Tutti gli articoli relativi a: lavoro

Disoccupazione record fra i giovani

Ennesimo allarme dall’Istat: nel mese di ottobre il tasso di disoccupazione si conferma al 12,5% e tra i giovani (15-24 anni) tocca il nuovo record assoluto pari al 41,2%. “Ancora in crescita il tasso di disoccupazione ed in modo preoccupante il tasso degli scoraggiati nella ricerca di lavoro. I dati rilevano una maggiore fragilità e disagio tra i giovani e i lavoratori precari. Questo in uno momento in cui la media europea invece vede una inversione di tendenza con un calo della percentuale di disoccupati. Ancora una volta l’Italia è quindi in ritardo, ma con alcuni accorgimenti possiamo recuperare in tempi brevi: un maggiore investimento nella rete dei servizi di welfare che crei occupazione o che la faccia emergere dal lavoro nero con adeguati incentivi, accelerazione nei pagamenti dei debiti delle PA, avvio di meccanismi di flessibilità in uscita dal mondo del lavoro per accelerare stabilizzazioni e turn over in grado di occupare energie fresche e competenti. Ma dare anche certezze per gli esodati già salvaguardati (nemmeno la metà ha ricevuto la comunicazione formale) e …

“Lavoro o reddito di cittadinanza?”, di Laura Pennacchi

Di fronte all’entità e alla natura della questione occupazionale indotta dalla crisi più grave e èiù òunga del secolo la strategia del «lavoro di cittadinanza» – centrata su di un Piano straordinario per la creazione diretta di lavoro per giovani e donne ispirato al New Deal – dovrebbe essere la priorità di tutte le forze politiche democratiche, specialmente di quelle che si vogliano autenticamente di sinistra e perciò dichiarino guerra alla disoccupazione. Stupisce, invece, che venga riproposta con superficialità – oltre che con spirito populistico e demagogico specie nelle formulazioni di Grillo e del Movimento 5stelle – una strategia che dà priorità al «reddito di cittadinanza» senza alcun riferimento meditato alla crisi globale e alle sue drammatiche implicazioni occupazionali. È necessario innanzitutto chiarirsi sui termini. L’Italia deve certamente dotarsi di strumenti, delimitati e circoscritti, di necessaria lotta alla povertà, come il «reddito di inclusione attiva» (una forma del quale da noi fu introdotta sperimentalmente dal primo governo Prodi e poi soppresso dal duo Berlusconi-Maroni). Ma è opportuno avere chiare le differenze tra «lavoro di cittadinanza» …

“Occupazione, e se la sfida ripartisse dalla maternità?” di Valeria Fedeli

L’insicurezza economica ha un forte e negativo impatto sulla scelta di avere figli. Lo racconta l’esperienza di tante giovani lavoratrici e di tanti giovani lavoratori, ma lo dicono anche dati e ricerche. Come lo studio pubblicato nei mesi scorsi nella collana Temi di discussione della Banca d’Italia «Insicurezza economica e scelte di fecondità: il caso italiano», purtroppo passato sotto silenzio, che evidenzia come l’Italia abbia uno dei più bassi tassi in Europa sia di fecondità che di occupazione femminile. Non solo le donne che hanno condizioni di lavoro instabili fanno meno figli, ma anche le lavoratrici atipiche, con alto livello di istruzione e reddito medio-alto, quindi con buone prospettive di carriera, tendono a postici- pare la maternità. I motivi sono sempre più legati alle carenze nelle politiche di sostegno alle famiglie con figli, alla debolezza delle politiche di conciliazione e condivisione tra tempi privati e di lavoro, alla precarietà che comporta una incertezza non solo economica, ma esistenziale. Oggi in Italia, secondo i dati Istat, lavora il 47,1% delle donne, rispetto ad una media Ue …

“I lavoratori sono più ricchi dei padroni”, di Giuseppe Vespo

La vera notizia sarebbe stata il contrario, e cioè se i redditi degli imprenditori fossero risultati più alti di quelli dei dipendenti. Perché che i lavoratori dichiarino più di chi fa impresa, cioè di chi spesso il lavoro lo offre, ormai quasi non stupisce. Semmai i dati del ministero dell’Economia confermano una tendenza che lascia spazio a diverse interpretazioni, condite dagli effetti della crisi e afflitte dall’eterno problema dell’evasione fiscale. Intanto i numeri dicono che gli oltre venti milioni di lavoratori e lavoratrici con reddito (prevalente) da lavoro dipendente dichiarano in media 20.680 euro, mentre il milione e mezzo circa che vive prevalentemente grazie a un reddito di impresa dichiara in media 20.469 euro. I dati fanno riferimento alle dichiarazioni del 2012, quindi ai redditi percepiti l’anno prima dai circa 41,3 milioni di contribuenti italiani. Chi sono questi contribuenti ce lo dicono le percentuali del ministero, che disegna una torta così tagliata: la fetta più grossa è quella dei dipendenti, oltre il 48 per cento dei 41 milioni totali (circa venti milioni di persone); seguono …

