Latest Posts

"Una scuola da… sballo", di Pippo Frisone

Continua il tira-molla sulla scuola. Prima con le dichiarazioni del Ministro Profumo, poi con la bozza del decreto semplificazioni e ancora col testo varato dal consiglio dei ministri e adesso col lavoro delle Commissioni Affari costituzionali e attività produttive della Camera. Al centro la questione degli organici dell’autonomia col corollario dei 10mila posti aggiuntivi da destinare al recupero, al sostegno, ai bisogni educativi speciali e per estendere il tempo scuola e il tempo pieno.

Nel testo finale emanato dal Governo, la ragioneria generale dello Stato faceva prima sparire i 10mila posti aggiuntivi, mentre sull’ organico funzionale cassava ogni riferimento al blocco dei posti in organico di diritto 2011/12 ( 724.000 cattedre e 233.000 ata) .

Nell’esame in Commissione affari costituzionale con 29 si e 13 no passava un emendamento del Pd che reintroducendo il blocco degli organici del 2011/12, stoppava i tagli di trascinamento per il biennio 12/14 nella primaria e per il triennio 12/15 della secondaria e infine riassegnava agli organici funzionali delle scuole 10.000 posti aggiuntivi con le finalità originarie.

Costo dell’operazione 350milioni di euro.

La copertura di questa spesa, destinata all’istruzione, veniva individuata nell’ aumento delle accise su alcolici, birra e giochi. Ma in tarda serata tutto veniva rimesso in discussione.

La Commissione bilancio, a seguito del ribaltone del governo che in quella sede dava parere negativo, rinviava il testo alla Commissione Affari costituzionali, dove tra l’altro uno dei due relatori, quello del pdl, s’era espresso contro l’emendamento.

Tuttavia il tentativo di trovare una soluzione veniva affidato alla Commissione Industria della Camera.

Un ulteriore rimpallo di responsabilità che la dice lunga su quanto pesi il macigno voluto da Tremonti con l’art.64 della L.133/08.

Mancanza di copertura o copertura insufficiente.

Alla prova dei fatti, smentendo lo stesso Ministro Profumo, il primo a non crederci è proprio il governo tecnico. Se è vero che con la cultura non si mangia , non è neanche vero che con gli alcolici , la birra o i giochi si salva la scuola.

La scuola non ha bisogno di annunci poi smentiti ma di una forte discontinuità col passato che finora non c’è stata.

Bisogna investire sulla conoscenza e per farlo bisogna essere convinti fino in fondo, avendo un progetto di Paese che guardi al futuro.

Questo è l’unico vero limite del governo Monti che magari nel 2013 ci darà il pareggio di bilancio ma per andare dove? La risposta a questa domanda potrà darcela solo un governo politico uscito dalle urne.

da ScuolaOggi 07.03.12

******

“Il costo della stabilizzazione è di 350 milioni all’anno”, di Flavia Amabile

Parere contrario di Palazzo Chigi. Garantirebbe l’autonomia scolastica. Doccia fredda sulle speranza di 10 mila prof precari. Birra, alcol e giochi non sono sufficienti a coprire le loro assunzioni.

Erano già pronti a brindare, le commissioni Affari Costituzionali e Attività Produttive della Camera avevano dato il via libera all’assunzione, il primo stop ai tagli del personale nella scuola da almeno quattro anni a questa parte. Anche il Pd era pronto a cantare vittoria perché la notizia del tutto insperata arriva da un emendamento presentato dal partito di Bersani.

In realtà dopo un pomeriggio di annunci e di grande speranza in serata è arrivata la doccia fredda. Il passaggio successivo, quello in commissione Bilancio, è stato fatale per i 10 mila prof che si preparavano a guadagnare la tanto attesa cattedra. Il governo ha mostrato dei dubbi sulla copertura economica e quindi si è deciso di rinviare la modifica alla Commissione Industria per un nuovo esame.

