Tutti gli articoli relativi a: economia

"I mercati scommettono sul super-euro dei Paesi nordici", di Tonia Mastrobuoni

Ogni tanto riemerge, come un fiume carsico. L’idea di un euro “dei forti”, di una supermoneta dei “fittest”, di chi è darwinianamente più adatto al mondo globalizzato. Un euro-nocciolo dei paesi nordici con le loro robuste e austere economie. E tutti gli altri fuori, con buona pace dell’Europa. E ogni volta quest’ipotesi viene ricacciata con sdegno nel dimenticatoio da un coro unanime di economisti e politici. L’ultima volta nove mesi fa, quando un’indiscrezione sulla presunta intenzione di Merkel e Sarkozy di restringere l’area della moneta unica escludendo «chi non ce la può fare» fu rilanciata dall’autorevole Reuters ma non ebbe conferme né seguiti. Nell’ultima settimana, tuttavia, osservando l’andamento dei titoli di Stato dell’Eurozona, il sospetto che stavolta siano i mercati a scommettere su una divisione del Vecchio continente, è forte. Proprio mentre la Ue sta facendo passi importanti verso l’integrazione bancaria, politica e fiscale, gli investitori sembrano aver già compiuto la loro scelta. Ed è cominciata una gara a chi arriva prima: i politici che hanno accelerato per disegnare un’architettura unitaria o il mercato che …

"Terremoto, la fabbrica dei reni artificiali riparte sotto i tendoni", di Martina Castigliani

Un distretto biomedicale tra i più avanzati d’Europa e nel mondo. Per questo motivo era ricordata la zona industriale di Mirandola fino a qualche mese fa, poi il terremoto ha reso inagibili fabbriche e capannoni, costringendo un intero territorio a ricominciare da capo. Tra le aziende colpite anche la Bellco, una delle prime fornitrici di impianti di dialisi per i reparti di nefrologia in giro per il territorio nazionale e internazionale e tra le prime a ripartire. Ad un mese e mezzo dal sisma crolli e disagi sembrano già il passato: non hanno fermato l’attività delle aziende del distretto che costrette dalla necessità hanno allestito tendoni e tensostrutture sotto le quali continuano i lavori e la ricerca. La Bellco è tra quelle industrie di Mirandola che, nonostante le due scosse del maggio scorso, non ha potuto fermare la distribuzione di materiale sanitario e ha dovuto cercare di rimettersi in moto il prima possibile per non perdere clienti. “Il nostro obiettivo”, spiega il presidente Antonio Leone, “era quello di non mancare l’appuntamento con i nostri pazienti. …

"Non ci sarà una manovra-bis gli economisti fiduciosi la recessione pesa poco sul deficit", di Roberto Petrini

L’Italia è sotto scacco. Ma, dicono gli economisti, ancora non è scatto matto e il nostro Paese può uscire dall’angolo in cui si è cacciato. Moody’s, il Fondo monetario e i mercati ci hanno messo sotto osservazione per verificare se e in che misura riusciremo a raggiungere quattro obiettivi fondamentali: l’attuazione delle riforme, il contenimento del debito e del deficit, il rilancio della crescita e la stabilità politica del dopo-Monti. Il primo problema che il duo Monti-Grilli ha di fronte è quello di scongiurare o limitare i danni del circolo vizioso austeritàrecessione- austerità: l’effetto depressivo delle manovre fin qui realizzate si sta già traducendo, secondo il Fondo monetario internazionale, in un calo del Pil di un punto e mezzo. Ma un’economia in recessione significa anche allontanamento dal doppio obiettivo di un più basso rapporto tra debito e Pil e di un deficit a zero. E questo ci potrebbe portare, secondo la logica, a una nuova manovra di austerità, in un vortice senza fine che ci ricorda molto la sindrome greca. LA FRENATA DEL 2012 Ma …

"Garantire subito la stabilità", di Stefano Lepri

Senza inseguire fantasie di complotti, senza ascoltare gli arzigogoli dei nostri politici, la nuova valutazione di Moody’s sull’Italia è utile per riflettere meglio su come funziona la finanza globale. I mercati veri ne hanno tenuto scarso conto, in breve riportando i tassi dei titoli italiani dove stavano prima; l’importanza delle tre discusse agenzie di rating è oltretutto in calo, per recenti scelte delle istituzioni ufficiali. Tuttavia i mercati finanziari sono un luogo dove si gioca d’azzardo. Ha poco senso domandarsi se Moody’s sia in malafede o no: nei casinò c’è chi fa delle scommesse, c’è chi ne fa delle altre. Alla base delle scommesse sono andamenti economici reali, ma il processo per cui una scommessa finanziaria si vince o si perde ha alla fine un rapporto assai mediato e contorto con gli eventi concreti del lavoro e del risparmio. Sopravvivere alla continua instabilità comporta: primo, che l’Europa non può più resistere così come è strutturata adesso; secondo, che la politica italiana non si può continuare a fare come la si è fatta fino adesso. Questo …

