Anno: 2011

"I ragazzi sedotti dal presente", di Michele Serra

Allo scritto di italiano della maturità quasi la metà degli studenti, il 43 per cento, ha scelto di svolgere il tema sul cibo, che tra i documenti di sostegno comprendeva anche un dialogo (non facile, e irto di implicazioni politiche ed economiche) tra Carlo Petrini e Jeremy Rifkin uscito su questo giornale. Certo, l´argomento è di quelli che soccorrono chi non abbia voglia o preparazione bastanti per affrontare temi più specifici (per esempio quello su Enrico Fermi): qualche cosa di decente, a proposito del rapporto tra uomini e cibo, si può sempre improvvisare. Ma fino a pochi anni fa, probabilmente anche il cibo sarebbe apparso un tema “specifico”, tecnico-scientifico. Mentre il successo quasi plebiscitario di quel tema tra i ragazzi italiani di oggi lascia intendere una lettura ben più vastamente sociale e culturale del termine “alimentazione”. Ne sarà felice Petrini, che su quel campo si batte, da molti anni, come un leone. E forse non è del tutto illecito mettere in relazione la popolarità di questo tema tra gli studenti italiani con il travolgente successo …

"In Italia 800.000 studenti lasciano i banchi prima del tempo", da La Tecnica della Scuola

Secondo dei dati ufficiali, emessi il 21 giugno dall’associazione “Save The Children, si tratta del 18,8% della popolazione fra i 18 e i 24 anni. I tassi di dispersione più elevati in Sardegna e Sicilia. A Roma avviato il progetto pilota “In-Contro”. Prima o poi i limiti della scuola italiana si abbattono sull’anello più debole del sistema, gli studenti in difficoltà: basta dire che in Italia ancora di recente si contavano 800.000 giovani, di cui il 60% maschi, alle prese con l’esperienza di abbandono scolastico precoce. Il preludio di questo processo sarebbero le ripetute bocciature, la frequenza discontinua, i cambi di classe o di scuola. Tutte spie che portano poi ad abbandonare la scuola superiore e qualsiasi opportunità di formazione, anche professionale. Secondo dei dati ufficiali, emessi il 21 giugno dall’associazione “Save The Children, si tratta del 18,8% della popolazione fra i 18 e i 24 anni. “Una percentuale – ha commentato l’associazione – che ci pone a quasi 9 punti di distanza dall`obiettivo del 10% di tasso di abbandono scolastico stabilito nella Strategia Europa …

"A sinistra è l’ora di decidere", di Federico Geremicca

La crisi lenta ma inesorabile dell’attuale maggioranza – e il conseguente calo di consensi nel Paese – è infatti solo uno degli «ingredienti» necessari affinché la coalizione di centrosinistra possa puntare a vincere le prossime elezioni: l’altro, in tutta evidenza, sta nella credibilità dell’alternativa proposta. E su questo, la strada da fare pare ancora lunga. Un paio di giorni fa, un sondaggio Ipsos ha confermato con evidenza come le cose stiano precisamente così: giudizio negativo sul governo, fiducia in Berlusconi ai minimi, il Pd che supera il Pdl ma ben il 60% degli interpellati che giudica «non credibile» l’alternativa di governo rappresentata dalle opposizioni. Come fare, allora, a convincere gli elettori che il «nuovo» centrosinistra non pensa minimamente di riproporre l’indimenticata esperienza dell’Unione, che tanto condizionò (e poi affondò) l’ultimo governo di Romano Prodi? Intanto, evidentemente, fissando paletti che limitino l’alleanza a partiti realmente omogenei tra loro; quindi – e di conseguenza – lavorando a un programma che non ricordi nemmeno da lontano le 280 pagine di bizantinismi che in campagna elettorale costarono non pochi …