L’emendamento approvato dalla Commissione Industria prevedeva come copertura l’aumento delle tasse su birra e alcolici di media gradazione e un aumento del gettito dai giochi. Il governo nella Commissione di merito aveva dato parere favorevole, invece in serata al Bilancio ha cambiato atteggiamento e con il sottosegretario al Tesoro Gianfranco Polillo ha mostrato le sue perplessità.

Dopo una lunghissima discussione si è prima deciso di accantonare l’emendamento per rinviarlo ad un nuovo esame stamattina, prima dell’inizio della discussione sul decreto da parte dell’Aula di Montecitorio. Ma questo non avrebbe permesso di superare l’ostacolo, a meno di trovare una nuova copertura. È stato quindi deciso di rinviare alla Commissione Industria l’emendamento, saranno loro a decidere se l’assunzione può proseguire l’esame oppure no.

Assunzioni congelate di sicuro per una notte, quindi. Che cosa succederà davvero lo si capirà solo stamattina quando le commissioni competenti poche ore prima dell’arrivo in aula del decreto, riprenderanno in mano il dossier alla ricerca di nuove fonti di copertura anche se era già stato calcolato che i soldi per coprire l’operazione (350 milioni l’anno dal 2012-2013) potevano arrivare da un aumento delle tasse sui giochi a montepremi o vincite in denaro (250 milioni ma sarà il ministero dell’Economia assieme ai Monopoli a decidere come) e dalle accise su birra e alcolici (100 milioni).

La norma congelava di fatto l’organico a quello in vigore nell’anno scolastico vigente (2011-2012): 724 mila cattedre per gli insegnanti e 233.100 posti per il personale ausiliario, tecnico e amministrativo.

In questo modo – hanno spiegato Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in VII Commissione alla Camera, e Francesca Puglisi, responsabile scuola del partito – verrà bloccato il trascinamento dei tagli decisi sotto la gestione Gelmini nella scuola primaria e alle superiori.

Venivano poi aggiunti ulteriori 10mila posti per attività di recupero, di integrazione e sostegno agli alunni con bisogni educativi speciali anche per estendere il tempo scuola, in particolare alla primaria e alle medie.

Confermate finora le altre novità per il mondo della scuola previste dagli emendamenti al dl sulle semplificazioni. Chi ha superato il concorso per dirigente scolastico, ma non è rientrato nel contingente del corso di formazione, saràimmesso in ruolo con un corso di formazione e superamento di un colloquio selettivo.

E nasce la scuola sperimentale di dottorato internazionale Gran Sasso science institute (Gssi) per «rilanciare lo sviluppo dei territorio terremotati dell’Abruzzo». La scuola sarà operativa a partire dal 2013-14 in via sperimentale.

La Stampa 07.03.12

******

Scuola, il governo “sospende” 10mila nuove assunzioni Lavoro, giro di vite sulla sicurezza, di Roberto Petrini

Alla Camera le commissioni licenziano il decreto sulle Semplificazioni. L´esecutivo pronto a chiedere la fiducia sul testo, verrebbe votata dall´aula già domani
Grilli ribadisce: “A ottobre aumento Iva al 23%, per ora non ci sono tesoretti per ridurre le tasse”

