Anno: 2014

"Un selfie con Rembrandt ora alla National Gallery fotografare non è vietato", di Alessandra Baduel – La Repubblica 17.08.14

Da oggi farsi un selfie con l’autoritratto di Rembrandt come sfondo è permesso. Uno dei templi dell’arte, la National Gallery, ha cancellato il divieto di scattare foto alle opere della sua collezione permanente, della quale Rembrandt è una delle attrazioni, e in Gran Bretagna è partita la polemica. Davanti alla difficoltà di controllare l’uso di smartphone e tablet da parte dei visitatori — se per cercare notizie su un’opera o per scattare foto — già il Louvre e il Moma avevano ceduto, mentre nella sua riforma il ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini propone la stessa cosa, anche lui suscitando polemiche. Nel dibattito inglese, c’è chi difende il selfie, e lo scatto a un dettaglio di un quadro, magari per ristudiarselo a casa, come un vero passo avanti per l’arricchimento culturale. Dall’altro lato, c’è chi si preoccupa della dissacrazione. Uno per tutti, Michael Savage, autodefinitosi nel suo blog «storico dell’arte scontroso », che critica la «fine dell’ultimo bastione della quieta contemplazione». Ma anche il Guardian si è schierato, con un editoriale contro coloro che «preferiscono …

Laurearsi all'estero è un'opportunità, non una via di fuga – Manuela Ghizzoni

Nell’articolo che riporto da La Stampa si lamenta le difficoltà di ingresso nelle Università straniere per gli studenti italiani. L’idea che potrebbe insinuarsi nel lettore (complice anche un titolo allarmistico) è che i “prestigiosi” atenei anglosassoni non si fidano del sistema di istruzione italiano e quindi delle competenze dei nostri studenti, ai quali verrebbe richiesta una valutazione superiore agli altri per potersi iscrivere. In realtà, a tutti gli studenti che non hanno conseguito l’International Baccalaureate è chiesto un punteggio molto alto, non solo agli italiani. E vale la pena ricordare che gli stessi “prestigiosi” atenei si affrettano ad accaparrarsi i nostri giovani ricercatori e laureati. L’articolo, poi, si chiude accennando al prestito d’onore (che consente di non pagare le tasse scolastiche, per restituirle una volta conseguito il primo stipendio) come opportunità offerta alle matricole dagli atenei inglesi e ulteriore motivo di migrazione. L’autore, però, dimentica di dire (ma lo scorso anno diverse testate non sono incorse nella stessa dimenticanza) che nei sistemi anglosassoni, in particolare negli USA, l’indebitamento con gli istituti di credito per accedere …

"Il dibattito impazzito sui fondi europei", di Giorgio Santilli – Il Sole 24 Ore 15.08.14

Sui fondi strutturali Ue è forse utile riprendere alcuni fondamentali fili della discussione perché il dibattito pubblico sembra impazzito. Non rischiamo di perdere 41 miliardi della programmazione 2014-2020 perché comunque chiuderemo l’accordo quadro con Bruxelles (se non a settembre, a ottobre): rischiamo, questo sì, di partire malissimo, come già successo con il ciclo 2007-2013 e di dover spendere in cinque anni quello che andrebbe speso in sette. Rischiamo di stare fermi proprio ora che avremmo un gran bisogno di far ripartire gli investimenti. Rischiamo soprattutto di perdere 7-8 miliardi dei fondi 2007-2013. Un piccolo segnale positivo c’è stato fra il 31 maggio e oggi: la spesa contabilizzata è passata dal 55,8% al 57,5%. Non c’è da sprizzare ottimismo. Capiremo presto se l’accelerazione riguarda la sola contabilizzazione o se il lavoro di stimolo fatto da Graziano Delrio abbia spinto lavori veri. Un dato confortante riguarda la Campania che ha contabilizzato 251,4 milioni di spesa Fesr, passando dal 33,3% al 38,7%. La fotografia impietosa scattata dal Sole 24 Ore il 29 giugno, con dati ufficiali Opencoesione del …

