Anno: 2011

"Per le opposizioni la partita non finisce", di Rudy Francesco Calvo

E ora? La tempistica scelta da Berlusconi complica l’ipotesi di un governo di larghe intese. Ora le opposizioni garantiranno una rapida approvazione della legge di stabilità, per accelerare il più possibile le dimissioni del governo. «Certo, non sarà la nostra manovra, ma non possiamo fare altro», spiegano fonti parlamentari democrat. Poi si apre una pagina bianca, tutta da scrivere, checché ne pensi Berlusconi. Pd, Idv e Terzo polo hanno proceduto finora di pari passo e così faranno anche in quelli che si preannunciano come gli ultimi giorni del ventennio berlusconiano. A imporlo sono, da una parte, i mercati e, dall’altra, il capo dello stato: il maxiemendamento (ancora inesistente) contenente le misure anti-crisi imposte dall’Ue arriverà in aula al senato martedì prossimo, senza lo scudo della fiducia e senza le barricate delle opposizioni. Tempo pochi giorni e il testo passerà alla camera, dove sarà approvato in via definitiva con pari trattamento. I più ottimisti fissano così già alla fine della prossima settimana le dimissioni di Berlusconi, più realisticamente si dovrà attendere quella successiva, attorno al 23 …

"Prevenzione sul lavoro, per non piangere dopo", di Claudio Stanzani

Oggi a Roma la Conferenza nazionale del Pd su salute e sicurezza. Sempre, dopo un grave incidente sul lavoro, come di recente a Barletta, quando ancora è forte il dolore per le vittime e la rabbia dei tanti che invocano sanzioni esemplari per i colpevoli, un poco alla volta il silenzio e la rassegnazione riprendono il loro posto nei media, nelle parti sociali e nella politica. Fino alla volta successiva. E ancora una volta le domande restano senza risposte se non, forse, nei dibattiti delle aule giudiziarie. Perché quei lavoratori erano entrati senza protezione in quel cassone? Perché altri senza formazione erano addetti a lavorazioni ad alto rischio? Perché in quel territorio nessuna sapeva di quelle aziende illegali e di quei lavoratori immigrati in nero? Perché non si aiutano le piccole aziende a stare sul mercato in modo da garantire lavoro e sicurezza? Perché qualcuno continua a considerare la tutela della salute e la sicurezza dei lavoratori solo un costo? Perché? Il compito della politica è quello di non far cadere queste domande e ricordare …

"PDL e Lega bocciano i fondi per l'editoria", di Roberto Monteforte

Maggioranza e governo nella commissione Bilancio del Senato hanno bocciato l’emendamento presentato dai senatori del Pd Lusi e Vita con i quali si restituivano al Fondo per l’editoria i 75 milioni di euro tagliati questa estate. L’emendamento si poneva l’obiettivo di garantire le risorse necessarie per assicurare l’esistenza a quel centinaio di quelle testate non profit, cooperative, di partito e di idee che non rispondono alle logiche del mercato e che rischiano seriamente di chiudere alla fine dell’anno. Sollecitato dai direttori di queste testate il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nei giorni scorsi aveva lanciato un appello al governo e alle forze politiche affinché venisse tutelato il pluralismo nel nostro paese. Aveva auspicato che, in un quadro di forte rigore nei criteri di assegnazione del finanziamento pubblico, fossero garantita l’esistenza a realtà editoriale significative per la storia sociale e politica del nostro paese. A rischio sono testate come il Manifesto, Avvenire, Europa, l’Unità, il Secolo d’Italia, il Riformista, sino a Salvagente, a Rassegna sindacale, ai settimanali diocesani, che danno voce all’Italia dei «territori». L’appello del …