Ritorno dei controlli per la sicurezza sui luoghi di lavoro e comunicazioni esclusivamente online con la Pubblica amministrazione dal 2014. Sono alcune delle modifiche contenute negli emendamenti al decreto legge sulle Semplificazioni che è stato esaminato ieri dalle commissioni della Camera.
E´ durato invece lo spazio di una giornata l´emendamento che prevedeva 10mila nuove assunzioni nella scuola per sostenere il tempo pieno, finanziate con l´aumento delle tasse sugli alcolici. La misura era stata approvata dalla commissione Industria con parere favorevole del governo, salvo poi saltare nel successivo passaggio in commissione Bilancio. Si proverà a risolvere il nodo stamattina, prima dell´approdo del decreto nell´aula di Montecitorio dove, secondo quanto si apprende, il governo sarebbe intenzionato a chiedere la fiducia sul provvedimento.
Fa intanto un passo in avanti il disegno di legge che introduce il pareggio di bilancio nella nostra Costituzione in sintonia con quanto richiesto con il Trattato “Fiscal compact” firmato nei giorni scorsi dai leader dell´Europa. Infine è tregua armata tra il governo e l´Anci sulla revisione del patto di stabilità che pone paletti ai bilanci, alle spese e agli investimenti dei Comuni. Ieri l´Anci ha incontrato il ministro dell´Interno Anna Maria Cancellieri che ha detto: «Sì al confronto, ma a saldi invariati», anche se le distanze sulla Tesoreria unica restano notevoli tanto da far parlare di scontro.
La semplificazione dei controlli sulle imprese non si applicherà ai controlli relativi a salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Il testo originario escludeva dalla semplificazione dei controlli solo le norme fiscali e finanziarie.
Rimane l´obbligo dell´equilibrio dei conti, come ricorda il viceministro all´Economia Grilli: “A ottobre, come previsto dal Salva Italia, l´Iva salirà al 23%”

La Repubblica 07.03.12

“Una scuola da… sballo”, di Pippo Frisone

Continua il tira-molla sulla scuola. Prima con le dichiarazioni del Ministro Profumo, poi con la bozza del decreto semplificazioni e ancora col testo varato dal consiglio dei ministri e adesso col lavoro delle Commissioni Affari costituzionali e attività produttive della Camera. Al centro la questione degli organici dell’autonomia col corollario dei 10mila posti aggiuntivi da destinare al recupero, al sostegno, ai bisogni educativi speciali e per estendere il tempo scuola e il tempo pieno.

Nel testo finale emanato dal Governo, la ragioneria generale dello Stato faceva prima sparire i 10mila posti aggiuntivi, mentre sull’ organico funzionale cassava ogni riferimento al blocco dei posti in organico di diritto 2011/12 ( 724.000 cattedre e 233.000 ata) .

Nell’esame in Commissione affari costituzionale con 29 si e 13 no passava un emendamento del Pd che reintroducendo il blocco degli organici del 2011/12, stoppava i tagli di trascinamento per il biennio 12/14 nella primaria e per il triennio 12/15 della secondaria e infine riassegnava agli organici funzionali delle scuole 10.000 posti aggiuntivi con le finalità originarie.

Costo dell’operazione 350milioni di euro.

La copertura di questa spesa, destinata all’istruzione, veniva individuata nell’ aumento delle accise su alcolici, birra e giochi. Ma in tarda serata tutto veniva rimesso in discussione.

La Commissione bilancio, a seguito del ribaltone del governo che in quella sede dava parere negativo, rinviava il testo alla Commissione Affari costituzionali, dove tra l’altro uno dei due relatori, quello del pdl, s’era espresso contro l’emendamento.

Tuttavia il tentativo di trovare una soluzione veniva affidato alla Commissione Industria della Camera.

Un ulteriore rimpallo di responsabilità che la dice lunga su quanto pesi il macigno voluto da Tremonti con l’art.64 della L.133/08.

Mancanza di copertura o copertura insufficiente.

Alla prova dei fatti, smentendo lo stesso Ministro Profumo, il primo a non crederci è proprio il governo tecnico. Se è vero che con la cultura non si mangia , non è neanche vero che con gli alcolici , la birra o i giochi si salva la scuola.

La scuola non ha bisogno di annunci poi smentiti ma di una forte discontinuità col passato che finora non c’è stata.

Bisogna investire sulla conoscenza e per farlo bisogna essere convinti fino in fondo, avendo un progetto di Paese che guardi al futuro.

Questo è l’unico vero limite del governo Monti che magari nel 2013 ci darà il pareggio di bilancio ma per andare dove? La risposta a questa domanda potrà darcela solo un governo politico uscito dalle urne.

da ScuolaOggi 07.03.12

******

“Il costo della stabilizzazione è di 350 milioni all’anno”, di Flavia Amabile

Parere contrario di Palazzo Chigi. Garantirebbe l’autonomia scolastica. Doccia fredda sulle speranza di 10 mila prof precari. Birra, alcol e giochi non sono sufficienti a coprire le loro assunzioni.