Di Pietro a sorpresa: "la minoranza non è solo di sinistra", di Fabio Martini

L’incipit di Tonino è una sviolinata che incuriosisce anche Berlusconi. Il premier alza gli occhi dalle sue carte e sogguarda Di Pietro, che esordisce così: «Signor Presidente del Consiglio, innanzitutto la ringrazio per ascoltare questa volta anche la voce dell`opposizione», «ho seguito con attenzione il suo intervento, lei ha tracciato alcune fotografie che sono un dato di fatto…». Proprio così: alle sei della sera del 22 giugno 2011, in piena aula di Montecitorio, il lapidario Antonio Di Pietro sembra essersi trasformato in monsignor della Casa, con espressioni da galateo: la ringrazio, l`ho ascoltata con attenzione. Quello che sta parlando nel dibattito sulla verifica di governo è lo stesso Di Pietro che non molto tempo fa aveva etichettato Berlusconi come una reincarnazione di «Hitler». Per qualche minuto i deputati di tutti i gruppi, si chiedono dove diavolo stia andando a parare Di Pietro. Tanto più che, qualche minuto prima, avevano tutti assistito ad una scenetta spiazzante: nell`emiciclo Berlusconi si era avvicinato all`ex pm e i due eterni duellanti avevano parlottato assieme per un po’. Ma ora …

"Tagliare è un obbligo, sulla scuola un delitto", di Maurizio Ferrera

La crisi greca sta mettendo a dura prova la tenuta dell’Unione Europea. Il pericolo immediato è il default del debito sovrano di Atene. Ma la vera sfida è più generale e riguarda tutti: come conciliare stabilità delle finanze pubbliche, crescita economica e coesione sociale dopo la grande crisi? La nuova architettura di governance messa a punto negli ultimi mesi affida la gestione della stabilità alle autorità sovranazionali, in base a regole molto stringenti. Crescita e coesione restano invece di competenza dei governi, sostenuti in modo soft dalla cosiddetta strategia Ue-2020. Sulla carta, nulla da eccepire. Nei fatti però questa architettura sta producendo tensioni sempre più forti. La conciliazione fra i tre obiettivi può funzionare bene solo in Germania e nei Paesi nordici. Qui la crisi sembra ormai acqua passata, il suo impatto sociale è stato assorbito dal welfare e l’economia ha ricominciato a tirare. Portogallo, Irlanda, Grecia, e (in parte) la Spagna si trovano all’estremo opposto: per i quattro «pigs» (l’acronimo spregiativo che in inglese significa maiali) il recupero della stabilità è un insidioso percorso …

"In pensione a 65 anni? Donne italiane spremute come limoni", di Vittoria Franco

Nel suo ultimo rapporto come governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi è tornato a ribadire un concetto ormai condiviso da tutti gli studiosi di economia: la marginalità delle donne nel mercato del lavoro, nelle carriere, nei luoghi decisionali è un elemento di arretratezza; è una carta non spesa per lo sviluppo del Paese. Il governatore continua a essere inascoltato, come inascoltati sono altri soggetti politici e sociali che sostengono la medesima posizione. La domanda allora è: se promuovere il lavoro femminile è una carta di riserva così importante per far sviluppare il Paese, perché essa non viene giocata? E anzi, al contrario, le donne vengono ricacciate in casa oppure spremute fino all’impossibile, mentre passa solo ciò che è punitivo nei loro confronti e ciò che serve a promuoverle procede lentamente o viene boicottato? Non è facile rispondere a questa domanda. Sicuramente scontiamo una cultura tradizionale familistica, basata sulla divisione naturale dei ruoli. Ma oggi questa spiegazione storico – culturale non basta più. Si tratta invece di una scelta politica strategica che la destra ha fatto …

"Le liberalizzazioni perdute", di Tito Boeri

Nessuna liberalizzazione in questa legislatura, nessuna nemmeno all´orizzonte perché ormai sono state derubricate dall´agenda politica. Tutte occasioni perse per fare ripartire il nostro Paese. Per farlo ripartire con interventi a costo zero per le casse dello Stato. La relazione alla Camera di fine mandato del presidente Antitrust, Antonio Catricalà, è un pesante atto d´accusa contro il Governo che non ha mai dato forza di legge alle indicazioni dell´Autorità, come si era impegnato a fare a inizio legislatura, quando aveva introdotto nel nostro ordinamento la legge annuale per la concorrenza. È stata una delle tante operazioni di facciata, uno dei tanti annunci seguiti dal vuoto pneumatico, dato che la prima legge sulla concorrenza non ha ancora visto la luce a più di un anno dal termine ultimo per la sua presentazione. E la bozza che circola, secondo Catricalà, «disattende molte delle indicazioni dell´Autorità» da lui presieduta. Dell´esistenza di autorità indipendenti rischiamo di accorgerci solo una volta all´anno, in occasione di queste requisitorie. Saranno “prediche inutili” fin quando avremo autorità di regolamentazione dei mercati che possono solo …