Anno: 2013

"Il ricatto sul governo", di Claudio Sardo

L’Italia sta precipitando nel burrone della crisi economica e sociale. L’Istat ha appena certificato il Pil negativo per il settimo trimestre consecutivo: non era mai accaduto nel dopoguerra. E Berlusconi cosa fa? Èimpegnato nella guerra contro i giudici, tenta ancora a difendersi dai processi anziché nei processi, vuole condizionare, interdire, minacciare. Tutta l’Europa soffre, il nostro Paese però paga il prezzo più salato. Il governo Letta è nato per reagire, per rispondere allo stato di necessità, per evitare che i sacrifici compiuti durante la stagione dei «tecnici» siano sprecati. Due le priorità: il lavoro e le riforme. L’Italia ha bisogno di politiche non convenzionali per rimettere in moto lo sviluppo, e dunque l’occupazione. Anche la parola «priorità» non basta a descrivere l’emergenza: o il lavoro diventerà la vera «ossessione» di chi governa, oppure rischiamo il collasso della nostra civiltà. E per sostenere quest’impresa, è necessario finalmente chiudere il capitolo della seconda Repubblica, riconsegnando ai cittadini una democrazia funzionante, in cui gli elettori tornino a scegliere gli eletti e i governi tornino a decidere le cose …

"I no che noi donne dobbiamo dire", di Laura Boldrini

Ci sono almeno due concetti che potrebbero essere evitati nelle cronache ormai quotidiane sulla violenza contro le donne. Il primo è il concetto di “emergenza”. C’è infatti uno strano automatismo nel nostro Paese. Secondo il quale se episodi analoghi e gravi si ripetono con una certa frequenza vuol dire che si deve rispondere con una logica emergenziale. Ed invece nel bollettino quotidiano dell’orrore contro mogli, fidanzate o amanti c’è una violenza stratificata e con radici profonde. Più aumentano i casi, più si dovrebbe ragionare in termini di problema strutturale e quindi culturale. Il secondo concetto è quello di ‘raptus’, riportato spesso nei titoli dei giornali. Quando però si va a leggere il pezzo si capisce che di improvviso non c’è stato proprio nulla. Ciò che è stato definito “raptus” era invece un gesto ampiamente annunciato. Penso ad uno degli ultimi casi: Rosaria Aprea, ventenne di Caserta, ridotta in fin di vita da un fidanzato geloso fino all’ossessione. Stordita dall’anestesia, ha avuto la forza di indicare il suo compagno come l’autore di quella violenza. Lo stesso …

«Rendere più flessibile e aperto il percorso verso la pensione», di Massimo Franchi

«Dobbiamo correggere la riforma Fornero riportando nel sistema pensionistico elementi di flessibilità che consentano alle persone di scegliere quando lasciare il lavoro, permettendo ai giovani di sostituirli». Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera ha appena finito di presiedere la prima audizione del ministro Enrico Giovannini. Damiano, la sua proposta di legge prevede che con 35 anni di contributi si possa scegliere di andare in pensione dai 62 ai 70 anni, con un sistema bonus malus. Ce la illustra? «La riforma Fornero è troppo rigida e draconiana. Noi proponiamo che le persone possano scegliere il momento più opportuno per andare in pensione: con 35 anni di contributi e un assegno che sia almeno una volta e mezzo l’importo della pensione sociale, chi deciderà di andarci a 62 anni avrà una piccola penalizzazione dell’8 per cento che scala fino a 66 anni, età per cui si annulla. Ma prevediamo anche, per chi se lo può permettere, la possibilità di rimanere al lavoro oltre i 66 anni con un premio a salire fino all’8 per cento …

"Non scherzate sui pensionati", di Carla Cantone

Tognoli Calvi Maria. Un nome sicuramente sconosciuto ai più ma che in queste ore mi è tornato più volte alla mente. Maria è stata una lavoratrice bracciante e una staffetta Ha lottato da giovane per la libertà e l’emancipazione, quando era già anziana per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, per l’uguaglianza e per la democrazia. Era una pensionata che votava comunista, ed era colta anche se aveva solo la terza elementare. Maria era mia nonna. Di donne e uomini così nello Spi, in Cgil e nella società ce ne sono per fortuna sempre tantissimi. Per cui pretendo rispetto per tutti i pensionati e gli anziani di ieri e di oggi. Oppure qualcuno pensa che gli anziani da rispettare siano solo quelli che in politica, nella società, nelle arti e nei mestieri, in televisione e nel mondo della cultura hanno avuto e hanno un ruolo importante e di potere? Chi la pensa così si dovrebbe vergognare. Dico queste cose perché in questi giorni sento commenti sui pensionati e sullo Spi ingrati, stupidi, smemorati e …

