Anno: 2013

“Destinazione 34° parallelo qui dove si salvano i disperati”, di Andrea Malaguti

Il mare ha restituito un altro cadavere. È lì sotto. Gonfio. Bianchiccio. Gelatinoso. I pesci si sono mangiati il naso, le orecchie, un pezzo della bocca. E quello che rimane del volto è girato verso l’alto. Le braccia larghe come se fosse crocifisso. E attorno al corpo una macchia bluastra. Dall’elicottero è impossibile dire se sia una vittima del naufragio del 3 o dell’11 ottobre. L’ha avvistato il tenente di vascello Riccardo Chericoni, a tre miglia da Lampedusa. Adesso. Alle 11 di mattina. Ha identificato il punto e chiamato i soccorsi. È lui che pilota l’AB 212 che integra il lavoro del pattugliatore Vega, una delle cinque navi della marina militare impegnate nell’operazione «Mare Nostrum». Una barriera più umanitaria che difensiva pensata per contenere, come se fosse possibile, questa mattanza che dura da vent’anni. Chericoni ha detto: «C’è qualcosa laggiù». E si è abbassato evitando che le pale sollevassero un’onda. «Che cos’ è quella macchia blu, tenente?». «Il corpo che si sfalda. In un processo che si chiama saponificazione», ha risposto ai due giornalisti a …

“Il restyling del ceto medio”, di Nadia Urbinati

Le tensioni sociali che crescono nei Paesi europei, e sempre più fortemente in Italia, impongono una responsabile riflessione a politici e governanti sulla qualità e l’impatto delle loro scelte, sull’impossibilità di continuare con la politica delle misure contingenti. Spostare i libri sugli scaffali è un restyling che non basta a dare l’impressione che si cambi l’ordine delle cose. Sul fronte della diagnosi, politici e governanti devono interrogarsi sul peso che le loro scelte hanno e avranno sulla classe media, la cui sofferenza va di pari passo con la sofferenza della democrazia. Esserne consapevoli è la premessa per comprendere l’importanza delle politiche sociali e l’irragionevolezza di procedere senza un progetto che le rilanci, un nuovo New Deal per le democrazie sociali in declino. C’è abbondanza di analisi quantitative sulla classe media e tuttavia, come ha osservato l’economista Anthony Atkinson, essere classe media è un affare complicato che il reddito da solo non spiega: perché avere aiuto domestico, affittare o possedere una casa decente, avere un lavoro ben retribuito o condurre un’attività lavorativa autonoma, non si traduce …

“Quella piazza un simbolo: Milano non si piega alla mafia”, di Oreste Pivetta

Forse capita per la prima volta che una figlia debba assistere nascosta ai funerali della madre. Assiste ma non può esserci, non può stare accanto alla bara, non può ricevere i saluti dei parenti e degli amici, non può stringere mani. Assiste, ma si deve nascondere. Unica prova della sua presenza, la voce. Perché Denise Cosco parla alle persone, alcune migliaia, che in piazza liberamente assistono al funerale di Lea Garofalo. La ferocia della mafia e delle sue regole è anche in questa distanza imposta senza pietà tra una ragazza e la madre, nell’aver ridotto una giovane donna ad alcune parole diffuse dagli altoparlanti. La mafia non sopporta i nemici. Chissà se Denise sarà riuscita a percepire la solidarietà di quanti si sono presentati ieri in piazza Beccaria, a Milano, davanti al comando dei vigili urbani, per quel funerale, mille duemila tremila persone, non una folla oceanica ma c’era il sindaco e il sindaco si spera sia la città, esprima il sentimento di una città, di Milano, di un popolo, di una regione, la più …

“Investire in conoscenza per uscire dalla crisi”, di Valentina Santarpia

L’Italia deve investire in conoscenza per cambiare il futuro: la ricetta è più o meno risaputa, è lo chef che la suggerisce stavolta a stupire: si tratta di Ignazio Visco, il governatore di Bankitalia, che parlando al Forum del libro di Bari ha lanciato un accorato appello per rilanciare la scuola e l’università italiana e contrastare quell’«analfabetismo funzionale» che ci mette agli ultimi posti della classifica per livello d’istruzione rispetto agli altri Paesi avanzati. «Il rendimento dell’investimento in conoscenza- ha ricordato il numero uno di palazzo Koch citando Benjamin Franklin – è pi ù alto di quello di ogni altro investimento. E’ la radice del progresso umano e sociale, la condizione per lo sviluppo economico». Per cui la chiave dell’Italia per ritrovare la forza di crescere e competere sui mercati globali, spiega il governatore, sta tutta nella capacità di investire in «capitale umano». I DATI – Vanno tutti nella stessa direzione: il livello di istruzione dei giovani italiani è «ancora distante da quello degli altri Paesi» e questo, sottolinea Visco, «è particolarmente grave». Nellaclassifica dell’Ocse, …

