"La pace è donna il Nobel a tre africane", di Adriano Sofri
La gente di una certa età (di un´età certa) ricorda senz´altro quella geografia dei continenti attraverso l´età delle donne, che cominciava con l´Africa: “La donna a vent´anni è come l´Africa: semi-inesplorata”. (E poi, per esempio: “A 50 anni è come l´Europa: tutta una rovina”). Era una porcheria che passava per lo più inosservata, e lo fa ancora. L´idea che associava l´Africa a giovinezza e femminilità (comprese le espressioni più o meno inavvertitamente coloniali, “il continente vergine”) ha resistito, direi, ma va prendendo un ben altro senso. Così ieri il premio Nobel per la pace è andato a tre donne africane. Solo quindici giorni fa era morta a Nairobi Wangari Maathai, Nobel per la pace 2004, biologa e fondatrice del Green Belt Movement, impegnata soprattutto nella lotta contro la deforestazione. È come se donne, e africane, si passassero il testimone. Tre donne africane: ce n´è abbastanza per sentire aria di correttezza politica. Vorrei appunto scrivere un elogio del comitato norvegese (cui è riservato il Nobel per la pace) e della correttezza politica. La quale è stucchevole, …