Erano già pronti a brindare, le commissioni Affari Costituzionali e Attività Produttive della Camera avevano dato il via libera all’assunzione, il primo stop ai tagli del personale nella scuola da almeno quattro anni a questa parte. Anche il Pd era pronto a cantare vittoria perché la notizia del tutto insperata arriva da un emendamento presentato dal partito di Bersani.

In realtà dopo un pomeriggio di annunci e di grande speranza in serata è arrivata la doccia fredda. Il passaggio successivo, quello in commissione Bilancio, è stato fatale per i 10 mila prof che si preparavano a guadagnare la tanto attesa cattedra. Il governo ha mostrato dei dubbi sulla copertura economica e quindi si è deciso di rinviare la modifica alla Commissione Industria per un nuovo esame.

L’emendamento approvato dalla Commissione Industria prevedeva come copertura l’aumento delle tasse su birra e alcolici di media gradazione e un aumento del gettito dai giochi. Il governo nella Commissione di merito aveva dato parere favorevole, invece in serata al Bilancio ha cambiato atteggiamento e con il sottosegretario al Tesoro Gianfranco Polillo ha mostrato le sue perplessità.

Dopo una lunghissima discussione si è prima deciso di accantonare l’emendamento per rinviarlo ad un nuovo esame stamattina, prima dell’inizio della discussione sul decreto da parte dell’Aula di Montecitorio. Ma questo non avrebbe permesso di superare l’ostacolo, a meno di trovare una nuova copertura. È stato quindi deciso di rinviare alla Commissione Industria l’emendamento, saranno loro a decidere se l’assunzione può proseguire l’esame oppure no.

Assunzioni congelate di sicuro per una notte, quindi. Che cosa succederà davvero lo si capirà solo stamattina quando le commissioni competenti poche ore prima dell’arrivo in aula del decreto, riprenderanno in mano il dossier alla ricerca di nuove fonti di copertura anche se era già stato calcolato che i soldi per coprire l’operazione (350 milioni l’anno dal 2012-2013) potevano arrivare da un aumento delle tasse sui giochi a montepremi o vincite in denaro (250 milioni ma sarà il ministero dell’Economia assieme ai Monopoli a decidere come) e dalle accise su birra e alcolici (100 milioni).

La norma congelava di fatto l’organico a quello in vigore nell’anno scolastico vigente (2011-2012): 724 mila cattedre per gli insegnanti e 233.100 posti per il personale ausiliario, tecnico e amministrativo.

In questo modo – hanno spiegato Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in VII Commissione alla Camera, e Francesca Puglisi, responsabile scuola del partito – verrà bloccato il trascinamento dei tagli decisi sotto la gestione Gelmini nella scuola primaria e alle superiori.

Venivano poi aggiunti ulteriori 10mila posti per attività di recupero, di integrazione e sostegno agli alunni con bisogni educativi speciali anche per estendere il tempo scuola, in particolare alla primaria e alle medie.

Confermate finora le altre novità per il mondo della scuola previste dagli emendamenti al dl sulle semplificazioni. Chi ha superato il concorso per dirigente scolastico, ma non è rientrato nel contingente del corso di formazione, saràimmesso in ruolo con un corso di formazione e superamento di un colloquio selettivo.

E nasce la scuola sperimentale di dottorato internazionale Gran Sasso science institute (Gssi) per «rilanciare lo sviluppo dei territorio terremotati dell’Abruzzo». La scuola sarà operativa a partire dal 2013-14 in via sperimentale.