"Il Grande dissipatore", di Filippo Ceccarelli

Esiste un certo numero di fatti, documenti e testimonianze che sconsiglierebbero di stringere accordi con Berlusconi. La sua parola non è esattamente da considerarsi la più sincera, la più certa, la più affidabile in circolazione. Ma ieri sera egli ha «preso atto» – espressione per lui del tutto inusuale – di non avere più una maggioranza. E dopo aver gettato un pensiero ai guai della situazione economica e all´attacco dei mercati, in verità già piuttosto gravi diversi mesi orsono, ha finalmente detto quello che rende questo 8 novembre una data per tanti versi rimarchevole: mi dimetto. Fino a prova contraria. Le dimissioni infatti non rientrano nel suo abito mentale. Almeno due volte nella storia egli ha promesso un passo indietro; e anche di recente giochicchia con questa storiella che lui si è scocciato, ha ormai una specie di successore e vuole fare «il padre nobile». Quando si hanno tantissimi soldi, un´adeguata dotazione di giornali e tv e un´abbondanza di furbizia è molto difficile passare per bugiardo matricolato. Ma era una verità matematica che aveva trionfato …

L’Ue non si fida più «Italia, necessarie misure aggiuntive», di Marco Mongiello

L’Ue è fortemente preoccupata per la crisi italiana. In una lettera inviata venerdì si chiedono spiegazioni e si avanza la possibilità che servano «misure aggiuntive» per superare la crisi. Allarme per lo spread. «La situazione economica e finanziaria dell’Italia è molto preoccupante» e le risposte «sulle misure da attuare devono arrivare il prima possibile con questo o con un altro governo». Alla fine di una lunga e convulsa giornata di riunioni a Bruxelles è questa la conclusione a cui è arrivato il commissario Ue agli Affari economici e monetari Olli Rehn, che ieri ha fatto partire d’urgenza la missione di monitoraggio dell’Italia. Secondo gli esperti della Commissione europea inoltre la manovra di bilancio approvata quest’estate non è sufficiente. In un questionario inviato venerdì per chiedere dettagli sulle riforme promesse da Berlusconi i funzionari dell’Ue hanno scritto che «nell’attuale contesto economico la strategia di bilancio pianificata non assicura il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013» e quindi «saranno necessarie misure aggiuntive per raggiungere gli obiettivi per il2012 e il 2013». Al momento la richiesta di …

"Cala il sipario sul Truman Show", di Barbara Spinelli

Ci sono due scene, nel fine regno di Berlusconi, che dicono la sua caduta con crudezza inaudita: più ancora del voto del rendiconto dello Stato che ha attestato, ieri, lo svanire della maggioranza. Ambedue le scene avvengono fuori Italia, trasmesse dal mezzo che Berlusconi per decenni ha brandito come scettro: la tv. La prima è il riso di Sarkozy e Merkel, quando una giornalista chiede se Roma sia affidabile. È l´equivalente del lancio di monete su Craxi: un´uccisione politica. La seconda scena è del 4 novembre, dopo il G20 a Cannes, e forse è quella che parla di più. Con volto tirato, stupito, il Premier ripete che di crisi non c´è traccia, che «per una moda passeggera» i mercati s´avventano sul nostro debito sovrano: «Noi siamo veramente un´economia forte, la terza economia europea, la settima economia del mondo… la vita in Italia è la vita di un Paese benestante, in tutte le occasioni questo si dimostra… i consumi non sono diminuiti, i ristoranti sono pieni, con fatica si riesce a prenotare posti negli aerei, i …

"Senza B", di Massimo Gramellini

Se penso a un’Italia senza B, immagino un brigadiere che si addormenta mentre intercetta le telefonate fra il professor Monti e Mario Draghi. Oh, mica voglio un’Italia di banchieri. Ma un po’ grigia e barbosa, sì. Non moralista, morale. Che per qualche tempo si metta a dieta di barzellette, volgarità, ostentazioni d’ignoranza. Dove l’ottimismo non sia la premessa di una truffa, ma la conseguenza di uno sforzo comune. Un’Italia solare, anche nell’energia. Con meno politici e più politica. Meno discorsi da bar e più coerenza fra parole e gesti. Una democrazia sana e contenta di sé, che la smetta di prendere sbandate per gli uomini della provvidenza e si ricordi di essere viva ogni giorno e non solo una volta ogni cinque anni per mettere una crocetta su una scheda compilata da altri. Un’Italia di politici che non parlano di magistrati, ma coi magistrati (se imputati). E di magistrati che parlano con le sentenze e non nei congressi di partito. Di federalisti che non fanno rima con razzisti. Un Paese allegro e però serio. Capace …