Anno: 2013

“La militanza non esiste più ora l’impegno è occasionale”, di Paolo Rigi

Le iniziative culturali, del «loisir» e sportive sono gli ambiti cui più volentieri partecipano gli italiani. Tuttavia non disdegnano di impegnarsi anche nelle problematiche relative al territorio in cui vivono, piuttosto che nel volontariato sociale. Meno frequentate, invece, le attività legate alla politica, alla protesta o ai temi della Pace. Prendono parte maggiormente a queste attività, in generale, la componente maschile, i più giovani (fino a 34 anni) e i più adulti (oltre 55 anni), chi risiede nel Nord Est, chi fa un lavoro in proprio, i pensionati e gli studenti. Soprattutto, il nucleo dei cosiddetti «militanti» che si dedica esclusivamente alle attività di un’associazione è una quota marginale (0,8%), mentre numericamente più consistenti sono coloro che partecipano non in modo esclusivo (interessati: 21,6%) o solo saltuariamente (occasionali: 68,5%). È questa la mappa sull’impegno sociale e il profilo di chi partecipa alle loro attività, secondo la ricerca Community Media Research – Questlab per La Stampa. La graduatoria Un primo aspetto d’interesse proviene dagli ambiti tematici della partecipazione. Le manifestazioni culturali (59,3%) assieme a quelle dello …

“Vietato votare col Porcellum”, di Massimo Luciani

Parlare di crisi al buio non è mai stato più giustificato di oggi. È tanto al buio che non si sa neppure se formalmente si aprirà, visto che sono percorribili sia la strada delle dimissioni del presidente del Consiglio che quella di un semplice rimpasto. Ma questo è niente. Si sa ben poco di quale potrà essere lo scenario politico nel caso in cui la crisi non si risolvesse e si andasse alle elezioni. Fanno francamente sorridere le cronache che parlano di qualche leader intento a scrutare i sondaggi, quando dovrebbe essere evidente che nessun sondaggio è affidabile in un momento come questo, nel quale le variabili indeterminate sono troppe, dal risultato della discussione interna al Pd alla tenuta di un partito come il Pdl, umiliato sino al punto di vedere la sorte dei propri ministri decisa in una riunione cui non partecipava il segretario. Nella prospettiva del sistema istituzionale, però, qualche punto fermo è ragionevole indicarlo. Anzitutto, non si può dimenticare che l’articolo 67 della Costituzione è tuttora in vigore e che, quindi, il …

“Già concessi oltre 162 milioni di contributi”, di G.V. da La Gazzetta di Modena

Giovedì, alle 11.30 a Solara in via 1° maggio, si terrà la presentazione del progetto di ricostruzione della scuola primaria. L’edificio, che rinascerà grazie alle risorse della Regione, ma anche grazie alle donazioni di Sanofi Italia, Croce Rossa e privati cittadini, potrà ospitare 125 alunni e sarà dotato di cinque aule, due laboratori, una sala insegnanti ed una mensa. Interverranno il sindaco, l’ad di Sanofi Zanni, il presidente regionale Cri Scavuzzo e l’assessore regionale ala scuola Bianchi. Sono oltre 12mila i cittadini, per un totale di più di 7 mila unità abitative, coinvolti nelle pratiche Mude (Modello unico digitale per l’edilizia) accettate dai comuni per il contributo alla riparazione o alla ricostruzione delle abitazioni, mentre più di 1800 sono le imprese che hanno a che fare con le procedure Sfinge. Per quanto riguarda le abitazioni, i dati estrapolati dal sistema registrano circa 2700 richieste di contributo in lavorazione da parte dei professionisti e dei comuni, a cui vanno aggiunte altre 2556 domande già depositate presso i comuni stessi. Le ordinanze di contributo concesse ammontano a …

“E’ uno schiaffo alle famiglie e alle imprese”, di Carlo Buttaroni

Questa crisi, voluta da Berlusconi, è una storia di straordinaria follia. L’ultimo segmento del progressivo dissolvimento dei poteri e confini della politica. Il down rating morale e civile di un Paese, che dopo aver coltivato il grande sogno di un nuovo miracolo, si ritrova nuovamente nel tunnel di incertezza da cui sembrava, faticosamente, iniziare a uscire. Non c’è «politica», in questa crisi. E per molti versi è proprio la sua assenza a renderla incomprensibile al buon senso. Così come non c’è «economia», subordinata a interessi che di «comune» hanno ben poco. C’è, invece, il distacco definitivo tra il Paese reale, costretto ogni giorno a presentare i suoi conti, e il Paese legale incapace di ascoltarne i drammi e di accoglierne i bisogni. Qualunque siano gli esiti di questo nuovo terremoto, la questione non è se conviene tornare al voto subito, andare avanti qualche mese con un governo tecnico, oppure tentare l’esperienza di una nuova maggioranza parlamentare. Perché il dramma che si sta consumando in queste ore è nel colpo inferto alle famiglie, alle imprese, ai …

