Tutti gli articoli relativi a: lavoro

Tra gli operai schiavi di Chinatown “Ora tutti gridano allo scandalo ma molti italiani si sono arricchiti con noi”, di Laura Montanari

Come ombre, arrivano da soli o in coppia, guardano da lontano il posto, il capannone bruciato di “Teresa moda”, le stoffe ammassate, le grucce esplose, gli stendini deformati dal fuoco, le sbarre alle finestre. Su una cassetta rovesciata, due o tre mazzi di fiori. Nessuno va loro incontro e loro non cercano nessuno. I lavoratori di Chinatown non fanno domande, non danno risposte. Guardano e basta. Se provi ad avvicinarli, dicono di non capire l’italiano, allungano il passo per sparire nelle fabbriche intorno: Macrolotto 1, zona industriale. Questa Prato è un bosco di capannoni e di tralicci che congeda la città coi campi incolti. Nei magazzini e nelle fabbriche arrivano furgoni e tir dall’Italia e dall’estero. Caricano abiti da tre o cinque euro che poi, spiega Marco Ye, che lavora nel Pronto moda, «trovi dei negozi a 30-50». Le insegne sono tutte in doppia lingua, italiano e cinese, Ye Life, Chic Style, Raymon Fashion. Qui non ci sono domeniche e di notte le luci restano accese fino a tardi se ci sono consegne da evadere, …

“La mia città in ginocchio”, di Edoardo Nesi

Nella mia città si vive ricordando ogni giorno quanto infinitamente meglio di questo presente lercio e triste fosse il passato. Quando l’elenco telefonico era ingolfato dai nomi orgogliosi e buffi di migliaia di aziende tessili, tutte piccole e piccolissime, e producevamo i tessuti più belli del mondo. Nella mia città l’arrivo del nuovo millennio non è stato festeggiato come nelle altre città: sapevamo bene che avrebbe portato l’apertura totale del mercato tessile mondiale, e con essa un’invasione di prodotti cinesi, e subito dopo la crisi, una crisi rapida e nera e disperata che ci avrebbe costretti ad assistere impotenti allo spettacolo osceno di centinaia di piccole e piccolissime aziende che avviavano a chiudere, una dopo l’altra, a centinaia, nel silenzio beffardo e cattivo che accompagna sempre il crollare delle aziende piccine, quelle in cui si fa fatica a distinguere il titolare dal dipendente, a vederli lavorare fianco a fianco; quelle i cui nomi non vanno a finire sui giornali nemmeno quando falliscono; quelle che hanno sempre sostenuto l’Italia. Nella mia città sappiamo bene quale ridicola …

“Poveri anche con il lavoro: lo stipendio non basta più”, di Carlo Buttaroni

Il carrello della spesa è sempre più vuoto. Nell’ultima settimana, solo il 18% delle famiglie ha acquistato tutto ciò di cui aveva bisogno, mantenendo gli stessi standard di consumo di 12 mesi fa. La metà delle famiglie riesce a tenere in equilibrio entrate e uscite con strategie di contenimento dei consumi, ma per 3 famiglie su 10 «tirare avanti» significa usare i risparmi o indebitarsi. Nel frattempo, l’Istat ha comunicato gli ultimi dati sulla disoccupazione ed è un nuovo bollettino di guerra: 12,5% in complesso e 41,2% tra i giovani. Nonostante gli annunci di miglioramento, quindi, la «tempesta perfetta » continua a imperversare sull’Italia e a far sentire i suoi effetti. In prima linea ci sono le famiglie, più colpite dalla lunga fase recessiva di quelle di altri Paesi. Basti pensare che nel momento peggiore della crisi la riduzione dei redditi delle famiglie italiane è stata del 4%, a fronte di una riduzione del Pil del 6%. Nella altre grandi economie, nonostante la contrazione del prodotto interno lordo, il reddito delle famiglie è cresciuto. È …

