Tutti gli articoli relativi a: cose che scrivo

Un esercito di precari con otto anni in più – Manuela Ghizzoni 08.09.14

Solo in provincia di Modena i precari sono il 30% del corpo docente. E’ un dato locale rappresentativo dei temi affrontati nel dibattito di ieri alla Festa de l’Unità di Modena a cui ho partecipato. Ne traggo alcune considerazioni, in merito al primo capitolo de #labuonascuola sulle soluzioni al problema del precariato storico (non mi riferisco quindi ai precari più giovani recentemente abilitati attraverso i TFA e i PAS: anche nei loro confronti chi ha la responsibilità delle politiche scolastiche del PD porrà la massima attenzione ed elaborerà delle proposte rispettosa della loro formazione e delle loro attese:) 1 – dall’ 1 settembre 2015 si annuncia un’assunzione di precari molto significativa (150.000), un “plotone” di nuovi insegnanti di ruolo che potrà favorire la serenità del lavoro ai docenti e la continuità didattica ai ragazzi. (v. “La buona scuola” – tabella pag. 34 http://passodopopasso.italia.it/video/la-buona-scuola). Mi appello alla memoria, esercizio sempre utile e poco praticato, per tornare al piano Fioroni – Bastico del 2007 che già prevedeva la stabilizzazione dello stesso numero di insegnanti in tre anni, …

Programma #labuonauniversitaericerca, scenari e proposte oltre gli slogan – Manuela Ghizzoni 04.09.14i

C’è la necessità di un progetto #labuonauniversitaericerca, per parafrasare il programma lanciato dal governo in ambito scolastico? E’ la domanda alla quale proveremo a rispondere nel dibattito che alle 18 si terrà a Saperi 2.0 Festa nazionale tematica PD su Scuola e Università – che si sta svolgendo a Orvieto – e al quale parteciperò insieme alla ministra Giannini e ad autorevoli rappresentanti del mondo accademico, della ricerca e delle istituzioni, tra cui Giovanni Fabrizio Bignami, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e Maria Cristina Pediccio, presidente dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale. C’è la necessità di un progetto #labuonauniversitaericerca, per parafrasare il programma lanciato dal governo in ambito scolastico? E’ la domanda alla quale proveremo a rispondere nel dibattito che alle 18 si terrà a Saperi 2.0 Festa nazionale tematica PD su Scuola e Università – che si sta svolgendo a Orvieto – e al quale parteciperò insieme alla ministra Giannini…… Se abbiamo in mente – per usare le parole del premier Renzi – di “costruire la crescita dei prossimi vent’anni” nonché – aggiungo …

Passo dopo passo ma con i piedi per terra – Manuela Ghizzoni 30.08.14

Valuto positivamente che ieri il Consiglio dei Ministri non abbia varato la (nuova) riforma della scuola. Valuto negativamente che non abbia approvato la norma sul pensionamento dei cosiddetti Q96Scuola (ho già detto che é una denominazione fuorviante, ma la richiamo per brevità: affrettiamoci a trovarne una più consona), ma a questo solo provvedimento avrebbe dovuto limitarsi. Il perché l’ho scritto in un precedente post: basta con le riforme calate dall’alto. Apprezzo quindi l’intenzione espressa dal Premier di un “percorso partecipato sulla scuola”. Un percorso che dovrà dare frutti per il prossimo anno scolastico, e non per quello che è alle porte. Anche le soluzioni anticipate per affrontare la piaga del precariato avranno validità solo dal 2015/2016 e credo che la legge di stabilità sia uno degli strumenti per darne attuazione concreta. Che si inauguri quindi il cantiere per “la nuova scuola”, nel quale arruolare idee, proposte, suggestioni proprio a partire dal mondo della scuola. Con una sola raccomandazione: che non sia un cantiere interminabile, all’italienne… Di certo, la delusione per il rinvio è la reazione …

