Anno: 2013

"Grazie, non dimenticheremo (e una notizia che purtroppo non fa notizia)", di Manuela Ghizzoni

Oggi è il 19 maggio. E’ passato un anno dalla prima, terribile scossa delle 4 del mattino del 20 maggio. E oggi, nei comuni di Finale Emilia, Mirandola e San Felice si svolgono tre iniziative per “ricordare e ringraziare”. Contrariamente alle mie previsioni, non potrò partecipare (ci si ammala, a volte…) e me ne rammarico molto perché con tutto il cuore avrei voluto stare con chi – più direttamente di me – ha subito la violenza del terremoto, avrei voluto insieme a loro ricordare le vittime, troppe, e avrei voluto unirmi al ringraziamento per tutti coloro – e sono stati tantissimi – i quali ci hanno portato un aiuto e ci hanno offerto un gesto di umanità. Di strada, da quel 20 maggio, ne abbiamo fatta tanta, ma siamo tutti consapevoli che per la ricostruzione ancora più lungo è il tratto che dobbiamo ancora compiere: e non per tornare ad essere quello che eravamo prima, dato che nulla sarà più come prima, ma per essere qualcosa di meglio, di più coeso, di più sicuro, di …

"Un anno d’inferno ma l’Emilia è rinata", di Gigi Marcucci

Un anno dopo, ma ancora per pochi giorni, l’ufficio del sindaco è sempre nel minuscolo gabinetto di un asilo nido, dove due piccolissimi water-closet sono stati per decoro coperti con scatole di cartone. Il consiglio comunale si riunisce invece in una «ludo-tenda», d’inverno riscaldata con soldi arrivati dal Canada. Dodici mesi sono trascorsi dalla prima scossa, quella che divorò centri storici e si portò via fabbriche e le vite di molti operai tra Modena e Ferrara. Ma quello di Luisa Turci, sindaco di Novi, non è un lamento che si innalza da Cratere, come fu ribattezzata questa porzione di Emilia devastata dal terremoto. Semmai è una riflessione. «Il tempo è un nostro alleato, una fonte inesauribile di opportunità», dice il sindaco. Qui nessuno ha mai parlato di new town, cattedrali da costruire nella voragine, e poi magari da sgomberare perché edificate con materiali di scarto. Roba buona al massimo per qualche campagna elettorale. L’imperativo è recuperare, secondo una scala di priorità: prima i servizi e le scuole, ora ricavate in edifici temporanei, e un tetto …

"Ora una legge quadro sulle emergenze", di Claudio Broglia

A un anno dal sisma siamo già nella fase della ricostruzione. Le due leggi nazionali, combinate con la legge regionale per la ricostruzione hanno consentito al commissario Errani di emanare le ordinanze, sempre concertate con enti locali, imprese, professionisti, che hanno prodotto risultati tangibili, rispondendo a tre principi fondamentali: la legalità, la trasparenza, e il controllo delle spese. E queste regole sono state via via meglio esplicitate e rese più chiare, tenendo conto delle novità legislative e dell’esperienza, in un rapporto chiaro e determinato con il governo e la collaborazione del Parlamento. Ed è questa collaborazione che dobbiamo consolidare e rinsaldare maggiormente proprio ora, perché abbiamo bisogno che l’Emilia riparta, perché se non riparte l’Emilia non riparte l’Italia. Avvertiamo per questo la necessità che il governo si muova con celerità. La prima urgenza che poniamo oggi è la proroga dello stato d’emergenza di imminente scadenza nell’area del sisma, che noi chiediamo sia allungata fino al 31 dicembre 2014. Fondamentale per accompagnare la ricostruzione, senza lasciare indietro nessuno. La seconda urgenza è consentire a cittadini e …

