Anno: 2013

“Nobel, cosa cambia se vince una sigla”, di Gianni Riotta

Il primo premio Nobel per la Pace venne assegnato, senza troppe cerimonie, nel 1901, dopo un incontro del Parlamento norvegese durato pochi minuti. I premiati, Jean Henry Dunant e Frederic Passy non erano presenti, niente discorsi, strette di mano di prammatica e via. Ma il mito era nato, preservato fino a noi con la vittoria di ieri per l’Opac, Organizzazione internazionale per la proibizione delle armi chimiche. Allora vinsero due uomini, lo svizzero Dunant, padre della Croce Rossa e della Convenzione di Ginevra, il francese Passy, fondatore di una Società per la Pace, antenata delle Nazioni Unite. Ieri ha vinto un ufficio. Cambia molto? Sì, cambia molto. Perché l’Opac, fondata nel 1997 e diretta dall’ambasciatore turco Ahmet Üzümcü (lo avevate mai sentito fino a ieri?), è in realtà un minuscolo ufficio, con 41 delegati internazionali e uno staff modesto (nessuno rispondeva al telefono alla giuria del Nobel, «eravamo in riunione» ha risposto un imbarazzato impiegato). Non sono i premiati a condurre le ispezioni sul campo a caccia di armi chimiche proibite, non saranno loro a …

“Radiografia dell’euro-entusiasta”, di Ilvo Diamanti

L’Italia è stata, per molto tempo, lo Stato più europeista d’Europa. In particolare, negli anni della costruzione unitaria. Quando l’Europa era un progetto in corso d’opera. D’altronde, in occasione del referendum consultivo del 1989, l’88 % dei votanti approvò la proposta di attribuire un mandato costituente al Parlamento europeo. Dopo l’introduzione dell’euro, nel 2002, l’entusiasmo si raffreddò sensibilmente. Eppure, “nonostante tutto”, gli italiani mantennero il loro sostegno all’Europa. In misura più elevata rispetto agli altri Paesi (Fondazione Nord Est, 2004). Appunto: “nonostante tutto”. Un atteggiamento alimentato dalla sfiducia nei confronti delle istituzioni nazionali e, anzitutto, verso lo Stato. Il cui livello di credibilità, peraltro, è sceso assai più di quello nell’Europa. Tuttavia, la stagione dell’euroentusiasmo, in Italia, è finita da tempo. Anche in confronto con gli altri Paesi. Nell’ultimo rapporto di Eurobarometro, condotto nella primavera del 2013, infatti, nella graduatoria costruita in base al senso di appartenenza europea, gli italiani si collocano al 23esimo posto, sui 27 dell’Unione allargata. Mentre, in quanto a ottimismo sul futuro della Ue, sono posizionati un po’ più in alto. …

“Il Nobel familiare di Alice Munro”, di Elisabetta Ray

Per molto tempo il New Yorker, la prestigiosa rivista americana, rispedì ad Alice Munro i racconti che lei inviava accompagnati da gentili appunti di rifiuto. Uno in particolare diceva: «La scrittura è molto bella, ma la tematica eccessivamente familiare». Alice però non si scoraggiò: quando aveva cominciato a scrivere, poco più che ventenne negli anni Cinquanta, con una casa, un marito e delle bambine nate o nascenti cui badare (e in seguito anche il lavoro alla libreria aperta a Victoria con il coniuge), aveva imparato a coltivare silenziosamente la sua vocazione, nei ritagli di tempo, senza parlarne troppo in pubblico e soprattutto senza aspettarsi molto dal mondo editoriale. Nella sua prima raccolta di racconti, “La danza delle ombre felici”, uscita quando non era più così giovane, a trentasette anni, nel 1968, la sua tematica familiare era ben salda e non ci rinunciò neanche nei racconti che scrisse in seguito, un’altra dozzina di sillogi, due delle quali uscite dopo una sua prima dichiarazione, nel 2006, di non voler più scrivere. Non era abituata a scoraggiarsi, cresciuta …

