Anno: 2013

“Corsi di sostegno, i tempi si allungano”, di Alessandro Giuliani

Nell’incontro di giovedì prossimo con l’amministrazione, i sindacati chiederanno di attuare una nuova rilevazione delle candidature dei prof sovrannumerari: quella attualmente in mano al Miur è infatti superata. Le operazioni porteranno però via alcune settimane, rimandando la pubblicazione dei bandi universitari per la selezione dei 6.398 abilitati che non versano in questo stato. Per i corsisti di ruolo senza cattedra il corso dovrebbe essere gratuito. Avviare con celerità i corsi di riconversione per soprannumerari. Ma realizzando prima una nuova rilevazione nelle scuole, perché quella attuata un anno fa è ormai superata. E non prevedere costi per i corsisti. Sono le richieste principali che i sindacati presenteranno giovedì mattina, in occasione dell’incontro programmato al Miur all’amministrazione sulle modalità di avvio dei corsi di specializzazione , da realizzare nell’anno accademico 2013/2014 e con priorità rispetto alle attività formative omologhe rivolte a 6.398 docenti abilitati. L’incontro si svolgerà a quasi due settimane dalla pubblicazione della nota n. 10402, con cui viale Trastevere ha invitato Usr e atenei a far partire i corsi di sostegno. Nella nota il Miur …

“Mi presento, sono l’avvocato degli scolari”, di Mila Spicola

Buongiorno, sono l’avvocato della categoria studenti 0-12, quella che in genere non parla non si lamenta, non scende in piazza e non occupa. I miei assistiti assistono (non voglio cercar sinonimi) da parecchio tempo allo scontro tra due opposte fazioni ideologiche: a sinistra quella della tesi del «docente eroe, bistrattato, non capito, che lavora in condizioni svantaggiate, pagato poco, dileggiato da tutti, che rimane a soffrire anni di precariato e dopo anni di precariato viene buttato per strada» e a destra quella del «docente non all’altezza, impreparato, che lavora poco, solo 18 ore, in una categoria troppo numerosa e che fa comunque rimanere gli studenti italiani ultimi in lettura e matematica». Esattamente per questo ultimo passaggio i miei assistiti hanno deciso di rivolgersi a me e di agire per le vie legali adombrando accuse di totali incompetenza e superficialità nell’affrontare problemi e questioni che in fondo in fondo riguarderebbero per primi loro. Primo punto. Le ragioni e le cause per i mali addotti da entrambe le fazioni sono ascrivibili a responsabilità individuali dei docenti, a …

“La coperta corta”, di Massimo Riva

Le prime indiscrezioni sui contenuti della Legge di stabilità sono piuttosto sconcertanti. L’unico elemento positivo viene dalle smentite di alcuni membri del governo che definiscono queste anticipazioni destituite di fondamento. E, in effetti, c’è da sperare che sia proprio così. Si prenda, per esempio, la questione fondamentale della riduzione delle tasse su redditi da lavoro e imprese. Un intervento in tal senso è fortunatamente confermato, ma si dura molta fatica a considerarlo il cuore della manovra 2014 come ripetutamente promesso. E ciò soprattutto perché la dimensione finale dei benefici garantiti risulta non solo risibile sul piano dell’equità fiscale ma anche del tutto impari a promuovere quella scossa di ripresa dei consumi che pure anche il governo Letta dice di avere in cima ai suoi obbiettivi. Lo stanziamento previsto per questo capitolo si dovrebbe aggirare intorno ai cinque miliardi, divisi grosso modo a metà fra sgravi alle imprese e nelle buste-paga dei lavoratori. Ebbene, per questi ultimi il beneficio dovrebbe aggirarsi fra i 100 e i 200 euro su base annua, diciamo una dozzina di euro …