"Tutte le strade portano a scuola", di Marco Lodoli

Il tragitto tra casa e scuola, cento metri o chilometri, in una città tranquilla o in un paesaggio difficile, per ogni ragazzino è comunque un viaggio meraviglioso. Noi italiani siamo purtroppo spaventati da tutto, vediamo a ogni angolo siringhe e pedofili, temiamo la furia delle macchine e i rapimenti, la nostra immaginazione si è distorta e le preoccupazioni hanno spazzato via ogni fiducia, così imbacucchiamo i nostri figli, portiamo giù per le scale del palazzo i loro zaini perché sono troppo pesanti, e poi quasi sempre si sale in macchina per fare prima, perché è sempre tardi, perché quel viaggio è un puro e semplice spostamento. Pensiamo che in ogni bambino c’è un Pinocchio, pronto a deviare dal suo tragitto obbligato verso scuola e a imboccare le traverse oscure del rischio, della disobbedienza, della catastrofe. Così facendo, neghiamo ai nostri figli un’esperienza formativa, quel senso di libertà che educa lo sguardo, il ritmo dei passi, la responsabilità. Eppure il bambino sa che deve andare a scuola, lo sa e in fondo gli piace, quello è …

"Metà della ricchezza dell’Italia è in mano al 10% delle famiglie", da La Stampa

Studio della Cgil sui salari 2012: crescono le disuguaglianze sociali. Cresce e si divarica sempre più la forbice delle disuguaglianze sociali. Il 10% delle famiglie italiane detiene poco meno della metà (47%) della ricchezza totale. Il resto (53%) è suddiviso tra il 90% delle famiglie. Lo segnala la Fisac Cgil, sulla base di uno studio sui salari nel 2012. Una differenza che diventa macroscopica mettendo a confronto il compenso medio di un lavoratore dipendente e quello di un top manager: nel 2012 il rapporto è stato di 1 a 64 nel settore del credito, di 1 a 163 nel resto del campo economico. Nel 1970, sempre secondo lo studio del sindacato del credito della Cgil, tale rapporto era di 1 a 20. «Qui c’è la vera ingiustizia» commenta il segretario generale della Fisac Agostino Megale. In pratica, in 4 anni, dal 2009 al 2012, un lavoratore in media ha percepito 104 mila euro di salario lordi. Un amministratore delegato (dati riferiti ai primi 10 gruppi per capitalizzazione a piazza Affari), nella media dei 4 anni, …

"La proposta rivoluzionaria di Hollande all'Europa", di Eugenio Scalfari

Riformisti o rivoluzionari? Questa domanda sta al centro del problema italiano ed europeo, ma può essere declinata in molti altri modi. Per esempio: socialisti o liberali? Progressisti o moderati? Di destra o di sinistra? Innovatori o conservatori? Sostenitori dei diritti o anche dei doveri? Spaccare la società in due è quasi sempre una semplificazione e semplificare i problemi complessi è quasi sempre un errore. Senza dire che bisogna analizzare con attenzione il significato delle parole. Se restiamo alla prima domanda che tutte le riassume, arriviamo alla conclusione che spesso una riforma fatta come le condizioni concrete richiedono può rappresentare una svolta radicale e quindi una rivoluzione; mentre accade altrettanto spesso che una rivoluzione che abbatta tutta l’architettura sociale preesistente spesso sbocca nel suo contrario, cioè in una dittatura. Ma applichiamo questa griglia di domande all’Europa di oggi e all’Italia chiamando in soccorso anche qualche esperienza storica che possa aiutarci a capire il presente col ricordo di un passato analogo e quindi attuale. La moneta unica europea è stata una riforma rivoluzionaria: ha reso impossibili le …

"Il Parlamento deformato", di Gianluigi Pellegrino

Ogni giorno che resta in vita il Porcellum è un giorno rubato alla democrazia. Ora è scolpito anche in una decisione della Corte suprema di Cassazione emessa in nome del popolo italiano. Ma gli alti giudici, nel provvedimento anticipato ieri da Liana Milella, hanno detto persino di più. L’attuale Parlamento è deformato nella sua composizione da una norma che nelle ultime elezioni ha dato i suoi frutti più velenosi. Il Pd e Sel non solo hanno avuto alla Camera un premio di maggioranza abnorme, ottenendo il 55 per cento dei seggi pur bocciati da più di due italiani su tre, ma poi si sono anche separati sciogliendo quella coalizione che aveva permesso di accedere al premio. Con Sel che è andata all’opposizione non condividendo un governo che forse è di necessità, ma certamente è in frontale contrasto con il voto chiesto agli elettori. Berlusconi dovrebbe lamentarsene se avesse minimamente a cuore non solo la democrazia ma anche il suo stesso partito. Ma lui pensa solo a se stesso e il Porcellum resta il sistema più …