La Stampa 07.03.12

******

Scuola, il governo “sospende” 10mila nuove assunzioni Lavoro, giro di vite sulla sicurezza, di Roberto Petrini

Alla Camera le commissioni licenziano il decreto sulle Semplificazioni. L´esecutivo pronto a chiedere la fiducia sul testo, verrebbe votata dall´aula già domani
Grilli ribadisce: “A ottobre aumento Iva al 23%, per ora non ci sono tesoretti per ridurre le tasse”

Ritorno dei controlli per la sicurezza sui luoghi di lavoro e comunicazioni esclusivamente online con la Pubblica amministrazione dal 2014. Sono alcune delle modifiche contenute negli emendamenti al decreto legge sulle Semplificazioni che è stato esaminato ieri dalle commissioni della Camera.
E´ durato invece lo spazio di una giornata l´emendamento che prevedeva 10mila nuove assunzioni nella scuola per sostenere il tempo pieno, finanziate con l´aumento delle tasse sugli alcolici. La misura era stata approvata dalla commissione Industria con parere favorevole del governo, salvo poi saltare nel successivo passaggio in commissione Bilancio. Si proverà a risolvere il nodo stamattina, prima dell´approdo del decreto nell´aula di Montecitorio dove, secondo quanto si apprende, il governo sarebbe intenzionato a chiedere la fiducia sul provvedimento.
Fa intanto un passo in avanti il disegno di legge che introduce il pareggio di bilancio nella nostra Costituzione in sintonia con quanto richiesto con il Trattato “Fiscal compact” firmato nei giorni scorsi dai leader dell´Europa. Infine è tregua armata tra il governo e l´Anci sulla revisione del patto di stabilità che pone paletti ai bilanci, alle spese e agli investimenti dei Comuni. Ieri l´Anci ha incontrato il ministro dell´Interno Anna Maria Cancellieri che ha detto: «Sì al confronto, ma a saldi invariati», anche se le distanze sulla Tesoreria unica restano notevoli tanto da far parlare di scontro.
La semplificazione dei controlli sulle imprese non si applicherà ai controlli relativi a salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Il testo originario escludeva dalla semplificazione dei controlli solo le norme fiscali e finanziarie.
Rimane l´obbligo dell´equilibrio dei conti, come ricorda il viceministro all´Economia Grilli: “A ottobre, come previsto dal Salva Italia, l´Iva salirà al 23%”

La Repubblica 07.03.12

Le donne e la politica, venerdì a San Felice Ghizzoni e Malaguti

L’on. Ghizzoni e l’assessore provinciale Malaguti relatrici dell’incontro alla Rocca Estense. Il segno positivo che le donne impegnate in politica riescono a lasciare sul loro percorso: di questo si parlerà la sera di venerdì 9 marzo alla Rocca di San Felice nel corso di un incontro organizzato dal circolo locale del Pd. “Donne politicamente parlando”. È questo il titolo dell’incontro organizzato per venerdì 9 marzo a San Felice in occasione della Festa della donna. “Il Partito democratico di San Felice – spiega la segretaria del locale circolo Pd Licia Spinelli – festeggia la giornata internazionale della donna con una iniziativa incentrata sul rapporto tra le donne e la politica. Quello che vogliamo evidenziare è il ruolo e l’autorevolezza politica delle donne, quanto il loro punto di vista sia stato e tuttora sia fondamentale sui temi che più interessano la nostra società: lavoro, sviluppo economico, welfare, politiche sociali e tanto altro”. Relatrici dell’incontro sono due donne impegnate politicamente che, con il loro lavoro, stanno lasciando un segno positivo nelle scelte politiche nazionali e provinciali: la parlamentare Manuela Ghizzoni e l’assessore provinciale all’istruzione Elena Malaguti. L’iniziativa si terrà, quindi, venerdì 9 marzo, presso la Rocca Estense di San Felice, a partire dalle ore 21.00.

"Carroccio in picchiata e in totale isolamento", di Marcello Sorgi

A meno di due mesi dal voto amministrativo, lo scandalo milanese si abbatte su una Lega in piena crisi e in totale isolamento, specie dopo le ultime infelici uscite di Bossi su Monti che al Nord rischierebbe la vita. Le vicende giudiziarie hanno sempre avuto un peso particolare su un elettorato, come quello leghista, manettaro e antiromano, anche se negli anni l’atteggiamento del leader del Carroccio verso la magistratura è diventato via via più critico. Ma se solo si riflette sull’ultima fase della collaborazione con Berlusconi, sull’appoggio dato dai parlamentari della Lega alle leggi "ad personam" e nelle votazioni sulle autorizzazioni a procedere e all’arresto per gli esponenti del Pdl coinvolti in indagini, il rumore di fondo della pancia leghista nell’ultimo anno è sempre stato in crescendo.