“Moderni samurai”, di Pietro Greco

Lo possiamo leggere in due modi “Il bagnino e i samurai”, il libro che Daniela Minerva e Silvio Monfardini hanno appena pubblicato per l’Editore Codice. Entrambi pregnanti. Entrambi istruttivi. Il primo è quello della storia, triste e appassionata, dell’ennesima occasione perduta. Di un paese, l’Italia, che avrebbe potuto essere leader nel settore, strategico da ogni punto di vista, dell’industria dei farmaci antitumorali e che non ha saputo (voluto) esserlo. Ma lo possiamo anche leggere come un rapporto sulla duplice anomalia italiana: quella di una parte rilevante (di una parte prevalente) della classe industriale e politica che, incredibile a dirsi nell’«era della conoscenza», non crede nella ricerca scientifica e, invece, di un manipolo – sempre più piccolo, ma sempre più determinato – di moderni samurai, i ricercatori, che malgrado tutto tangono agganciato il vagone dell’Italia al treno dell’innovazione e, dunque, al futuro. La storia riguarda la nascita dell’oncologia medica in Italia e nel mondo. Per dirla in maniera piuttosto rozza, l’oncologia medica è quella branca della medicina che cerca di curare il cancro avvalendosi di farmaci. …

“Vincoli più leggeri ai Comuni virtuosi”, di Marco Galluzzo

Di solito Enrico Letta non corregge i quotidiani. Le imprecisioni, o le ipotesi sbagliate, vengono tollerate. Ieri pomeriggio no: poco dopo le cinque, il presidente del Consiglio ha ceduto ad un attimo di scoramento e postato questo tweet. Un messaggio rivolto ai media, ma anche a tutti coloro che in queste ore, anche dentro il governo, lasciano trapelare ipotesi e indiscrezioni (evidentemente anche scorrette) sulle bozze della legge di Stabilità che il governo dovrebbe adottare domani. Ieri il premier è stato quasi interamente al lavoro sulla preparazione del provvedimento. Ha avuto contatti con il ministro dell’Economia Saccomanni e con altri membri dell’esecutivo: quella di domani è nella mente del capo del governo una manovra che dovrà servire a stimolare la crescita interna, agganciare la ripresa già in atto nel resto della Ue, stabilizzare infine la maggioranza, ed eventualmente rilanciarla, intorno ad obiettivi condivisi. Nelle prossime ore Letta tornerà a sentire anche sindacati e imprese, per arrivare ad un punto di equilibrio che coinvolga non solo la maggioranza parlamentare. Le ultime indiscrezioni sul provvedimento (se corrette) …

“Piccoli bulli crescono in tempi di crisi”, di Carlo Buttaroni

Benvenuti nel mondo dei giovani senza identità, dove le storie di vita s’incrociano, dove innocenza e violenza si mescolano senza soluzione, dove il disagio è negli sguardi anche di chi ha l’aria sfrontata e l’atteggiamento da «bullo». Benvenuti nel mondo dei giovani oltre i limiti, bambini diventati adolescenti sulle note del Grandefratello, con i sogni presi in prestito da una pubblicità che trasforma la vita in un videogame e i sentimenti condensati sul display di un cellulare. Giovani cresciuti sotto il segno della globalizzazione, della comunicazione mobile, di internet e delle classi multietniche. Lo abbiamo immaginato come un mondo di speranze, lo abbiamo scoperto carico di incognite. Benvenuti nel mondo dove vittime e carnefici si nutrono dello stesso disagio, condividono le stesse paure e le stesse insicurezze. E insieme percorrono il miglio verde che separa la vita dalla sua dissolvenza. L’ultimo tratto di strada di una generazione sulla quale nessuno ha investito nulla. Non i politici, alla ricerca di consensi e voti; non i media, perché ci sono copie da vendere e obiettivi di audience …

“Quei cinquecento euro in più guadagnati da chi si laurea e va via”, di Alessandra Dal Monte

Mille e trecento euro netti al mese a quattro anni dalla laurea. È lo stipendio medio dei «figli della crisi», i giovani italiani che hanno finito gli studi universitari (triennali) nel 2007 e che si sono immessi nel mondo del lavoro in concomitanza con l’inizio della recessione economica mondiale. La maggior parte di questi ragazzi ha trovato un posto, una piccola parte no — e si va ad aggiungere a quel milione di giovani tra i 16 e i 24 anni che oggi in Italia non sta né studiando né lavorando —, ma in generale i laureati italiani hanno pagato lo scotto della crisi più dei coetanei di altri Paesi. Lo dimostra l’elaborazione degli ultimi dati Istat sull’inserimento professionale dei laureati (relativi al 2011) curata da Carlo Barone, docente di Sociologia all’Università di Trento. Il risultato è che, a quattro anni dal titolo, chi è andato all’estero prende quasi 1.800 euro netti al mese (1.783, per l’esattezza), mentre chi è rimasto in Italia ne guadagna 1.300. Certo, con dei distinguo di area geografica e disciplina: …