"In terza media è il ceto a decidere che superiori farai", di Silvia Favasuli

In Italia il grado di istruzione dei genitori pesa ancora sulle scelte dei figli. Stella (tutti i nomi sono di fantasia ndr) ha 14 anni e siede a un banco della Scuola media Ardadia del Gratosoglio, estrema periferia Sud di Milano. «L’anno prossimo andrò al Liceo Scientifico. Mi piacciono matematica e scienza e da grande voglio lavorare come guardia parco, oppure veterinaria». La professoressa di Lettere Rosa Donatacci, che ha coordinato le attività di orientamento della scuola, spiega invece che il consiglio orientativo per Stella, mamma baby sitter a ore e papà impiegato con la licenza media, era diverso. «Noi insegnanti e la mamma di Stella avremmo preferito piuttosto un liceo delle scienze umane all’Agnesi. Stella è brava ma è anche molto empatica, e quella è la stessa scuola frequentata da sua madre». Nella classe della scuola media del Gratosoglio, su 16 ragazzi presenti, quasi tutti figli di operai, artigiani, casalinghe e commercianti, solo cinque frequenteranno l’anno prossimo lo scientifico, nessuno il classico, tre il linguistico, altri tre un istituto tecnico e cinque una scuola …

"L'Italia nella morsa della recessione PIL – 1,5% nel 2013", di Luigi Grassia

L’Europa ha cominciato il 2013 in recessione, lo confermano i dati ufficiali dell’Eurostat. A prima vista il calo del prodotto interno lordo non è traumatico: dopo il -0,6% dell’ultimo trimestre 2012 arriva il -0,2% del periodo gennaio-marzo. Quindi la recessione si fa meno pesante, a quanto sembra. Però il -0,2% è un regresso doppio di quello che si aspettavano gli analisti, e anche il -0,5% dell’Italia è più forte del previsto. Per il nostro Paese è il settimo calo trimestrale consecutivo e l’Istat calcola che la variazione acquisita per l’intero 2013 sia pari a un -1,5%. Inoltre c’è da registrare che entra ufficialmente in recessione un’economia grande come quella della Francia, finora immune, e persino la Germania di salva per il rotto della cuffia: la crescita trimestrale del suo Pil è appena dello 0,1% come dire che la ormai ex locomotiva tedesca non è più in grado di svolgere il tradizionale compito di traino della crescita degli altri Paesi. Il dato del Pil tedesco era atteso +0,3% ma si tenga presente che nell’ultimo trimestre del …

"La crisi aumenta la disuguaglianza reddito dei più poveri giù del 20% ", di Maurizio Ricci

Nella crisi più grave dal dopoguerra, anche i ricchi piangono. Ma, francamente, lacrimucce. Il disastro sociale – un disastro di cui solo ora cominciamo a intravedere le devastanti proporzioni – è altrove. Gli italiani stanno, infatti, pagando la crisi a seconda del portafoglio: di più, quanto più è piccolo. Uno tende a dimenticarselo, davanti alle statistiche: ma i consumi che si riducono (in media) del 4,5 per cento, il reddito che scende (in media) dell’1 per cento significano cose completamente diverse nei quartieri alti e in borgata. Non solo perché nei quartieri alti ci sono più riserve e c’è più superfluo da tagliare. Ma perché l’impatto è, effettivamente, minore. Ce lo ricorda l’Ocse, l’organizzazione che raccoglie i Paesi industriali. Fra il 2007 e il 2010, il reddito disponibile dei 5 milioni di italiani che costituiscono il 10 per cento più ricco del Paese, si è ridotto dell’1 per cento l’anno. Ma per i 5 milioni di italiani del 10 per cento più povero del Paese, dove la carne viva del bilancio familiare è già esposta, …