Il Dl contro il femminicidio è legge

“L’approvazione oggi in Senato del dl contro il femminicidio è un fatto positivo per le donne, perché abbiamo messo un altro tassello, dopo la ratifica della Convenzione di Istanbul”. E’ il commento a caldo della vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli, all’approvazione da parte dell’Aula di Palazzo Madama del decreto legge contro il femminicidio. Il Dl, che con il voto di oggi diventa legge dello Stato, ha ricevuto il via libera con 143 sì, 3 no e nessun astenuto. “Si tratta di un primo passo di un percorso che deve assolutamente continuare – ha aggiunto Fedeli – nella consapevolezza della sua complessità: la lotta alla violenza di genere va affrontata da un punto di vista culturale, economico, sociale. Tutto ciò nella consapevolezza che servono serie azioni di prevenzione strutturali, di lungo termine. Anche per questo è stato fondamentale ampliare, attraverso il lavoro parlamentare, la parte del dl sul piano d’azione contro la violenza sessuale e di genere, ascoltando davvero e coinvolgendo le associazioni di donne, i centri antiviolenza, i diversi soggetti che da anni operano per …

“La sub-cultura reazionaria”, di Claudio Sardo

Beppe Grillo è un reazionario. Non lo scopriamo oggi. La sua contrarietà alla cittadinanza per i figli di immigrati nati in Italia è la stessa della destra più becera. I toni con i quali cavalca le paure contro i rom, contro Schengen, contro i «cento, mille Kabobo» che vivono nel nostro Paese, sono quelli dei leghisti. E il suo silenzio dopo gli insulti razzisti alla ministra Kyenge è una vergogna a cui persino la destra e la Lega hanno cercato di sottrarsi. Eppure ieri mattina, quando abbiamo letto del «no» – espresso insieme al suo compare Gianroberto Casaleggio – all’abolizione del reato di clandestinità proposta da due senatori del M5S, siamo rimasti offesi e indignati. Non ci aspettavamo la volgarità della giustificazione politica: a noi non conviene sostenere i principi di civiltà perché sono impopolari. Ancora: i parlamentari Cinque stelle non devono pensare in proprio, devono seguire l’istinto del popolo, il suo umore. Sono delegati, non uomini liberi. E non devono diventarlo, altrimenti il partito di Grillo rischierebbe di ridursi a percentuali da «prefisso telefonico». …

“La dittatura del senso comune”, di Elisabetta Gualmini

Non c’è proprio niente di nuovo nella scomunica a firma doppia di Grillo e Casaleggio ai due (ingenui) cittadini-senatori Buccarella e Cioffi, autori dell’emendamento che abolisce il reato di clandestinità. È almeno dal 2006, quando il Movimento non aveva ancora messo piede nei palazzi della politica, che Grillo non si discosta di una virgola dalla stessa posizione su immigrazione e dintorni. Anzi, in passato ha lanciato bordate ben più pesanti, sempre in bilico tra sentimenti di ostilità verso gli immigrati e argomenti qualunquisti, evocando ogni volta la guerra tra poveri, che si genererebbe con politiche migratorie inclusive, tra «schiavi stranieri» e «schiavi italiani», poveri di là e disperati di qua, e finendo per difendere – va da sé – gli sciagurati di casa nostra. Nel 2006 mentre sparava contro il ministro Ferrero diceva: «Non è vero che gli italiani non vogliono più fare “certi lavori”. Ragazzi e ragazze accetterebbero di corsa quei “certi lavori”, ma in condizioni di sicurezza e con uno stipendio dignitoso. I flussi migratori vanno gestiti all’origine. Non (bisogna) importare schiavi e …

“Il cinismo a cinque stelle”, di Concita De Gregorio

È la legge del mare. È la legge di Dio. È la legge degli uomini da prima che ogni legge sia mai stata scritta. Salvare un uomo in mare. Non c’è nemmeno da spiegarlo, mancano le parole. Provate solo ad immaginare che succeda a voi. Siete in barca, vedete qualcuno che sta annegando e che vi chiede aiuto. Un ragazzo, una donna che annega a pochi metri da voi. Sareste capaci di lasciarlo morire sotto i vostri occhi? Gli chiedereste – di qualunque religione, partito politico, di qualunque razza voi siate – da dove viene e a fare che cosa o gli gettereste prima un salvagente? Vi buttereste voi stessi, quasi certamente. Non è una regola, è istinto. È ineludibile afflato di umanità. È quel che distingue gli essere umani dalle bestie, e non sempre ché spesso la lezione arriva dagli animali. Ecco. Si fa moltissima fatica a dare un giudizio politico della censura di Beppe Grillo e dell’ideologo Casaleggio ai parlamentari cinque stelle che al Senato hanno proposto e poi votato un emendamento che …