"Il capriccio del Qatar", di Gad Lerner

IL dominio della finanza sull’economia reale continua a riservarci sorprese poco gradevoli, accelerando il dirottamento della ricchezza mondiale verso latitudini remote. L’ultimo capriccio della storia si chiama Qatar. Chi l’avrebbe detto che in pochi decenni un lembo di terra arida e periferica, benedetta dal petrolio e dal gas naturale, avrebbe generato un progetto di egemonia mondiale fondato, anziché sull’ortodossia islamica dell’Arabia Saudita, sulla seduzione contemporanea dei canali televisivi, dello sport e dell’estetica globale (abbigliamento e auto di lusso)? Evitiamo inutili allarmismi sulla prossima spoliazione del Belpaese, anche se il limitrofo tragitto greco non promette nulla di buono: la contemporanea cessione all’emiro del Qatar dei nostri stranieri d’oro Ibrahimovic e Thiago Silva (in via di esportazione al “suo” Paris Saint Germain), nonché della maison Valentino strapagata 700 milioni di euro, rappresentano movimenti di capitale finanziario per sua natura apolide piuttosto che cessioni di asset nazionali strategici. Ma è probabile che se Berlusconi vende i suoi gioielli a Al-Thani lo faccia in vista di business più sostanziosi: torna in politica giocando in difesa, deve mettere in sicurezza …

"La Germania davanti al bivio", di Barbara Spinelli

A volte, quando critichiamo Angela Merkel, dimentichiamo quel che sta succedendo in Germania: l’astio che domina tanti commenti di cittadini e politici, contro un’Europa del Sud che sta divenendo loro estranea. L’esigenza democratica, che si mescola ambiguamente a un nuovo nazionalismo e che spinge i tedeschi a fidarsi quasi solo della Corte costituzionale: proprio ieri, la Corte ha iniziato l’esame degli impegni presi da Berlino a Bruxelles, per verificare la loro compatibilità con la sovranità del popolo e del parlamento. Il Sud Europa non si stanca di ammonire Berlino, evocando l’espandersi di sentimenti antitedeschi. Ma conoscono poco i sentimenti antieuropei che si addensano in Germania. Citiamo, fra gli epiteti usati dai frequentatori dei giornali sul web, i più significativi: gli italiani, greci, spagnoli, portoghesi sono scrocconi, parassiti, perfidi, svergognati. Puntando l’indice sul passato tedesco, sono soprattutto ricattatori. Sono «cani, e che abbaino pure alla loro altezza ». Un lettore conclude: «Chi ha amici simili, non ha più bisogno di nemici». L’astio colpisce anche europeisti come gli ex cancellieri Schmidt e Kohl, i verdi Trittin e …

"Chi sono i veri anti-italiani che giocano solo per se stessi", di Francesco Cundari

Non si ricorda una dichiarazione di un presidente di Confindustria che sia stata sommersa da tante e così pesanti critiche come è accaduto con le parole pronunciate da Giorgio Squinzi a proposito di «macelleria sociale». Dopo la replica di Mario Monti, che lo ha accusato di far salire lo spread, le critiche più pesanti sono venute dal fior fiore dell’alta finanza, da Marco Tronchetti Provera a Luca Cordero di Montezemolo, secondo il quale le dichiarazioni di Squinzi «non si addicono a un presidente di Confindustria». Il direttore di Repubblica ha parlato addirittura di «ribellismo delle classi dirigenti», «tono sguaiato da organizzazione alla deriva», «pulsioni anarcoidi». Ma cosa aveva detto di tanto grave il presidente di Confindustria? Queste le sue parole esatte: «Dal mio punto di vista dobbiamo evitare quella che proprio davanti al presidente io ho definito macelleria sociale, però nello stesso tempo dobbiamo razionalizzare, dobbiamo semplificare la pubblica amministrazione, perché abbiamo sicuramente delle ridondanze che vanno eliminate». Sembra incredibile, viste le reazioni, ma la scandalosa affermazione di Squinzi sulla «macelleria sociale» era tutta qui. …