Altri tempi: dopo tre anni al governo (più i cinque della legislatura 2001-2006), la Lega vive con evidente difficoltà il ritorno all’opposizione e il progressivo deterioramento dei rapporti con il Pdl. Alla nascita del governo Monti sembrava che il filo dell’alleanza, su cui tra l’altro si reggono le giunte delle tre principali regioni del Nord, potesse ancora reggere e sopravvivere a quella che il Pdl per primo presentava come una parentesi. Poi, man mano che i tecnici e la maggioranza tripartita hanno messo radici, con Berlusconi che parla apertamente di un proseguimento dell’esperienza anche dopo le elezioni del 2013, il solco tra i due partiti è divenuto più profondo, fino agli ultimi giorni in cui Bossi da una parte e Alfano dall’altra hanno parlato apertamente di fine dell’alleanza, che pure a fasi alterne durava da quasi vent’anni.

Tra le file del Carroccio, al di là delle prese di posizione ufficiali di Bossi e degli ex ministri, cresce la preoccupazione. I sondaggi, confortanti nel primo periodo di opposizione, cominciano a rivelare un’ emorragia di voti, legata al consenso crescente che anche nell’elettorato nordista il governo si sta guadagnando con la sua opera di risanamento. Inoltre Berlusconi, inattivo in tutta la prima fase dopo la nascita del governo, da due settimane s’è rimesso in attività. Come è spesso accaduto, nessuno è in grado di valutare quali saranno gli effetti dell’imprevedibile campagna che il Cavaliere ha intrapreso a favore di Monti e di se stesso. Ma se la Lega puntava a pescare nel disorientamento degli elettori berlusconiani, conseguente alla caduta del governo di centrodestra, adesso dovrà mettere in conto che anche questo sarà più difficile.

La Stampa 07.03.12

“Carroccio in picchiata e in totale isolamento”, di Marcello Sorgi

A meno di due mesi dal voto amministrativo, lo scandalo milanese si abbatte su una Lega in piena crisi e in totale isolamento, specie dopo le ultime infelici uscite di Bossi su Monti che al Nord rischierebbe la vita. Le vicende giudiziarie hanno sempre avuto un peso particolare su un elettorato, come quello leghista, manettaro e antiromano, anche se negli anni l’atteggiamento del leader del Carroccio verso la magistratura è diventato via via più critico. Ma se solo si riflette sull’ultima fase della collaborazione con Berlusconi, sull’appoggio dato dai parlamentari della Lega alle leggi "ad personam" e nelle votazioni sulle autorizzazioni a procedere e all’arresto per gli esponenti del Pdl coinvolti in indagini, il rumore di fondo della pancia leghista nell’ultimo anno è sempre stato in crescendo.

Altri tempi: dopo tre anni al governo (più i cinque della legislatura 2001-2006), la Lega vive con evidente difficoltà il ritorno all’opposizione e il progressivo deterioramento dei rapporti con il Pdl. Alla nascita del governo Monti sembrava che il filo dell’alleanza, su cui tra l’altro si reggono le giunte delle tre principali regioni del Nord, potesse ancora reggere e sopravvivere a quella che il Pdl per primo presentava come una parentesi. Poi, man mano che i tecnici e la maggioranza tripartita hanno messo radici, con Berlusconi che parla apertamente di un proseguimento dell’esperienza anche dopo le elezioni del 2013, il solco tra i due partiti è divenuto più profondo, fino agli ultimi giorni in cui Bossi da una parte e Alfano dall’altra hanno parlato apertamente di fine dell’alleanza, che pure a fasi alterne durava da quasi vent’anni.

