Tutti gli articoli relativi a: lavoro

"Sul lavoro l'allarme della Cgil. Non si ferma il boom della cassa", di Roberto Giovannini

La Cgia di Mestre dice – per quel che valgono i confronti – che questa crisi per l’Italia è peggio di quella del ’29. Certo è che gli effetti che l’attività economica sta subendo per questa recessione sono davvero rovinosi. Le imprese si fermano, la produzione si blocca, e i posti di lavoro vengono congelati. E si trasformano in cassa integrazione. Grazie agli ammortizzatori sociali i dipendenti non perdono il loro impiego; ma per chi lavora in un’azienda in crisi riuscire a vivere di cassa integrazione diventa una vera e propria impresa. Negli anni ’80 si diceva che i cassintegrati alla fine se la passavano meglio degli altri, potendo incassare un discreto assegno e magari svolgere qualche «lavoretto» al nero. Oggi lavoretti al nero o al bianco non ce ne sono, e allora per un operaio o un impiegato la questione è riuscire a far campare una famiglia con 850 euro al mese, invece dei 1800-2000 normalmente percepiti. Sono in tanti a vivere questa situazione di estrema difficoltà, quasi 520mila lavoratori dall’inizio del 2013. Secondo …

"Le condizioni per un accordo", di Rinaldo Gianola

Se gli industriali chiamano i sindacati a dare una mano per spegnere l’incendio che brucia la nostra economia prima che il tetto ci crolli addosso, nessuno può evitare di rimboccarsi le maniche. Questo sforzo comune lo si può chiamare Patto dei produttori (però cari imprenditori, questa è una formula storica che profuma di Cgil e di sinistra, inventatevi qualcosa di diverso…), Patto sociale, alleanza per lo sviluppo, magari politica dei redditi e altro ancora. Il sindacato confederale non farà certamente mancare il suo contributo decisivo se bisogna salvare, un’altra volta, il Paese. È bene, però, che le imprese e la politica valutino pienamente il ruolo del mondo del lavoro, per quello che ha fatto e per il contributo che potrà dare, anche per evitare errori e incomprensioni. I sindacati fecero la loro parte nel 1992 e nel 1993. Un grande segretario della Cgil firmò un accordo durissimo e poi si dimise. I lavoratori pagarono duramente nel passaggio al nuovo millennio perché l’Italia doveva salire sul carro dell’euro, la storia si è ripetuta dal 2008 ad …

"Ogni surplus vada all'emergenza lavoro", di Laura Mattucci

Nei prossimi mesi destinare qualunque sopravvenienza finanziaria all’emergenza lavoro e al sostegno delle persone e delle famiglie in grave difficoltà economica». Anche per i saggi la crisi e il lavoro sono un priorità, e la relazione sulle materie economiche presentata ieri al presidente Giorgio Napolitano ruota intorno a questi nodi. Tra le prime proposte, quella di «rifinanziare gli ammortizzatori sociali in deroga per il secondo semestre dell’anno 2013 (circa un miliardo), e affrontare la grave questione dei cosiddetti esodati». C’è anche quella di rivedere il patto di stabilità interno, e di completare il pagamento dell’intero ammontare dei debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese e far sì che l’obbligatorio termine di 30 giorni per i pagamenti, in vigore da inizio anno, sia rispettato. Priorità è anche «rilanciare il ruolo dell’Italia negli scambi internazionali», punto che parla diffusamente anche di Expo 2015. Lavoro da creare, da tutelare, da favorire, soprattutto quello giovanile e femminile, «potenziando, tra l’altro, il telelavoro, e gli strumenti per migliorare la concilizione dei tempi di lavoro e di cura familiare e realizzare …

"Calano gli occupati, riforma Fornero fallita", di Fulvio Flammoni*

Tutto, dalla disoccupazione al numero dei licenziamenti, conferma che il 2012 è stato un vero anno nero per il lavoro in Italia. Ma il peggio non smette di manifestarsi e il 2013 è iniziato molto male, come testimoniano i dati sull’occupazione e sulla cassa integrazione. Molti commentano: era prevedibile per il calo del Pil che continua per il blocco produttivo e dei consumi e per gli effetti di trascinamento di una crisi che non finisce. Ma proprio per questo è ingiustificabile la mancanza di interventi urgenti e di emergenza per cambiare questo stato di cose, sapendo che anche una eventuale ripresa (quando ci sarà e se non affossata dalle nuove tasse) non ha effetti direttamente proporzionali sull’occupazione. Nell’immediato le tendenze confermano sospensione o chiusura di attività, con una base produttiva che si restringe senza nemmeno certezze di copertura economica di tutta la cassa integrazione in deroga. Ma soprattutto, è sempre più frequente il passaggio al licenziamento e la progressiva mancanza di requisiti delle persone per accedere agli ammortizzatori a partire dalla disoccupazione. I dati sull’occupazione …

