Anno: 2014

"Le scelte che fanno la differenza", di Massimo L. Salvadori

Che cosa può dare il voto ad un elettore che non scambi l’urna per il luogo in cui appagare i suoi ultimi desideri? Consente di scegliere tra le diverse opzioni che offre in concreto lo stato politico di un paese, bello o brutto che sia. In Italia è quello che è. Ma, proprio per le gravi difficoltà in cui versa il paese, il voto è importante. Uno può buttare via il suo voto in quattro diversi modi: standosene a casa (il che equivale a dire: “andate tutti al diavolo!”) oppure consegnando scheda bianca (il che, se non si è organicamente indifferenti, equivale a dire: “vorrei fare il mio dovere di cittadino, ma fate tutti egualmente schifo”) oppure dando un voto di punizione (il che equivale a dire: “vorrei votare per te in base alle mie inclinazioni di fondo, ma non lo faccio perché desidero darti una lezione e quindi scelgo un altro anche se non mi piace”) oppure do la mia preferenza ad un partito incapace di influire sui rapporti di forza per dare quanto …

"La fattoria si tinge di rosa", di Maria Cristina Ceresa

Quando l’azienda è guidata dalle donne aumentano i ricavi. La forza dell’agricoltura italiana sta anche nella discreta fetta di quote rosa che le dà vita, tanto che si valuta che un imprenditore agricolo su tre sia donna. Ma il dato più interessante è che quando l’impresa è guidata dal gentil sesso, i ricavi sono più alti: in media 28.500 euro contro 24.800 euro. Il che cuberebbe una cifra pari ai 9 miliardi di euro l’anno. È quanto dimostra il Rapporto Censis presentato in questi giorni da Cia (Confederazione Italiana Agricoltori). Lavorando la terra le donne non hanno niente da invidiare: sono un piccolo esercito positivamente agguerrito di circa 228mila imprese (Elaborazione Coldiretti su dati Unioncamere). Con un vigore che risulta essere più “resistente”: secondo elaborazioni Istat, infatti, nell’ultimo decennio le aziende a conduzione femminile sono diminuite meno di quelle a conduzione maschile (-29,6% contro -38,6%). «Vero è – riflette Serena Giudici, coordinatrice nazionale di Donne in Campo, associazione di imprenditrici agricole in seno a Cia – che le donne, soprattutto in Italia, hanno contribuito ad …

"Un simpatico cacciaballe? Già visto, grazie", di Stefano Menichini

Alla domanda se Beppe Grillo l’altra sera da Vespa abbia o no sfondato in un altro elettorato, ognuno dà la risposta che crede. Molto spesso, la risposta che gli conviene di più. Dovessi dire, però, il mio primissimo pensiero d’impulso, sul fotogramma finale di Grillo e Vespa che si stringono la mano complici e felici, è andato altrove. È andato a Silvio Berlusconi. Perché quella immagine, e quella intera puntata di Porta a Porta, sono soprattutto il sigillo alla marginalizzazione irrecuperabile di colui che in quel salotto tv e davanti a quel pubblico ha celebrato i propri trionfi. Berlusconi escluso dalla contesa elettorale a due è come se fosse escluso tout court: un ruolo da terzo attore, con distacchi abissali, semplicemente non può recitarlo. Perfino Giorgia Meloni può intimargli di lasciare il campo, dovesse rimanere sotto il 20 per cento. I ragionamenti che si fanno sugli scenari post-europee sono tutti assennati, e giustamente tengono in gran conto le scelte di Forza Italia. Ma i sorrisi forzati di Berlusconi nelle sue apparizioni televisive sono ormai come …