Tra le file del Carroccio, al di là delle prese di posizione ufficiali di Bossi e degli ex ministri, cresce la preoccupazione. I sondaggi, confortanti nel primo periodo di opposizione, cominciano a rivelare un’ emorragia di voti, legata al consenso crescente che anche nell’elettorato nordista il governo si sta guadagnando con la sua opera di risanamento. Inoltre Berlusconi, inattivo in tutta la prima fase dopo la nascita del governo, da due settimane s’è rimesso in attività. Come è spesso accaduto, nessuno è in grado di valutare quali saranno gli effetti dell’imprevedibile campagna che il Cavaliere ha intrapreso a favore di Monti e di se stesso. Ma se la Lega puntava a pescare nel disorientamento degli elettori berlusconiani, conseguente alla caduta del governo di centrodestra, adesso dovrà mettere in conto che anche questo sarà più difficile.

La Stampa 07.03.12

"Immigrati cittadini. Più di 100mila firme per cambiare l’Italia", di Mariagrazia Gerina

«Forse c’è un’Italia che è più avanti di chi la rappresenta», suggeriscono, con un certo orgoglio, i promotori che quell’Italia se la sono andata a cercare firma per firma. Alla fine, ne contano più di centomila, raccolte coi banchetti, comune per comune. Tante, più di 35mila, vengono dal profondo Nord, dalla Lombardia, dal Veneto, dal Piemonte. Territorio di caccia per la Lega. Nomi e cognomi di chi, da italiano, vuole che le regole di accesso alla cittadinanza cambino. Perché non è possibile che chi nasce in Italia ma è figlio di immigrati debba sentirsi straniero. Si riparte da qui, hanno detto con la loro firma a sostegno delle due proposte di legge di iniziativa popolare, che il comitato L’Italia sono anch’io ha consegnato ieri a Montecitorio. La prima stabilisce che «chi nasce in Italia da almeno un genitore legalmente presente in Italia da un anno è italiano». Subito. Come pure i bambini che in Italia hanno frequentato le scuole. Senza aspettare i 18 anni anche solo per fare domanda. Mentre gli adulti possono diventarlo dopo 5 anni di soggiorno regolare. E sempre dopo cinque anni, secondo quanto recita la seconda proposta di legge, possono accedere al voto amministrativo. Votare ed essere votati. Adesso tocca al Parlamento fare i conti con questa mobilitazione. Di firme a sostegno ne servivano 50mila. Il Comitato promotore – Arci, Acli, Caritas, Centro Astalli, Cgil, Feltrinelli, Cnca, Chiese Evangelinche, Seconde generazioni, Libera, Tavola per la Pace, Cnca, il Comitato 1mo Marzo, Emmaus Italia, Fondazione Migrantes,Lunaria, Il Razzismo Brutta Storia, Terra del Fuoco – ne ha raccolte il doppio: 109.268 per lo ius soli, 106.329 per il diritto al voto. «Siamo sicuri che chi siede in parlamento non vorrà deludere queste attese», fa pressione Graziano Derio, sindaco di Reggio Emilia e presidente dell’Anci, l’associazione dei comuni italiani: «Chi paga le tasse ha diritto al voto e, come fu per il voto alle donne, questa è una battaglia che riguarda tutti, non solo gli immigrati». SUBITO LA DISCUSSIONE «È già tardi, veniamo da trent’anni di politiche fallimentari, mosse da una malintesa ricerca del consenso », avverte il presidente dell’Arci, Paolo Beni, invocando, insieme a Filippo Miraglia, «uno sforzo collettivo per un nuovo patto di convivenza ». Sulle politiche per l’immigrazione «occorre invertire la rotta», scandisce d’altra parte padre Giovanni Lamanna, direttore del Centro Astalli. «C’è tempo anche in questo scorcio di leglislatura», aggiunge Antonio Russo, delle Acli. «Non si tratta di gentili concessioni ma di far maturare la democrazia in questo paese», ricorda Massimo Aquilante, a nome delle Chiese Evangeliche. «Abbiamo generato nel Paese una discussione molto ricca», rivendica Vera Lamonica a nome della Cgil. Mentre «tempi celeri per la discussione nelle aule parlamentari», invoca il Forum Immigrazione del Pd, che ha aderito fin dall’inizio alla campagna di raccolta firme. «Questa è una grande questione nazionale che deve essere affrontata a salvaguardia di milioni di donne e uomini che contribuiscono alla ricchezza economica e sociale del nostro Paese ».❖

