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"E ora la doppia tenaglia", di Pippo Frisone da ScuolaOggi 15.08.14

Ci mancava anche lo scontro precari del Nord contro precari del Sud. Complice la crisi, i tagli all’istruzione da un lato e l’aumento dei contingenti per le assunzioni in ruolo dall’altro: oltre 28mila posti per docenti di cui oltre la metà sul sostegno.
Meridionali che “ rubano “ il posto ai settentrionali, scavalcandoli proprio nelle prime posizioni, cioè quelle utili alle immissioni in ruolo. I precari del Nord che a ben guardare tanto del Nord tutti non sono che protestano e s’indignano per la nuova invasione, non nuova tra l’altro nel mondo della scuola. L’ultima risale a qualche anno fa nel pieno dell’era Gelmini con l’invenzione delle cosiddette “code” alle GAE poi bocciate dalla Corte Costituzionale.
Nessuna barriera, sancì allora la Corte, può essere posta al libero spostamento dei precari all’interno del territorio nazionale. E allora sì ai trasferimenti da una provincia all’altra, a “pettine” e senza più inserimenti “in coda” ai precari già inseriti in una determinata provincia.
Così è avvenuto nel 2011 e così si è ripetuto nel 2014.
Perché solo ora tanto clamore? Perché nel frattempo, al Sud sono diminuiti i posti per il calo delle iscrizioni, per l’andata a regime dei tagli agli organici della riforma Gelmini, per il mancato decollo del tempo pieno nella primaria e della scuola dell’Infanzia.
E ancora, l’enorme divario tra Nord e Sud sugli alunni stranieri e la loro incidenza sulle iscrizioni e quindi sugli organici. Gli ultimi dati pubblicati dal servizio statistico del Miur relativi all’as 12/13
danno 73.288 gli alunni stranieri inseriti nella provincia di Milano, il 13,3% del totale.
Sono 191.526 quelli della Lombardia. A Napoli sono appena 8.823 col 1,5% sul totale mentre a Palermo 5.267 col 2,5% sul totale. La Sicilia con 23.492 (2,8%) e la Campania con 21.095 (2%), messe assieme, superano a stento la metà degli alunni stranieri della sola provincia di Milano!
Pochissimi i posti al Sud per le assunzioni in ruolo. In Sicilia appena 100 i posti per l’Infanzia e 66 quelli della Primaria, con intere province a zero posti e con 52 esuberi.
Situazioni analoghe in Campania, Calabria, Puglia. Da qui la spinta a spostarsi al Nord e a Milano in particolare coi suoi 198 posti nell’Infanzia e 490 nella Primaria!
E a Milano sono arrivate ben 1800 domande da fuori provincia, provenienti per la maggior parte dalla Sicilia e dalle altre regioni meridionali. Domande concentrate per lo più su Infanzia e Primaria. Domande con punteggi alti, tali da scavalcare tutte le posizioni procedenti in GAE.
Nell’Infanzia le prime 10 posizioni sono occupate da docenti trasferiti da altre province nel 2014 con punteggi alti a partire da 250 . Ma la vera sorpresa nell’Infanzia sono invece gli 85 riservisti ex L.68/99 di cui ben 52 inseriti nel 2014 da altra provincia e con punteggi per lo più bassi!
Dei 99 posti destinati alla GAE dell’Infanzia, la metà andrà ai riservisti (49) mentre i restanti posti andranno ripartiti per diritto di graduatoria, in cui nei primi dieci figurano provenienti da altre province.
Diversa la situazione nella Primaria a Milano. Qui nei primi 245 posti del contingente per le assunzioni in ruolo, 241 sono quelli provenienti dal altre province, 116 dalla Sicilia,54 dalla Campania, 21 dalla Puglia, e 18 dalla Calabria pari all’85% dei fuori provincia.
Del contingente destinato alle GAE ( 245 ) andranno però sottratti i posti destinati ai riservisti che sono 72 e dei quali ben 50 sono i disabili trasferitisi nel 2014.
Riservisti del Sud contro non riservisti, ma comunque trasferiti dal Sud e tutti nel 2014.
Gli unici veri esclusi da questa tornata di assunzioni in ruolo , restano comunque i precari non proveniente da fuori provincia nel 2014 .Il contingente della primaria sarà comunque assegnato quest’anno solo ed esclusivamente ai docenti provenienti da fuori provincia, riservisti compresi.


    E’ l’effetto della doppia tenaglia che nella Primaria a Milano vedrà beneficiare delle assunzioni in ruolo ancor più dell’Infanzia, quasi esclusivamente i precari provenienti da fuori provincia, meridionali all’85%. E non per colpa loro.