Anno: 2011

"Stipendi, merito, bocciati, le nuove favole di Gelmini", di Franco Labella

Devo esprimere, nonostante tutto, gratitudine al giovane Ministro. E’ vero, ha eliminato lo studio del Diritto e dell’Economia nelle scuole superiori e l’ha fatto proprio nel momento in cui risulta più evidente quanto improvvida sia stata la scelta . E’ vero, non ha attivato l’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione nel momento in cui la Carta è la più citata da tutti, destra, sinistra e centro, come la fonte da stravolgere o da avere come riferimento, a seconda degli orientamenti, per il progresso del Paese reale. Però la giovane scrittrice di favole ha un cuore e, nel mio caso, mi ha salvato. O per lo meno ha salvato la mia seconda passione dopo il Diritto e la Costituzione. Il venerdì è il giorno in cui comincio a pensare al contenuto degli Spicchi e questa settimana ero già rassegnato a saltare un giro. Non riuscivo a “chiudere” il pezzo. Anche perché nei giorni precedenti si era fatto il pieno. Di fanta-tunnel, di dimissioni e di statistiche sui bocciati un po’ farlocche. Ma chi ha a cuore le …

«È finita, il governo non ha più la fiducia Noi siamo pronti», intervista a Dario Franceschini di Maria Zegarelli

L’intervista parte con unosfogo. «Quello che è successo oggi in Aula non è casuale, è grazie al lavorìo dell’opposizione. Per loro è stata una Caporetto: abbiamo mandato sotto il governo e bloccato il dl sulle intercettazioni, vorrei che qualcuno prendesse nota perché va bene prenderci i rimproveri della nostra gente quando sbagliamo, ma poi quando otteniamo risultati come questo vorremmo che non si attribuisse al caso. È una vittoria parlamentare costruita». Dario Franceschini capogruppo Pd alla Camera ha da poco concluso un incontro, «informale» con il resto dell’opposizione parlamentare. «Siamo tutti d’accordo: le dimissioni di Berlusconi sono un atto dovuto, per noi la vicenda si chiude qui». Franceschini,voi chiedete le dimissioni del premier, ma dal Pdl minimizzano. La definiscono «una situazione assolutamente occasionale». È davvero solo questo? «Partiamo dall’aspetto politico: oggi (ieri per chi legge, ndr) in Aula il fallimento di Silvio Berlusconi è stato plateale. Al momento della votazione è arrivata la scoperta, per lui drammatica, di non avere più i numeri. Ormai questa maggioranza è in grado di tenersi in piedi soltanto quando …

"Lega, il lungo assedio al Cerchio magico", di Curzio Maltese

«Ma Maroni che fa, cosa aspetta a prendere il partito?». Il giorno dopo l’impossibile, la contestazione aperta a Umberto Bossi nella sua Varese, gli animi della base leghista sono tutt’altro che rasserenati. Troncare, sopire è la manzoniana parola d’ordine. Radio Padania l’ha presa alla lettera e da due giorni chiude i microfoni in faccia ai militanti che vogliono discutere soltanto dello strano caso di Maurilio Canton. L’unico politico del mondo a essere elettoa una carica, segretario provinciale della Lega a Varese, senza nemmeno prendere la parola durante il congresso, per paura di contestazioni. La scusa dei minzolini in salsa verde è imbarazzata e imbarazzante: «Qui si discute di politica nazionale e non di beghe di provincia». A parte che la provincia sarebbe Varese, la culla del movimento, che cosa c’è di più importante da discutere dei fischi al Senatur? Nella storia della Lega tre sono le date decisive, dicono gli esperti. Il 12 aprile 1984, data di nascita davanti a un notaio di Varese. L’11 marzo 2004, il giorno dell’ictus di Umberto Bossi. E il …

