"L’aprile crudele dell’Ilva", di Adriano Sofri
Se A Roma si procede come alla corte di Bisanzio, che cosa succede della colonia tarantina? I giorni più veri qui sono quelli della Passione. Le estenuanti processioni ondeggianti dei perdoni scalzi e incappucciati, i pellegrinaggi ai sepolcri, uomini che venerano una madre addolorata. Poi, festa e resurrezione arrivano quasi come un complemento minore alla commemorazione. Guai a perdere la speranza, dice il vescovo, in un’omelia-arringa da pubblico accusatore: la salute viene prima di tutto, Dio maledice quelli che possono fare e non fanno. Gli accusatori pubblici laici sono provvisoriamente in silenzio, il loro tribunale ostruito dal processo di cronaca nerissima, intanto i capi dell’Ilva hanno provveduto a denunciare al competente tribunale di Potenza la giudice Todisco e i suoi custodi giudiziali. L’Ilva sciorina iniziative che danno nell’occhio. Enrico Bondi, ottuagenario campione di risanamenti (sinonimo, spesso, di liquidazioni), con una competenza siderurgica (fu lui a vendere la Lucchini al russo Mordashov, che l’ha lasciata in gramaglie) è il nuovo amministratore delegato. La famiglia Riva sottolinea come per la prima volta l’azienda passi in mani esterne. …