Tutti gli articoli relativi a: economia

"Sindacati uniti oggi in piazza con giovani e precari", di Marco Tedeschi

«Lavoro», «welfare», «crescita» e «fisco», sono le parole d’ordine che tengono uniti i sindacati confederali, oggi a Roma per la manifestazione nazionale dal titolo «Il valore del lavoro». Cgil, Cisl e Uil, si troveranno in piazza della Repubblica (Esedra) alle 10,30. Il corteo arriverà un’ora dopo in piazza del Popolo, da dove parleranno i tre segretari generali Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Di pomeriggio sarà la volta dei precari legati nella rete «Il nostro tempo è adesso», che manifesteranno contro la riforma Fornero e per «La meglio gioventù» che resta in Italia. Si ritroveranno dalle 18 alle 22 in piazza Farnese, sempre nella capitale. Una giornata di mobilitazione, inizialmente prevista per il due giugno e poi rimandata per via del terremoto in Emilia, che ieri è stata anticipata dalle dichiarazioni dei tre leader sindacali, intervenuti alla seconda conferenza nazionale del Pd sul Lavoro: «Dovremo annunciare mobilitazioni e nuovi scioperi contro l’insopportabile iniquità con cui si è esercitato il rigore», ha premesso Camusso. Gli organizzatori prevedono una grande partecipazione e segnalano l’arrivo nella capitale …

Fassina: Nostro obiettivo etico e politico è la persona che lavora

Relazione introduttiva di Stefano Fassina Seconda conferenza Nazionale per il Lavoro. La nostra Seconda Conferenza Nazionale per il Lavoro cade in una fase difficilissima per l’Italia e per l’Europa. Il nostro pensiero e il nostro abbraccio va innanzitutto agli uomini e alle donne dell’Emilia colpiti da un terremoto infinito. Siamo con voi, vi siamo vicini con solidarietà fattiva. Per ricostruire. Per produrre speranza. Per riaprire il futuro, vostro e dell’Italia. È trascorso un anno esatto dalla nostra prima Conferenza Nazionale per il Lavoro a Genova. Il quadro europeo si è aggravato. Le scelte sbagliate dei conservatori tedeschi e francesi, sostenute da larga parte delle tecnocrazie di Bruxelles, Francoforte e Parigi, hanno acutizzato le tensioni finanziarie sulle economie periferiche dell’Eurozona. La Grecia è al collasso politico e economico perché il Memorandum è insostenibile. Sarebbe stato utile un segnale di disponibilità da parte dei leader dell’area euro per rivedere il Memorandum in vista delle elezioni di domenica prossima. Purtroppo, non e arrivato. A metà Novembre scorso, grazie in particolare al Pd, è nato il Governo Monti. L’Italia …

"Europa, va a scuola da Keynes", di Amartya Sen

La via dell’inferno è lastricata di buone intenzioni: se questa massima avesse bisogno di una conferma, potremmo trovarla nella crisi europea. Le intenzioni, indubbiamente apprezzabili ma non lungimiranti, dei politici dell’Ue appaiono inadeguate al compito di risanare l’economia europea. Provocando anzi condizioni di miseria, confusione e caos. E ciò per due ragioni. Innanzitutto, a volte anche le intenzioni più rispettabili mancano di lucidità: di fatto, i fondamenti dell’attuale politica di austerità, in un contesto di rigidezza come quello dell’Unione monetaria europea (in assenza di un’unione fiscale) non costituiscono certo un modello di coerenza e sagacia. In secondo luogo, un’intenzione fine a se stessa può confliggere con una priorità più urgente, che in questo caso è quella di salvaguardare un’Europa democratica e impegnata per il benessere sociale. Sono questi i valori per i quali l’Europa si è battuta per molti decenni. È indubbiamente vero che alcuni Paesi europei avrebbero dovuto adottare da tempo comportamenti economici e gestionali più responsabili. In questo campo si pone però il problema cruciale dei tempi di attuazione: occorre distinguere tra le …