Chi ascolta le voci della scuola? – Manuela Ghizzoni

Oggi i quotidiani dedicano ampio spazio alla riforma della scuola. Poiché l’annuncio è stato dato ieri dalla ministra Giannini solo per titoli, che si sommano a quelli pronunciati da Renzi il giorno precedente, i resoconti giornalistici sono diventati un florilegio di ipotesi e retroscena. Poca informazione quindi (e come potrebbe essere diversamente dato che un testo nero su bianco non c’è), ma tante illazioni (il numero dei verbi al condizionale raggiunge infatti vette da primato!). Pertanto non è sulla riforma “rivoluzionaria” che voglio soffermarmi. Non mancherà l’occasione dopo il 29, a carte scoperte, quando sapremo esattamente quali strumenti il governo metterà in campo per valorizzare la professione docente. Magari si potrebbe iniziare basando gli apprendimenti dei ragazzi sulle competenze, o dando gambe all’autonomia delle istituzioni scolastiche, o magari “liberando” quel personale della scuola che per un mero errore della riforma Fornero si appresta ad iniziare un altro anno scolastico, sempre che il 29 non venga varato un decreto ad hoc come richiesto da tanti dopo il dietro front nel DL Madia. Mi soffermo, invece, sul …

#SmartCitiesNazionali 48 progetti di social innovation abbandonati: il PD interroga il ministro

Due anni di pantano burocratico, nel quale stanno affogando le speranze e il talento dei giovani ricercatori vincitori del bando Smart Cities and Communitie, del 2012. Dall’ammissione al finanziamento (28 febbraio 2013), non un solo euro è stato attribuito ai progetti. Perchè? Lo abbiamo chiesto al ministro Giannini. INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE GHIZZONI, BRATTI, BRAGA. Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Per sapere Premesso che: in coerenza con gli orientamenti europei di “Horizon 2020, con decreto direttoriale del 5 luglio 2012, n. 391 il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca indiceva il bando Smart Cities and Communities, che assegnava 655,5 milioni di euro (di cui 170 milioni di euro di contributo nella spesa e 485,5 milioni di euro per il credito agevolato) per interventi e per lo sviluppo di Città intelligenti su tutto il territorio nazionale; una quota della dotazione finanziaria, pari a 25 milioni di euro, veniva destinata a Progetti di Innovazione Sociale presentati da giovani ricercatori, di età non superiore ai 30 anni, relativi a soluzioni tecnologicamente innovative per risolvere …

I condoni, di Roberto Petrini

La strizzatina d’occhio c’era stata nell’estate del 2011, quando il governo Berlusconi ancora in carica cominciava a navigare nella tempesta della crisi finanziaria che avrebbe portato il paese sull’orlo del baratro. Un manipolo di quaranta deputati guidati dall’azzurro Amedeo Laboccetta firmò una lettera a favore di un condono fiscale tombale. In autunno Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera disse che si doveva discutere dell’argomento «senza tabù». Arrivò anche Scilipoti che affermò senza pudore: «Milioni di italiani ci chiedono il condono ». Il governo cadde nelle settimane successive e non se ne fece nulla ma il meccanismo che si era messo in moto era assai simile a quello del dicembre del 2001 quando, durante la discussione della Finanziaria, l’azzurro Gianfranco Conte lanciò l’idea del «condono di Natale»: in prima battuta l’operazione fu bloccata ma sei mesi dopo le truppe d’assalto, da Daniela Santanché allo stesso Cicchitto, tornarono a chiedere a viva voce la sanatoria, che Berlusconi annunciò a settembre, a Bari, alla Fiera del Levante. Fu una carneficina: forse il più grande condono della storia …

"Sostiene Lavitola", di Massimo Gramellini

Se questa lettera è falsa, mette spavento. Se è vera, molto di più. Fra i documenti sequestrati dalla magistratura al faccendiere Valter Lavitola spunta un appello chilometrico e accorato a Berlusconi. Il cosiddetto direttore del fu «Avanti!». Lavitola appunto, lo avrebbe scritto alla vigilia dell’ultimo Natale dal rifugio di Rio de Janeiro, prima di rientrare in Italia e consegnarsi alla giustizia. Parole in libertà, anche dalla grammatica, che raccontano gli ultimi anni di questo disgraziato Paese meglio di un trattato politico o di una gag di Cetto La Qualunque, dando corpo ai sospetti, alle angosce e alle vergogne che hanno tratteggiato il crepuscolo del regimetto silviesco. Riporterò un’antologia di brani scelti, limitandomi a qualche commento in corsivo che dedico al fustigatore dei Lavitola di ogni epoca: Totò. «Sig. Presidente, La prego di scusarmi se, con la consuetudine che lei mi ha concesso, Le scrivo con estrema chiarezza (In quel mondo di maneggi fumosi la chiarezza è una colpa da dichiarare preventivamente). Leggere che Lei mi accomunava ad un mafioso mi ha fatto molto male e …