Napolitano: «No a populismi e sterili nazionalismi», da l'Unità

Il presidente della Repubblica, in visita di Stato in Svizzera, non riserva più che una battuta all’attacco continuo di Beppe Grillo a lui, che per l’ex comico dovrebbe lasciare il Quirinale e andarsene a casa, e alla legislatura che dovrebbe finire subito dopo le europee, nel caso di una vittoria dei Cinquestelle, data la scontata caduta del governo. Da sincero democratico il Capo dello Stato ha ricorda che «c’è libertà di parola». Nient’altro. Dato che i suoi pensieri e il suo impegno Napolitano ancora una volta li ha riservati alla situazione dell’Italia che «vive una fase complessa e cruciale» e all’ormai prossima consultazione elettorale europea che dovrà insediare i nuovi rappresentanti in un Parlamento che si troverà a fare i conti con problemi vecchi e nuovi. Problemi europei alla cui soluzione non giova, certo, il limitare la competizione nell’ambito nazionale. «Su questo sapete come la penso» ha chiosato il presidente, che solo qualche giorno fa aveva sottoscritto con i suoi omologhi di Germania e Polonia un appello al voto per un’Europa sempre più indispensabile, se …

"Un ponte di cui essere orgogliosi", di Mario Calabresi

Parlare di immigrati ormai è diventato difficilissimo, nessuno ha più pazienza d’ascoltare, i più moderati restano in silenzio, gli altri o invitano a rispedire ogni barca a destinazione o a girare la testa dall’altra parte quando fanno naufragio. La questione è trattata solo in termini economici: prima ci si preoccupa dei costi di salvataggio e accoglienza, poi della minaccia che rappresentano per la sicurezza o per il nostro già disastrato mercato del lavoro. Inutile cercare di discutere razionalmente, guardare i numeri che mostrano che sono molti di più quelli che si stabiliscono in Germania, in Francia o in Svezia. Noi siamo terra di passaggio non meta finale. Poi leggi il racconto di quella madre che è riuscita a tenere a galla per un’ora il figlio di otto anni, prima di morire all’arrivo dei soccorsi, e senti che qualcosa non funziona più, dentro e fuori di noi. Guardi la foto qui accanto e scopri che su questa barca verde e rossa alla deriva ci sono 133 bambini, che ieri sera sono stati asciugati, rifocillati e hanno …

"Una speranza per l'Unione", di Martin Schultz

Carissimo Scalfari, è stata per me una sorpresa e un grande piacere leggere il suo lucido editoriale domenicale. Condivido pienamente le sue riflessioni sulla politica italiana ed europea. Negli ultimi cinque anni, l’Europa è stata nelle mani di una maggioranza conservatrice al Parlamento e al Consiglio dei Ministri. E ha impostato una politica di austerity a senso unico per Stati e cittadini. Nel corso degli ultimi anni, l’Unione europea si è trasformata da progetto di pace e prosperità a insieme di regole. Un’Unione di sole regole ha perso la capacità di raccontarsi, di entusiasmare e di far guardare al futuro con ottimismo. L’obiettivo del nostro progetto comune non è un’Unione burocratica, ma un’unione politica ed economica. Eppure, negli ultimi anni, nel mezzo della crisi, l’Europa ha risposto aggrappandosi alle regole, senza una vera leadership politica. I trattati europei, e la mancanza di competenze esplicite, sono stati utilizzati come giustificazione all’inazione. La gestione puramente amministrativa e la deriva inter-governativa hanno acuito la crisi economica, ma soprattutto quella politica. Nei trattati non c’è scritto come uscire dalla …

"Quell’alba che cambiò la vita della Bassa", di Enrico Grazioli

Due anni non sono passati invano, ma due anni non potevano bastare e non sono bastati. In due anni dalla prima scossa di quella tempesta infinita di tremori e tragedie sono serviti ai paesi della Bassa per ripartire: ben sapendo che ci si sarebbe trovati un giorno a metà del guado. Ricostruire è un’opera anche dell’anima: ricostruire è ricostruirsi, nella fiducia da ritrovare giorno per giorno, quando a sera si fa il conto della fatica spesa, delle speranze tradite, dei risultati raggiunti. E ci si guarda allo specchio: per riconoscersi, ancora. In cosa è stato riportato a come era, in cosa è stato cambiato o si vuole cambiare, in cosa ancora non si sa se e come potrà essere futuro nella memoria del passato. Nel presente, tutti i paesi stravolti dal terremoto sono uguali e diversi. Uguali nella coraggiosa determinazione ad andare fino in fondo, magari non sapendo bene ancora quale sarà e come sarà la meta di questo cammino così impegnativo. Diversi nel loro apparire, nei segni lasciati dalle ferite che si è voluto …