“Il Muro di Arcore per bloccare i fuggitivi”, di Ilvo Diamanti

Ciò che oggi avviene intorno a Berlusconi riassume, in modo esemplare, la storia dell’Italia, negli ultimi vent’anni. Ne segna l’inizio e, probabilmente, la fine. La biografia politica di Berlusconi, infatti, coincide con la parabola di Forza Italia. Un partito “aziendale”, la cui missione si riflette nella figura del Capo. L’imprenditore, mito e modello dell’Italia, dove “tutti ce la possono fare”. Da soli. Forza Italia. Un partito lontano da ogni ideologia. Che promette la soddisfazione degli interessi – generali e privati – di tutti. Anzitutto, quelli del Capo. Un partito che usa la comunicazione e il marketing, al posto dell’organizzazione. E, ai vertici, promuove tecnici, consulenti, avvocati, manager e specialisti. Fedeli al Capo. Forza Italia: il partito che ha ispirato la Seconda Repubblica. Imitato da tutti, senza troppa fortuna. Forza Italia: nel corso degli anni si è evoluta. Nel 2007 ha aggregato, anzi, inghiottito quel che rimaneva alla sua destra. Alleanza Nazionale. Ma il modello non è cambiato. Il Pdl è rimasto il partito “personale” di Silvio Berlusconi. Un luogo dove non esiste dibattito o confronto. …

“La scuola iniqua”, di Benedetto Vertecchi

Si dice che di buoni sentimenti siano lastricate le vie dell’inferno. Aggiungerei che la quantità di buoni sentimenti esibiti sui diversi aspetti del funzionamento della scuola (da quelli istituzionali e organizzativi a quelli didattici) è tale da fornire non solo i materiali occorrenti per provvedere al lastricato, ma anche per assicurarne un’adeguata manutenzione. Infatti, se dovessimo prendere per buone le dichiarazioni d’intenti che si sono succedute circa la funzione della scuola, il suo ruolo nell’assicurare l’uguaglianza delle opportunità educative, il contributo che essa potrebbe fornire al superamento delle differenze fra allievi appartenenti a diversi strati sociali, il diritto di tutti ad acquisire le conoscenze necessarie per partecipare consapevolmente alla vita politica e sociale nel mondo contemporaneo, potremmo immaginare che l’utopia descritta da Bacone nella Nuova Atlantide si sia finalmente realizzata e che nella società contemporanea la scuola costituisca una sorta di Casa di Salomone, che rischiara col proprio apporto di conoscenze e valori le varie manifestazioni della vita associata. Evidentemente qualcosa deve esserci sfuggito, se oggi, guardandoci intorno, non solo non intravediamo nulla che richiami …

“I diversamente berlusconiani”, di Francesco Merlo

Alfano “diversamente berlusconiano” sembra il Sordi dell’otto settembre: «Inaudito. L’alleato è passato al nemico». Di sicuro nessuno ha il linguaggio degli Scilipoti e dei Di Gregorio, ma tutti hanno quello della sofferenza vera. Certo, il «siamo e restiamo berlu- sco-nia-ni» ci fa sorridere perché è un paradossale rimprovero a Berlusconi di non essere più berlusconiano, con l’idea pasticciona e comica che il vero Berlusconi sono loro. E tuttavia il loro lessico non è da traditori ma da traditi e da umiliati. Cicchitto, per esempio, che è stato il primo a tirare fuori la testa dalla trincea, si sente ferito, non solo nella sua intelligenza e nella sua storia, ma anche nella sua qualità di consigliori: «Una decisione così importante non si può prendere senza discuterne con il gruppo dirigente», cioè con lui. E si capisce che Cicchitto, come dice, resterà con Berlusconi, o per lo meno con il Berlusconi a immagine e somiglianza di Cicchitto, il quale a sua volta pare diventato improvvisamente Habermas e dunque non più fedele a quell’altro Berlusconi al quale giura …