“L’ultima tentazione razzista”, di Tahar Ben Jelloun

Il razzismo è proprio dell’uomo. È un dato di fatto: tanto vale prenderne atto, impedire che progredisca e combatterlo per legge. Ma non basta. È necessario educare, dimostrare l’assurdità delle sue basi, smontare i suoi meccanismi, non abbassare mai la guardia. In questi ultimi tempi la società francese è percepita come un contesto violentemente razzista, ma in fondo non lo è più di tante altre. Il rifiuto dello straniero, del diverso, di chi è visto come una minaccia per la propria sicurezza è un riflesso universale, che può prendere di mira chiunque. In certi casi questa ripulsa può focalizzarsi su una comunità, ma ciò non vuol dire che le altre non ne saranno colpite. L’esercizio dell’odio non conosce discriminazioni: nessuno può credersi al riparo. Perciò vorrei rassicurare coloro che in Francia incitano a un «razzismo contro i bianchi»: chi è roso dal razzismo non ama nessuno. Dopo gli ebrei, ha colpito i neri, poi gli arabi; ma a seconda del tempo e del luogo, potrebbe arrivare anche il turno dei bianchi. Dipende da dove allignano …

“La nostra ricchezza. L’immigrato fa bene ai conti”, di Adriana Comaschi

Oggi piccola imprenditrice, ieri bambina-soldato in fuga dalla guerra civile. Azeb Gebrewahid ne ha fatta di strada, in tutti i sensi. Da Adua a Bologna, passando per Karthoum e la Svizzera per approdare in Italia come richiedente asilo. Quando è sbarcata a Milano non aveva nulla, neanche una giacca per proteggersi dal freddo di dicembre, nessun appoggio. Ora ha una sua ditta di pulizie, tre dipendenti assunti e diversi stagisti. Italiani e stranieri. Viene da pensare anche a lei, oggi che l’ampio dossier statistico sull’immigrazione 2013, a cura del Centro studi IDOS, certifica al di là di luoghi comuni e dibattiti pregiudiziali che gli immigrati sono una ricchezza per il Belpaese. Nel dettaglio: nel 2011, lo Stato italiano tra contributi e tasse ha incassato da cittadini stranieri 13,3 miliardi, a fronte di 11,9 miliardi di spese sostenute per loro. Il che dà un saldo netto di 1,4 miliardi. Spese peraltro concentrate sulla gestione delle emergenze, tra Cie («non devono essere una pena per gli irregolari», ha commentato proprio ieri il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge) …

“L’Istat fotografa le diseguaglianze della previdenza”, di Marco Ventimiglia

In questi giorni si fa un gran parlare di interventi sul sistema previdenziale nell’ambito della legge di Stabilità, per cercare di dare sollievo economico agli anziani con i trattamenti più bassi e gravare di un contributo fiscale le cosiddette pensioni d’oro. Naturalmente esiste il rischio che alla fine la montagna partorisca il classico topolino, quel che invece appare certo è che, così com’è, il sistema è fortemente squilibrato. A ribadirlo sono le cifre diffuse ieri dall’Istat, che analizzano il funzionamento della previdenza italiana nel- lo specifico territoriale. Un’indagine reativa al 2011, e quindi precedente alla discussa riforma Fornero, ma comunque capace di fotografare con efficacia le principali dinamiche previdenziale. AUMENTO SUL 2010 Nel 2011 la spesa per prestazioni pensionistiche è stata pari a 265.976 milioni di euro. In quest’ambito la quota di spesa più elevata (30,1%) è stata eroga- ta nel Nord-Ovest, mentre valori abba- stanza simili e prossimi al 20% si sono registrati nel Sud (18,6%), nel Centro (21,4%) e nel Nord-Est (20,3%). Ed ancora, il 9,1% dei trattamenti è stato corrisposto ai pensionati …