Tutti gli articoli relativi a: lavoro

La solitudine dell'Articolo 1, di Gustavo Zagrebelsky

Se, per esempio, l’Autore dei Ricordi dal sottosuolo fosse tra noi e riprendesse la parola, troverebbe nel nostro tempo ragioni per convalidare quella che, allora, fu formulata, e generalmente considerata, come la farneticazione d’un visionario: «Allora tutte le azioni umane saranno matematicamente calcolate secondo quelle leggi…oppure, meglio ancora, ci saranno pubblicazioni benemerite, sul genere degli attuali lessici enciclopedici, in cui ogni cosa verrà calcolata e stabilita tanto esattamente, che al mondo non si daranno più azioni né avventure » (ma si finirà nella noia mortale, aggiungeva Dostoevskij).FORSE, l’opera non è ancora conclusa, né tantomeno è conclusa con generale soddisfazione, ma certamente è in corso, come tentativo o, almeno, tendenza. Eppure, quel “fondata sul lavoro” che apre la nostra Costituzione vorrebbe essere il preannuncio di azioni e avventure indipendenti dalle tabelle di logaritmi econometrici. Vorrebbe starne fuori, anzi prima. Fuori dalle immagini letterarie, la questione è formulabile nei semplici termini seguenti. La Costituzione pone il lavoro a fondamento, come principio di ciò che segue e ne dipende: dal lavoro, le politiche economiche; dalle politiche economiche, l’economia. …

Il discensore sociale, di Ilvo Diamanti

Il lavoro non è “finito”, come preconizzava Jeremy Rifkin. Ma è cambiato profondamente. Sulla spinta della crisi, oltre che delle trasformazioni economiche e tecnologiche. Anche gli orientamenti verso il lavoro, in Italia, sono cambiati, negli ultimi anni. In modo rapido e non lineare. È ciò che suggerisce la lettura dei dati del sondaggio condotto da Demos Coop per la Repubblica delle idee. 1. Il “lavoro in proprio” e la “libera professione” non costituiscono più un mito condiviso, come negli ultimi vent’anni. Nel 2004 – considerati insieme – costituivano il primo riferimento per oltre metà degli italiani (53%). OGGI per meno del 40%. Per contro, ha ripreso a farsi sentire il richiamo del lavoro dipendente nella piccola e, ancor più, della grande impresa. Ma, soprattutto, il “pubblico impiego” oggi è (ri) diventato il lavoro preferito dalla maggioranza degli italiani: il 31%, 5 punti più del 2004. Le spiegazioni di questo mutamento di opinione sono diverse. 2. La più importante, forse, è l’insicurezza. Tra coloro che, nell’ultimo anno, affermano di aver lavorato, la quota di quanti dichiarano …

Sicar, Ghizzoni: “Subito tavolo per salvare l’azienda”

La candidata Pd “Occorre tutelare i lavoratori e non disperdere gli ordinativi” Precipita la situazione di una delle storiche aziende del tessuto produttivo carpigiano, la Sicar che produce macchine per la lavorazione del legno. La parlamentare carpigiana del Pd Manuela Ghizzoni e candidata alla Camera alle politiche 2013 ribadisce la necessità di compiere un ultimo tentativo per salvare quanto rimasto, tentando di non disperdere gli ordinativi che ancora ci sono e dare prospettive future ai lavoratori. Ecco la sua dichiarazione: «Il governo e le istituzioni non possono restare immobili di fronte alla perdita di tanti posti di lavoro in un territorio già vessato dal terremoto. La chiusura della Sicar, azienda che dal ’70 produce macchinari per la lavorazione del legno, porterà al licenziamento di 70 lavoratori, di cui 20 nella sede di Carpi. È da due anni che le difficoltà dell’azienda vengono solo tamponate e non affrontate. Questo atteggiamento sta portando all’estrema conseguenza della chiusura delle sedi aziendali. Ora è necessario compiere un ultimo tentativo per salvare quanto rimasto, tentando almeno di salvare gli ordinativi …