“L’economia dell’omertà”, di Bruno Ugolini

Sono operai segreti, immaginiao. Non sono schedati dall’Inps, non hanno tessere sindacali. Non votano. Ma vivono tra di noi, nel cuore della progressista Toscana. Sono morti all’alba di ieri, carbonizzati, in mezzo alle fiamme dentro la fabbrica dove lavoravano e dormivano. Casa e lavoro. Nessuno lo sapeva? Nessuno li conosceva? Nemmeno il padrone del capannone che con tutta probabilità lo aveva dato in affitto? E i vicini? Agivano come quei tedeschi che nell’ultima guerra mondiale sostenevano di non saper nulla di ciò che si compiva nel lager accanto casa? Certo qui, a Prato, non c’erano le camere a gas, però c’era un cumulo indegno d’illegalità, c’erano schiere di schiavi moderni. Lo ha scoperto solo l’incendio divampato all’alba. Loro, gli operai cinesi, non avevano nemmeno il numero di telefono dei vigili del fuoco, oppure avevano paura di alzare un velo sulla loro triste realtà. I vigili li ha chiamati un passante che ha visto innalzarsi l’enorme nuvola di fumo nero. Una nuvola di morte, mentre loro si aggiravano, qualcuno ancora in pigiama, tra le pareti di …

“La Chinatown toscana senza diritti né umanità”, di Adriano Sofri

La commozione è arbitraria, anche in mezzo a una tragedia vi sopraffà con un dettaglio. Sul pavimento nero di acqua e cenere erano i bottoni: centinaia, migliaia di bottoni disseminati di ogni misura e colore. Archeologia contemporanea, un tappeto di bottoni alla deriva per una Pompei di cinesi a Prato. Un’altra cosa colpiva e quasi esasperava: che, di qua dai cordoni tesi per proteggere la fatica dei soccorritori, gli italiani — e telecamere fotografi e cronisti — stessero nei propri capannelli, e i cinesi, giovani quasi tutti, donne e uomini, e qualche bambino, nei loro. Eppure faceva molto freddo e tirava un gran vento, lo stesso freddo e lo stesso vento per cinesi e italiani. Non credo né al cinismo né all’ottusità, piuttosto a un’abitudine a pensare che gli altri non vogliano avere a che fare con noi, che se ne stiano fra loro. Lo pensiamo senz’altro dei cinesi — non senza buone ragioni — e probabilmente lo pensano i cinesi di noi, e anche loro hanno qualche ragione… Però ieri erano lì per i …

“I nuovi dati dell’Istat: record tra i giovani: 41,2% senza lavoro”, di Marco Ventimiglia

Si è trattato di un venerdì pieno di numeri. Una giornata che, purtroppo, è sembrata fatta apposta per corroborare la tesi che vuole ancora ben lontana l’uscita dalla crisi. Ha iniziato nel mezzo del mattino l’Istat, diffondendo i dati aggiornati relativi all’andamento della disoccupazione, confermando la drammaticità della situazione, ed anzi aggiungendo ulteriore allarme per la situazione dei giovani. Nel pomeriggio, poi, ha proseguito Bankitalia con una serie di rilevazioni negative fra cui spicca l’ulteriore crescita del divario fra Nord e Sud del Paese. Ed in questo quadro l’ulteriore comunicazione dell’Istat, relativa al calo secco dell’inflazione, non desta certo la soddisfazione che avrebbe ottenuto in altri tempi. Il dato parla di una diminuzione congiunturale dello 0,4%, che però non annulla l’aumento su base annua, adesso pari allo 0,6% e comunque in rallentamento rispetto alla dinamica rilevata a ottobre (+0,8%). Ma il sospetto, se non la certezza, è che alla base dell’attuale tendenza deflazionistica ci sia soprattutto la continua e sostenuta diminuzione della domanda interna. LE CIFRE DEL SUD Cominciamo dai senza lavoro, la cui incidenza …

“Salari a picco un milione di under 30 senza lavoro”, di Federico Fubini

Saccomanni critica l’Europa “Fa troppo poco per la ripresa” L’Italia sta perdendo il treno. Dopo più oltre due anni di recessione e una caduta dell’economia del nove per cento dal momento in cui Lehman Brothers fallì, qualcosa di nuovo sta accadendo alla terza economia dell’area con la moneta più forte del mondo. La zona euro, a cui questo paese appartiene orgogliosamente dal primo giorno del ‘99, dà segni di ripresa e crea posti di lavoro. L’Italia, per il momento, no. L’infornata di annunci di fine mese sull’inflazione, la disoccupazione o le scelte delle agenzie di rating — accusate di scorrettezza solo quando dispiacciono — contiene un messaggio per chiunque presti attenzione. L’Europa, che era caduta a molte velocità diverse, si sta lentamente rimettendo in piedi in modi altrettanto difformi. Come la recessione non era stata uguale per tutti, neanche la ripresa lo è. L’Italia dal 2007 ad oggi ha vissuto un crollo del Pil secondo solo a quella della Grecia, ma per ora non mostra gli stessi segni di recupero ormai visibili ad occhio nudo …