L’Unità 07.03.12

“Immigrati cittadini. Più di 100mila firme per cambiare l’Italia”, di Mariagrazia Gerina

«Forse c’è un’Italia che è più avanti di chi la rappresenta», suggeriscono, con un certo orgoglio, i promotori che quell’Italia se la sono andata a cercare firma per firma. Alla fine, ne contano più di centomila, raccolte coi banchetti, comune per comune. Tante, più di 35mila, vengono dal profondo Nord, dalla Lombardia, dal Veneto, dal Piemonte. Territorio di caccia per la Lega. Nomi e cognomi di chi, da italiano, vuole che le regole di accesso alla cittadinanza cambino. Perché non è possibile che chi nasce in Italia ma è figlio di immigrati debba sentirsi straniero. Si riparte da qui, hanno detto con la loro firma a sostegno delle due proposte di legge di iniziativa popolare, che il comitato L’Italia sono anch’io ha consegnato ieri a Montecitorio. La prima stabilisce che «chi nasce in Italia da almeno un genitore legalmente presente in Italia da un anno è italiano». Subito. Come pure i bambini che in Italia hanno frequentato le scuole. Senza aspettare i 18 anni anche solo per fare domanda. Mentre gli adulti possono diventarlo dopo 5 anni di soggiorno regolare. E sempre dopo cinque anni, secondo quanto recita la seconda proposta di legge, possono accedere al voto amministrativo. Votare ed essere votati. Adesso tocca al Parlamento fare i conti con questa mobilitazione. Di firme a sostegno ne servivano 50mila. Il Comitato promotore – Arci, Acli, Caritas, Centro Astalli, Cgil, Feltrinelli, Cnca, Chiese Evangelinche, Seconde generazioni, Libera, Tavola per la Pace, Cnca, il Comitato 1mo Marzo, Emmaus Italia, Fondazione Migrantes,Lunaria, Il Razzismo Brutta Storia, Terra del Fuoco – ne ha raccolte il doppio: 109.268 per lo ius soli, 106.329 per il diritto al voto. «Siamo sicuri che chi siede in parlamento non vorrà deludere queste attese», fa pressione Graziano Derio, sindaco di Reggio Emilia e presidente dell’Anci, l’associazione dei comuni italiani: «Chi paga le tasse ha diritto al voto e, come fu per il voto alle donne, questa è una battaglia che riguarda tutti, non solo gli immigrati». SUBITO LA DISCUSSIONE «È già tardi, veniamo da trent’anni di politiche fallimentari, mosse da una malintesa ricerca del consenso », avverte il presidente dell’Arci, Paolo Beni, invocando, insieme a Filippo Miraglia, «uno sforzo collettivo per un nuovo patto di convivenza ». Sulle politiche per l’immigrazione «occorre invertire la rotta», scandisce d’altra parte padre Giovanni Lamanna, direttore del Centro Astalli. «C’è tempo anche in questo scorcio di leglislatura», aggiunge Antonio Russo, delle Acli. «Non si tratta di gentili concessioni ma di far maturare la democrazia in questo paese», ricorda Massimo Aquilante, a nome delle Chiese Evangeliche. «Abbiamo generato nel Paese una discussione molto ricca», rivendica Vera Lamonica a nome della Cgil. Mentre «tempi celeri per la discussione nelle aule parlamentari», invoca il Forum Immigrazione del Pd, che ha aderito fin dall’inizio alla campagna di raccolta firme. «Questa è una grande questione nazionale che deve essere affrontata a salvaguardia di milioni di donne e uomini che contribuiscono alla ricchezza economica e sociale del nostro Paese ».❖

L’Unità 07.03.12