"Un cerotto adesso non basta", di Stefano Folli

Non era mai accaduto, a memoria, che il Rendiconto generale dello Stato, ossia il bilancio consuntivo, fosse bocciato dal Parlamento. Ieri l’articolo 1 è caduto per un voto, in un contesto clamoroso e carico di simbologie: il premier che ha appena votato, evento raro per lui; il ministro dell’Economia che invece resta fuori dell’aula; Umberto Bossi, stampella ufficiale dell’esecutivo, che non fa in tempo ad arrivare; altri assenti che invece sono da annoverare fra i nemici di Tremonti e della Lega. Da tempo ci si chiedeva quando e come sarebbe risuonato il colpo di pistola di Sarajevo; ossia quando si sarebbe verificato l’episodio in grado di far saltare i consunti equilibri della legislatura. Ora la domanda è: il voto mancato di ieri sera è la pistola di Sarajevo per il governo Berlusconi? Forse non lo è, se dallo smacco ci si aspetta che derivino le dimissioni automatiche e immediate di Berlusconi, come ovviamente reclama l’opposizione e come sostengono alcuni costituzionalisti (e così senza dubbio sarebbe avvenuto ai tempi della Prima Repubblica). Ma quel segnale può …

"Un buco da 20 miliardi", di Maria Cecilia Guerra

La concitata estate dei provvedimenti di politica economica del governo ha portato a un risultato paradossale: la legge delega di riforma fiscale, pensata come strumento per rilanciare la politica della maggioranza, è diventata lo strumento per reperire i 20 miliardi che ancora mancanoper raggiungere l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013. Venti miliardi che, è bene sottolinearlo, contano per più di un terzo dell’intera manovra costruita con i decreti di luglio e agosto. La forte contraddizione che si è venuta a creare fra l’obiettivo di uno sgravio fiscale e quello del pareggio di bilancio è stata sottolineata con assoluta chiarezza nell’audizione ieri della Corte dei Conti, nella figura del suo presidente, alla Commissione Finanze della Camera. La Corte sottolinea, in particolare, come i mezzi di copertura che erano stati originariamente pensati per finanziare la riduzione delle imposte sui fattori produttivi, e da cui ora dovrebbero scaturire anche i 20 miliardi che mancano all’appello, siano «incerti, limitati e talora superati dagli eventi». Sono superati, in tutto o in parte, perché già utilizzati a copertura delle manovre …

"I padroni dell'Europa", di Barbara Spinelli

Per le indicazioni molto dettagliate che contiene, la lettera che Trichete Draghi hanno inviato al governo italiano conferma quel che alcuni hanno detto: l’Italia di fatto è governata da autorità sovranazionali non elette, che non devono render conto davanti ai cittadini. Pur non appartenendo a un partito, non sono autorità tecniche: fanno politica in senso pieno, governano i conflitti della pòlis constatando che è malgovernata. Èun rapporto feudale che viene instaurato: il vassallo inadempiente è salvato dal vero sovrano, e in cambio gli giura obbedienza e restringe le proprie libertà. Di primo acchito sembrerebbe che solo così possa nascere un’Europa politica, potente mondialmente. Ma le cose sono più ambigue, torbide. Uno Stato corroso come il nostro, manomesso da un premier che lo scardina privatizzando il bene pubblico, non fa nascere l’Europa ma la snatura. A nulla serve che gridi contro il duopolio franco-tedesco; non lo udranno. Il caso Italia dovrebbe far riflettere l’Unione, perché crea un precedente grave: se un organo federale di natura tecnica interviene con pesantezza inusitata su un Paese membro,è perché ha …

" Fincantieri, niente lavoro a Sestri. E scoppia la rabbia degli operai", di Massimo Franchi

Alle due del pomeriggio Giulio Troccoli, Rsu Fiom, è il primo sindacalista ad uscire dalla porta laterale del ministero dello Sviluppo economico. Corre, i suoi baffi bianchi si sollevano: «Non c’è niente, non c’è lavoro, da domani occupiamo il cantiere», urla a squarciagola. Ce l’ha con gli altri sindacati, rei di non aver aperto bocca mentre l’ad di Fincantieri Giuseppe Bono e il ministro Paolo Romani «si vendevano » come grande risultato il via libera al finanziamento per il ribaltamento a mare del cantiere (50 milioni sbloccati finalmente da Tremonti, gli altri 20 li anticiperà l’autorità portuale) e la convocazione per il 9 novembre (ma il ministero non ha ancora fissato la data) di un tavolo nazionale per un nuovo piano industriale del gruppo. Troccoli è una vera autorità nel settore. Ha già vissuto la chiusura dei cantieri di riparazione Oarn di Genova. E non vuole riviverla. Sestri Ponente ieri si è sdoppiata. A Roma sotto il ministero una cinquantina di operai teneva costantemente informati i compagni che su a Genova presidiavano il cantiere. Quel …