Anno: 2011

"L'altro italiano", di Massimo Gramellini

Ma è davvero italiano? mi chiedeva con malizioso candore un collega straniero a proposito di Mario Draghi. E già: parrà impossibile a chi trova più comodo rappresentarci tutti come macchiette, ma anche Mario Draghi è italiano. L’altro. Quello che sa di cosa parla e che parla solo di ciò che sa. Quello che non cerca immediatamente di trasformarti in suo complice. E che sta sempre attento a non attirare l’attenzione, tanto che molti ne ignorano l’esistenza. Eppure c’è. Nelle imprese, nei mestieri, nelle università (straniere, di solito): dappertutto, tranne che in politica, perché i politici non lo metterebbero in lista e gli elettori emotivi non lo voterebbero mai. L’altro italiano non è un santo (Draghi, per esempio, ha lavorato da Goldman & Sachs, cattedrale della finanza che non dà molti punti per il concorso di santità). Ma è una persona affidabile e la sua serietà non gli impedisce di essere creativo. Di svolgere, nella scacchiera del mondo, la parte del cavallo: mentre le altre pedine si muovono sui sentieri dell’ovvio – orizzontale e verticale lui …

"La frana che travolge il muro di Arcore", di Curzio Maltese

Nel finale di partita quasi tutti i regimi, per quanto grotteschi, ritrovano una compostezza a volte tragica. Non è il caso del berlusconismo, che a un passo dal congedo conserva una prorompente carica di buffoneria. Il premier è sbarcato al G20 di Cannes come fosse per il festival del cinema, distribuendo sorrisi e ottimismo. Accanto a lui, un ministro dell´Economia ormai commissariato, Giulio Tremonti, che esibiva la faccia mesta dell´ostaggio. Questa la coppia in missione di fiducia per conto del paese, al cospetto dei potenti della terra. In conferenza stampa Nicholas Sarkozy ha espresso, stavolta senza risolini, un aperto e sereno scetticismo sulle promesse del premier italiano e rinviato ogni commento a quando (e se) saranno tradotte in provvedimenti concreti. Nel frattempo a Roma prosegue la fuga dal Titanic della maggioranza, la frana che travolge il muro di Arcore. Altri due parlamentari del Pdl hanno afferrato la ciambella di salvataggio dell´Udc, tre sedicenti responsabili sono saliti sulle scialuppe del gruppo misto. Dopo un anno di campagna acquisti e allegra fiera delle poltrone, Berlusconi si ritrova …

"Leopolda, sì al dibattito ma un leader deve unire ", di Donata Lenzi*

Raccolgo l’invito di Pasquino di esprimersi sulla Leopolda. Intanto il Pd bolognese è diverso dal monolite che si rappresenta. La mozione Bersani ha superato di poco il 50% e solo 3 parlamentari, su 8, l’hanno sostenuta. Il segretario provinciale è stato scelto da una maggioranza trasversale non riconducibile a mozioni nazionali con una opposizione interna che per provenienza dall’arcipelago cattolico è naturalmente orientata verso Renzi. È un partito che ha ancora bisogno di discutere nel merito, ma che non intende buttare il passato a mare. Sono convinta che Renzi non vada né scomunicato, né abbracciato a prescindere. Gli va chiesto, visto che si candida per la leadership, cosa farebbe ora, mentre la crisi ci aggredisce e il capo di governo non molla. Conosco la proposta di Bersani e delle opposizioni che, grazie a lui per la prima volta, si coordinano: via il capo di governo screditato e governo tecnico, o elezioni. Delle cento proposte di Renzi molte sono nei documenti del Pd, ne ho contate 37 per le quali esistono identiche proposte del gruppo: dalla …

"Roma, aggrediti giovani Pd: stavano affiggendo manifesti", da unita.it

Il capogruppo del Pd di un municipio romano e altri quattro militanti sono stati malmenati da alcuni giovani la scorsa notte «mentre erano intenti ad affiggere manifesti a sostegno del recupero dei beni confiscati sottratti alla mafia». A denunciarlo è Umberto Marroni, capogruppo Pd in Campidoglio. «Un vero e proprio agguato quello di questa notte che ha visto protagoniste una decine di persone, dalle prime indiscrezioni vicine a movimenti di estrema destra -spiega Marroni- L’aggressione a dei militanti è una vera e propria aggressione alla democrazia per questo mi auguro che si faccia sentire forte e chiara la voce di condanna da parte delle istituzioni e di tutte le forze politiche. Chiediamo infine che venga fatta piena luce sulla vicenda». «Erano armati di bastoni e mazze e ci hanno picchiato», racconta una delle vittime. «Eravamo in cinque, io e altri quattro ragazzi appartenenti ai Giovani Democratici del IV Municipio e siamo stati aggrediti da una dozzina di persone mentre attaccavano manifesti contro la mafia», ricorda Marchionne. I militanti del Pd aggrediti hanno riportato lievi ferite …

"La maggioranza perde ancora pezzi due deputati del Pdl in fuga verso l'Udc", da repubblica.it

Alessio Bonciani e Ida D’Ippolito lasciano il partito del premier per passare con Casini. Pippo Gianni, ex Responsabili, annuncia: “All’80% voto contro la fiducia sulle misure anticrisi”. Tre parlamentari di Popolo e Territorio tornano nel gruppo Misto: “Ma restiamo fedeli a Silvio”. Il centrodestra torna a quota 314. E Storace tuona contro chi cambia partito: “Meriterebbero di essere fucilati alla schiena”. La parlamentare Ida D’Ippolito passa dal Pdl all’Udc . Con il passare delle ore i “maldipancia” della maggioranza si stanno trasformando in vere e proprie coliche. Dopo le manovre degli “scajoliani”, i malumori dell’area che fa riferimento a Beppe Pisanu, i distinguo di un fedelissimo come Paniz e la lettera dei sei “frondisti” 1 , lo stillicidio di prese di distanza da Silvio Berlusconi è proseguito anche oggi. A nulla sono servite la decisione del premier di porre la fiducia 2 sul maxiemendamento al ddl Stabilità 3 e l’ottimismo del segretario Angelino Alfano secondo cui “si risolverà tutto” perché gli scontenti “non sono usciti ma hanno posto questioni politiche che valuteremo con attenzione”. Due …

"Lega, emorragia di consensi", di Roberto D'Alimonte

E adesso la Lega Nord cosa farà ? Con i mercati che chiedono misure sempre più incisive per affrontare il problema del debito e della crescita lo spazio di manovra del Carroccio si sta restringendo pericolosamente. Lo stare al governo non è più una opportunità ma è diventato un fardello oneroso in termini politici. Gli ultimi dati di sondaggio confermano che continua, e anzi si sta accentuando, la perdita di consensi. Sono passati meno di due anni dalle ultime elezioni regionali che hanno visto un grande successo del Carroccio ma quel tempo sembra oggi molto lontano. Allora la Lega Nord arrivò al 12,3% dei voti nel complesso delle tredici regioni in cui si è votato. Ma nelle due maggiori regioni del Nord-Est, Lombardia e Veneto, il Carroccio è arrivato al 29,3% contro il 29,4% del Pdl. Per soli 4.332 voti il partito di Bossi non è riuscito a diventare il primo partito del Lombardo-Veneto. Il sorpasso sul Pdl le è invece riuscito in Veneto dove ha ottenuto il 35,2% contro il 24,8% del Pdl. Il …