“La mossa del cavallo”, di Massimo Gramellini

Visti da lontano dobbiamo fare una certa impressione: un Paese in mutande, e non per metafora, che la sera combatte l’ansia appassionandosi al romanzo sceneggiato di un plutocrate ottantenne (in questi giorni è in cartellone l’acclamata sottotrama saffica, protagoniste una bulgara e una napoletana). Visti da vicino, anzi da dentro, abbiamo una spiegazione che però non è una giustificazione: il desiderio di distrarsi è tipico dei depressi e la realtà procura tali bordate di angoscia che si preferisce guardare altrove. Persino l’indignazione si esercita meglio, se la si applica a un argomento piccante e grottesco. Provate a sorridere con il ministro del Welfare, che ammette come fra qualche anno potrebbero non esserci più soldi per le pensioni. Provate a ricaricarvi con un governo frigido, che attira il plauso dei potenti stranieri e il magone dei contribuenti italiani. Il saggio del Quirinale sostiene che il coraggio è cosa diversa dall’incoscienza. Ha ragione. Eppure oggi l’unica alternativa alla scelta perdente tra rimozione e rassegnazione (all’ordinaria amministrazione) consiste nel lasciarsi invadere da un pizzico di follia. Il declino …

“La condanna per l’eccidio. Cefalonia. Giustizia è fatta, ergastolo”, di Adriana Comaschi

Sono passati settant’anni, ma ieri il boia di Cefalonia è stato condannato all’ergastolo. Alfred Stork, 90 anni, è stato giudicato colpevole dal Tribunale militare di Roma di aver ucciso 117 ufficiali italiani. Il verdetto arriva in contumacia. L’Anpi: «Finalmente». «Finalmente un po’ di giustizia». Le parole dell’Anpi fotografano un’attesa lunga 70 anni. Tanto ci è voluto infatti perché si arrivasse, ieri, alla prima condanna per l’eccidio di Cefalonia, perpetrato dai tedeschi nei confronti dei militari italiani della divisione Acqui. Ed è ergastolo per l’ex nazista Alfred Stork, 90 anni, giudicato colpevole dell’uccisione «di almeno 117 ufficiali». Una sentenza storica, anche per il riconoscimento del diritto al risarcimento (che verrà definito in seguito) delle parti civili, tra cui è stata ammessa l’Anpi. La sentenza di primo grado della seconda sezione del Tribunale militare di Roma, presieduta da Antonio Lepore, è senza precedenti in Italia sui fatti di Cefalonia, e la prima in Europa dopo Norimberga (i giudizi precedenti si sono conclusi con un’archiviazione, o per la morte dell’imputato). Il verdetto arriva però in contumacia: l’ex caporale …

«La manovra si può migliorare. Inaccettabile l’attacco frontale Pdl», di Maria Zegarelli

«Forse c’erano troppe aspettative su questa manovra». Il ministro per gli affari regionali e le autonomie, Graziano Delrio, risponde così alle molte critiche che si muovono da più fronti al ddl stabilità licenziato dal governo. Non che vada tutto bene, lui per primo indica i punti vulnerabili del provvedimento, ma definisce «inaccettabili» le bocciature tout court di parte del Pdl. Ministro, le critiche affatto morbide, però, arrivano anche dal suo partito. Angelo Rughetti dice: «Manca il taglio, non i tagli». Vi invita a considerare l’impatto di Imu, Tari e Tasi sui contribuenti già in sofferenza. «Il Pd aveva scelto un taglio molto netto per la manovra: evitare interventi sulla Sanità e invertire il passo sul Patto di stabilità con un allentamento e non ulteriori penalizzazioni per i Comuni. Questo è avvenuto anche grazie allo sforzo di Errani e quindi i nostri obiettivi sono stati raggiunti. È chiaro che tutti avremmo voluto molto di più, sul patto di stabilità avrei preferito due miliardi e non uno perché da lì nasco- no posti di lavoro, ma è …