"E ora la doppia tenaglia", di Pippo Frisone da ScuolaOggi 15.08.14

Ci mancava anche lo scontro precari del Nord contro precari del Sud. Complice la crisi, i tagli all’istruzione da un lato e l’aumento dei contingenti per le assunzioni in ruolo dall’altro: oltre 28mila posti per docenti di cui oltre la metà sul sostegno. Meridionali che “ rubano “ il posto ai settentrionali, scavalcandoli proprio nelle prime posizioni, cioè quelle utili alle immissioni in ruolo. I precari del Nord che a ben guardare tanto del Nord tutti non sono che protestano e s’indignano per la nuova invasione, non nuova tra l’altro nel mondo della scuola. L’ultima risale a qualche anno fa nel pieno dell’era Gelmini con l’invenzione delle cosiddette “code” alle GAE poi bocciate dalla Corte Costituzionale. Nessuna barriera, sancì allora la Corte, può essere posta al libero spostamento dei precari all’interno del territorio nazionale. E allora sì ai trasferimenti da una provincia all’altra, a “pettine” e senza più inserimenti “in coda” ai precari già inseriti in una determinata provincia. Così è avvenuto nel 2011 e così si è ripetuto nel 2014. Perché solo ora tanto …

“I soldi per la Cultura devono raddoppiare. E voglio aprire Pompei di notte”, di Lavinia Rivara da La Repubblica 15.08.14

La riforma è in arrivo, il ministro per i Beni culturali: nessun contrasto col premier “Investire di più, è un’idea della Leopolda” Gli storici dell’arte che liquidano la sua riforma della cultura come “macelleria culturale”? «Dimostrano che è una vera riforma ». L’accusa di voler trasformare musei e siti in macchine per far soldi? «La valorizzazione del nostro patrimonio artistico è la condizione per tutelarlo meglio». I contrasti con Renzi sulla riforma? «Leggende metropolitane ». Dario Franceschini da 5 mesi guida il ministero dei Beni culturali e del Turismo tra successi e polemiche. Ha cacciato le bancarelle dai monumenti, ha incentivato il privato, ha aumentato le domeniche gratuite nei musei, ma ha tolto i biglietti gratis agli over 65. E ora affronta la madre di tutte le battaglie, quella con le sovrintendenze, che lo accusano di consegnare i musei a manager interessati solo al marketing. Lui tira dritto, anzi rilancia. E, alla vigilia di una manovra fatta tutta di tagli, apre una nuova sfida sul tavolo del governo: raddoppiare la spesa per la cultura nella …

"Viva la scuola pubblica e imperfetta", di Marco Lodoli – La Repubblica.it del 14.08.14

PER fortuna in Italia il precettore privato non è ancora arrivato, e speriamo che non arrivi mai, sarebbe davvero un gesto di sfiducia definitiva verso la condivisione del sapere e la bellezza di crescere insieme ai propri coetanei. Sarebbe un assurdo atto di separazione e di egoismo che nulla ha a che fare con la cultura. Certo, i ricchi di nuovo hanno preso il largo, iscrivono i loro rampolli nelle scuole americane o tedesche, con i prati ben rasati e lo stemma dell’istituto ricamato sulle giacche blu. Si tengono lontani dalla scuola pubblica perché, in qualche modo, rappresenta e rispecchia il paese: è un qui e ora che li spaventa e al quale sperano di contrapporre un altrove privilegiato, dove non può e non deve entrare alcun disordine, alcun malessere. Il ricco nostrano considera decisive le relazioni che si stringono in una scuola che costa soldoni, perché è convinto che più della conoscenza contano le conoscenze. Passare cinque anni in classe con piccoli benestanti aiuterà suo figlio, più avanti si ritroverà nell’agenda una serie di …

Da settembre scuola e lavoro più vicini – Manuela Ghizzoni

Fare e imparare o imparare facendo. E’ il senso della norma già approvata nel decreto Carrozza (ar. 8 bis) nell’ottobre 2013 e diventata operativa con l’approvazione del recente decreto interministeriale per essere introdotta nel nuovo anno scolastico. Come spiega l’articolo in calce tratto dal Sole 24 Ore, le aziende potranno assumere con un contratto di apprendistato studenti dell’ultimo biennio delle superiori, un’età in cui l’obiettivo lavoro è già presente nei progetti dei ragazzi. E’ un’ iterazione scuola – lavoro che dà una svolta al percorso formativo orientandolo all’ esperienza aziendale, ma cambia anche il concetto di “apprendistato”: non più un metodo per ridurre i costi del lavoro, ma un reale investimento per l’azienda sulla “costruzione” di risorse di qualità. Comincerà l’Enel, già in parte ispiratrice del progetto, che assumerà 15 studenti apprendisti. L’unico neo della proposta è che non sono previste risorse aggiuntive per le scuole e in particolare per i docenti (a questo proposito il governo approvò un mio OdG), che dovranno impegnarsi in attività di programmazione e tutoraggio. Così come le aziende dovranno …