applauso rivolto al Colle dagli scranni a destra dell’Aula (vuoti quelli dell’opposizione che ha scelto di non offrire platee al «vulnus costituzionale» inventato per dribblare la …

"Blindato oggi, perdente domani", di Stefano Menichini

In un discorso vuoto come quello di ieri conta solo il sound-bite, il concetto che passa qua e là, ripetuto, e certifica delle vere intenzioni. Berlusconi oggi tenta banalmente il replay dell’operazione 14 dicembre: una fiducia guadagnata non sulla base di un rilancio politico e programmatico ma solo grazie a un rastrellamento di voti sotto la minaccia di elezioni anticipate che decimerebbero i suoi. È probabile che l’operazione riesca. Oggi come dieci mesi fa è stata fatta terra bruciata intorno all’unica soluzione che restituirebbe all’Italia fiato e tempo per riprendersi. La retorica dell’unico governo a investitura popolare ha ormai una valenza esclusivamente distruttiva: Berlusconi la usa come fuoco di sbarramento contro una transizione guidata da altri – magari provenienti dalla sua stessa maggioranza – e mente sapendo di mentire quando si attribuisce la forza politica necessaria a fare le riforme, o addirittura a prendere «le misure impopolari» che servono al paese. Non ci saranno riforme, non ci saranno misure né popolari né impopolari. Ci sarà trascinamento, nell’illusione che intanto Bossi e Berlusconi possano rianimare i …

"La mossa per salvarsi", di Tito Boeri

A meno di sorprese, oggi il Parlamento darà la fiducia a un non-governo. È infatti ormai evidente che ciò che è rimasto della coalizione uscita vincente alle elezioni del 2008 non è più in grado di fare altro che spendere rapidamente ogni risorsa in più che affluisce alle casse dello Stato. È il caso dei proventi dell´asta sulle frequenze del digitale terrestre, che potevano essere utilizzati per ridurre il debito pubblico. A dire il vero fa ancora peggio: pianifica di raccogliere altre risorse, magari pregiudicando entrate future come nel caso dei condoni ventilati da molti esponenti della maggioranza, pur di alimentare altra spesa. Stando a quanto dichiarato ieri dal ministro degli Esteri e dal sottosegretario alla Difesa Crosetto, il “pacchetto per lo sviluppo” non sarà a costo zero. I ritardi nella presentazione (come previsto slitterà ulteriormente, oltre il 20 ottobre) sono legati alla ricerca di “coperture”. Serviranno per ridurre i pochi tagli previsti dalla manovra estiva e di sviluppo ci sarà presumibilmente soprattutto quello dei bilanci dei loro ministeri. È davvero penoso assistere a questa …

"Per non dimenticare la tragdia di Barletta serve agire. Adesso", di Valeria Fedeli

Una settimana fa, l’Italia seguiva i funerali delle operaie di Barletta. Oggi, per non dimenticare è urgente agire. Mentre il Governo e il Presidente Berlusconi continuano a dimostrare assenza di rispetto delle Istituzioni, delle regole rendendo il Paese sempre più lontano dai comportamenti dei Paesi democratici, noi vogliamo stare con il Paese reale che vuole subito il suo allontanamento e il ritorno alle donne e agli uomini della possibilità di partecipare con il voto, al profondo cambiamento della politica italiana. Un Paese che non ha un Governo che rappresenta e contribuisce ad una forte e diffusa cultura e pratica della legalità, del rispetto delle regole, mina alla radice la possibilità di avere politiche di crescita efficaci, di avere sviluppo e condizioni per uscire dalla crisi che viviamo. Serve etica nell’esercizio delle funzioni pubbliche, serve onestà, servono leggi e comportamenti che costruiscano trasparenza tracciabilità di ogni processo economico, produttivo, monetario. Serve ridare alla politica qualità, autorevolezza per servire al meglio il Paese. Questa scelta contrasterebbe in modo forte anche il lavoro povero, marginale, la diffusione dell’economia …

"Dodici sbadigli e addio rivoluzione", di Massimo Gramellini

Non ho contato gli sbadigli di Bossi perché stavo sbadigliando anch’io. Però mi hanno sinceramente sorpreso. Mai avrei immaginato che uno come lui si mettesse la mano davanti alla bocca. Per fortuna le telecamere hanno tenuto la contabilità al posto mio, immortalando fin nei dettagli la performance dello stregone leghista seduto di sguincio accanto all’Anziano Leader durante il trascinante Discorso della Fiducia: dodici sbadigli in dodici minuti, alcuni davvero molto belli. Smorfie che diventavano conati, fra uno spalancamento di fauci e uno strabuzzare d’occhi. Imperdibile il passaggio in cui Berlusconi cita il federalismo e tenta di fare «pat pat» sulla testa di Bossi, neanche fosse un peluche. Invece la manca clamorosamente e allora procede a tentoni, cercando almeno di cingergli le spalle, mentre l’altro inghiotte il dodicesimo sbadiglio e si sforza di assumere un contegno adeguato alle circostanze. Ma la noia, non potendo più uscirgli dalla bocca, sale negli occhi e gli provoca l’abbassamento delle palpebre. Gli sbadigli di Bossi potrebbero diventare per Berlusconi quel che per Craxi fu il trauma della canotta. I lettori …

"Ma il governo È morto tre giorni fa", di Eugenio Scalfari

Faceva certamente effetto vedere l´aula di Montecitorio per metà deserta: segnalava con la forza d´una immagine la spaccatura del Paese in due, che dura ormai con alterne vicende dal 1994 avendo raggiunto poi il suo culmine negli anni successivi al 2001. Sono dunque ben tre legislature durante le quali la maggioranza ha imposto la sua dittatura, le regole sono state aggirate o travolte, la questione morale è di nuovo tornata di drammatica attualità. Ma di nuovo c´è una questione che in precedenza non c´era: negli ultimi tre anni l´intero pianeta e in particolare le nazioni opulente dell´Occidente sono stati devastati dalla più grave crisi economica degli ultimi cent´anni, più grave ancora di quella del ´29, mettendo in causa non solo i mercati ma il capitalismo nella sua natura democratica. In queste condizioni l´intrinseca fragilità della democrazia italiana è purtroppo sbalzata in prima fila, tutte le nostre debolezze si sono accentuate, le nostre scarse virtù civiche hanno ceduto di fronte all´invasione del populismo, della demagogia, dell´indifferenza, dell´incompetenza, della corruzione. Non è bastato neppure il “vincolo esterno” …