"Le dismissioni", di Valentina Conte

Fondi mobiliari e immobiliari per cedere quote di patrimonio pubblico. Il governo è pronto a predisporre speciali “veicoli” per valorizzare i gioielli di famiglia, soprattutto quelli degli enti locali – partecipazioni e mattone piazzarne le quote e scardinare così la mole di debito pubblico. Diverse le ipotesi sul tavolo. Dalla Superholding al trust, da società ad hoc (Sgr) al rafforzamento di Cassa depositi e prestiti e Demanio. Obiettivo minimo dell’operazione taglia-debito, almeno 50 miliardi. Ma si può salire. Il tempo è maturo per una spallata al vero mostro dei conti italiani, il suo debito pubblico. Un buco nero che viaggia verso i 2 mila miliardi di euro, oltre il 120% del Pil, rende vulnerabile il Paese e nutre il gioco della speculazione che poi infierisce sullo spread tra Btp e Bund, proiettato ora verso quota 500. L’annuncio del premier Monti, ieri da Berlino, imprime un’inaspettata accelerazione alla più decisiva delle manovre Salva-Italia, l’unico “firewall” plausibile in queste ore di panico sui mercati: l’erosione del debito. OPERAZIONE TAGLIA-DEBITO La via tracciata dal presidente del Consiglio riguarda …

"Più riforme e meno lacrime", di Alberto Bisin

Accordi precipitosi tradiscono la mancanza di regia generale, inducono a continui riaggiustamenti. L’intervento in aiuto di Bankia sembra possedere tutte queste caratteristiche. L’incertezza soprattutto: l’ammontare dell’aiuto dipenderà da una revisione dei bilanci in corso, diverse condizioni del prestito non sono note (ad esempio la più importante di tutte: è privilegiato?), non è chiaro in che forma avverrà la ricapitalizzazione della banca, quale sarà la sua governance, come ne usciranno gli amministratori, gli azionisti, i creditori. Insomma, un pasticcio che sarà probabilmente rivisto e ricontrattato ad ogni curva e che per questo potrebbe addirittura facilitare invece che frenare il contagio. In questo contesto è ragionevole che l’attività del nostro governo si concentri nel tentativo di rassicurare i mercati nel brevissimo periodo. È bene però che sia chiaro che difendere il sistema bancario a pie’ di lista come sembra sia avvenuto in Spagna e come probabilmente avverrà in Italia in caso di contagio non aiuta ad uscire dalla crisi. Al contrario, induce le banche a disinteressarsi della propria ragione di esistere, concedere credito all’attività economica imprenditoriale, pur …

"Esodati, Fornero sapeva da sei mesi. La ministra ha fatto finta di nulla", di Massimo Franchi

Il rapporto dell’Inps fu chiesto dalla stessa ministra e venne consegnato lo scorso gennaio. I dati utilizzati per preparare il decreto sui 65mila. La relazione dell’Inps contestata da Elsa Fornero è stata chiesta dalla stessa ministra all’Ente pensionistico sei mesi fa. Il documento che Fornero accusa di provocare «disagio sociale» è stato sulla sua scrivania fin da gennaio. E non è rimasto in un cassetto. Ma valutato e soppesato, usato come strumento utilissimo per dar vita al decreto interministeriale che dei 390mila esodati calcolati dall’Inps ne ha «salvaguardati» solo 65mila. Una relazione dunque la cui responsabilità ricade completamente sulla ministra. Ed ecco la colpa politica di Elsa Fornero. Per sei mesi ha scientemente sottovalutato il caso “esodati” sottostimando il numero della platea dei “dannati” che, grazie alla sua riforma, si sono trovati senza lavoro e senza pensione per anni. La relazione è stata chiesta da Fornero nei giorni in cui, con il decreto Milleproroghe, il Parlamento stava cercando di allargare, almeno in parte, le maglie della riforma delle pensioni. Fornero, sotto la pressione della Ragioneria …

Lo spread vola fino a quota 490 Bersani, Alfano e Casini da Monti “Garantitemi maggiore coesione”, di Elena Polidori

Un vertice d’urgenza sulla crisi. Il premier Mario Monti si consulta con Napolitano e convoca i leader dei partiti Alfano, Bersani e Casini. Vuole stringere i bulloni della maggioranza. Caldeggia un mandato forte per chiedere al Consiglio Ue di fine mese, misure concrete contro l’emergenza e la speculazione. «E’ un momento difficile, serve compattezza », ecco il suo messaggio, dopo un’ora di colloqui. I leader gli assicurano sostegno pieno e impegno sulle riforme, spending review inclusa. Monti è preoccupato. Da quando la Spagna ha chiesto aiuti Ue per le sue banche, sui mercati continuano a diffondersi timori sulla solidità dell’Italia e dunque sul rischio di un contagio. Non a caso lo spread, una sorta di termometro della fiducia, schizza fino al record di 490 punti, il massimo da gennaio, prima di ripiegare a quota 475. Il rendimento del Btp decennale oltrepassa la soglia- limite del 6% (6,3). Anche la Borsa è presa di mira. Piazza Affari soffre e le banche scivolano, peraltro in un contesto europeo positivo, come pure Wall Street. Al dunque perde lo …