"Stiglitz: più coraggio o il baratro", di La Repubblica

«L´Italia è vittima di un fallimento dell´austerity europea, state pagando un prezzo più elevato della Grande Depressione, le vostre imprese sono penalizzate a tutto vantaggio di quelle tedesche. Non accusate Beppe Grillo di populismo: i temi che solleva sono legittimi, compresa l´opzione estrema di un´uscita dall´euro. Niente governissimo Pd-Pdl, per salvarsi l´Italia deve tagliare i ponti con la corruzione dell´èra Berlusconi». Joseph Stiglitz, premio Nobel dell´economia, parla nel suo “tempio”, alla Columbia University di New York. L´occasione è una conferenza molto dotta, patrocinata dalla Italian Academy e dal nostro Istituto di cultura. Il tema è impegnativo e attuale: Stiglitz smonta uno per uno tutti i dogmi del pensiero economico neoclassico, o delle sue versioni neoliberiste. Se c´è uno che ha le carte in regola per istruire questo processo, è lui. Già consigliere di Bill Clinton alla Casa Bianca, iniziò a contestare il pensiero unico sulla globalizzazione negli anni Novanta; fu licenziato da vicepresidente della Banca mondiale per le sue critiche all´istituzione; più di recente fu uno dei primi a solidarizzare con gli “indignados” spagnoli e …

"Le buone ragioni di Confindustria", di Guglielmo Epifani

Il forte richiamo di Squinzi, il Presidente di Confindustria, è assolutamente fondato e condivisibile. Fare presto, assicurare al Paese un governo in grado di restituire fiducia a lavoratori e imprese, e in grado di far valere le nostre ragioni in Europa contro una linea di puro rigore, rappresenta un’esigenza primaria e indifferibile. Anche perché tutti i dati sono lo spec- chio di una condizione drammatica che ogni giorno presenta un conto pesantissimo e intollerabile. Dall’andamento della produzione industriale e dell’occupazione a quella del calo di consumi e redditi apparentemente senza fine la situazione del nostro Paese si aggrava. Il silenzio e la partecipazione con cui ieri la Camera dei deputati ha ricordato i suicidi di Civitanova Marche e l’uccisione di Perugia, esprimono un sentimento che ha bisogno di responsabilità e di scelte conseguenti. L’idea che a tutto questo si possa rispondere con il ricorso ad elezioni anticipate, o anche solo con un clima di permanente campagna elettorale, è davvero irresponsabile. Anche gli ultimi dati sulla condizione del Mezzogiorno, presentati ieri, e che dicono di 300mila …

"Cassa integrazione record ma si devono trovare i fondi per finanziarla", di Roberto Giovannini

Il tempo passa, il governo non c’è, e le «pratiche» da sbrogliare in campo economico si stanno moltiplicando in modo sempre più preoccupante. Parliamo di questioni della massima importanza, in alcuni casi letteralmente vitali, se pensiamo al già evidente imminente esaurimento delle risorse per la cassa integrazione in deroga. Quella che riguarda i settori produttivi che fino a qualche anno fa non erano «coperti» da alcun ammortizzatore sociale, e che non viene finanziata da contributi di aziende e lavoratori. Una realtà che riguarda molte decine di migliaia di persone: si può stimare che siano difesi nel reddito e nel posto di lavoro grazie a questo strumento circa 100mila lavoratori. Per questo strumento di tutela che per molti osservatori non è peraltro nemmeno adeguato, come importo, a garantire a una famiglia un tenore di vita decente – le risorse a suo tempo stanziate sembrano ormai esaurite. Che la situazione da questo punto di vista sia drammatica lo testimoniano gli allarmi sempre più disperati lanciati da sindacati e autorità in tante Regioni. In Liguria, tanto per fare …