Ma le regole devono essere uguali per tutti, di Cesare Damiano

Stupisce un po’ sentire Monti parlare della necessità di riformare il mercato del lavoro come se la riforma varata pochi mesi fa dal ministro Fornero, appartenesse a una remota stagione politica. L’annuncio del premier non fa fare salti di gioia nemmeno a chi, come me, su molti dei contenuti di quest’ultima riforma ha da sempre avanzato critiche. Bisognerà conoscere le proposte nel dettaglio, ma le prime anticipazioni di Ichino non lasciano sperare granché, anche se sono state immediatamente messe in dubbio da altri compagni di partito come Giuliano Cazzola e Alberto Bombassei. Sorge allora spontanea una domanda: si tratta di una proposta personale formulata dall’esuberante giuslavorista, o si tratta della posizione del partito di Monti? In attesa di una risposta a questo interrogativo, visto che la proposta è scomparsa repentinamente così come all’improvviso era apparsa (Monti ha prudentemente parlato di un cantiere ancora aperto), vorremmo comunque esprimere alcune considerazioni di merito. La prima è questa: a noi sembra che l’intenzione di Ichino sia ancora quella di creare dei “contratti ad orologeria” grazie ai quali le …

Perché Istruzione e Lavoro saranno decisivi Contro la crisi, di Antonio Cocozza

Negli ultimi giorni tre dati hanno messo in evidenza la necessità di pianificare un intervento strategico decisivo sulle tematiche dell’istruzione, dell’alternanza scuola-università-lavoro e dell’apprendimento permanente, ispirato al nuovo paradigma della lifewide learning, già sperimentato positivamente in diversi Paesi europei. Tali dati sono: la previsione dell’Organizzazione internazionale del lavoro sull’andamento negativo della disoccupazione a livello mondiale, ipotizzata a quota 200 milioni nel 2013, un trend preoccupante riconducibile all’ espansione del modello dello jobless growth (crescita senza occupazione) anche nei Paesi Brics; la ricerca Istat sulla partecipazione alle attività di formazione permanente dei lavoratori italiani, pari al 6,2% della popolazione di riferimento. Un risultato che inchioda l’Italia al 17° posto nella graduatoria dei 27 Paesi dell’Unione europea, lontano dal traguardo del programma Education and Training 2020; la ratifica da parte del Consiglio dei Ministri dell’Accordo raggiunto nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni sul complesso iter di attuazione della delega dellarRiforma del mercato del lavoro in materia di apprendimento permanente, che istituisce il sistema nazionale di certificazione delle competenze, i Centri/Reti territoriali per l’apprendimento permanente, il sistema nazionale di orientamento. …

Esodati, cosa fare davvero per riparare al danno, di Cesare Damiano

Alcuni giorni fa il Messaggero titolava in prima pagina “Bomba esodati, altri 150.000 Come capita purtroppo in molte occasioni, leggendo l`articolo è risultato evidente che il suo contenuto non corrispondeva al titolo: infatti si trattava dell`ennesima ricostruzione di una nota vicenda. Partiamo dall`inizio: l`articolo faceva riferimento al fatto che a suo tempo l`Inps aveva fornito una stima di circa 390.000 cosiddetti esodati, ai quali sottrarre oltre 90.000 lavoratori in grado di risolvere rapidamente la loro situazione essendo prossimi alla pensione (pochi mesi di attesa) e 140.000 salvaguardati (comprendendo i precedenti 10.000 previsti dall`ex ministro Sacconi). Risultato: rimarrebbero ancora 150.000 lavoratori da sistemare. Questa la ricostruzione dei giornalisti del quotidiano romano. Uno scoop inventato perché non si tratta di nuovi esodati e questi numeri sono assolutamente noti da tempo: semmai c`è il rischio che siano sottostimati. Quello che sorprende è che, ancora una volta, su una non notizia si sia scatenato un dibattito acceso. Il ministro Fornero ha dichiarato che bisognava chiedere chiarimenti all`Inps, quasi a dire che lei quei numeri non li conosceva. Pare strano …

A caccia di lavoro armati di una Rete, di Rosaria Amato

«Bisogna considerare se stessi come cacciatori e non prede delle aziende. Siamo noi a dover scegliere la vita e il lavoro che desideriamo… così i social e la Rete possono aiutarci». Parole colte da un gruppo di discussione su Linkedin, il più popolare social network dedicato ai contatti professionali, che esprimono le aspirazioni delle ultime generazioni: un mondo meritocratico, dove le aziende navighino autonomamente alla ricerca delle figure più adatte alle proprie esigenze. Un mercato del lavoro democratico, che dia giusta visibilità e pari opportunità a tutti. Negli Stati Uniti oltre i due terzi dei direttori del personale utilizzano i siti di professional networking. Google ha selezionato negli ultimi anni migliaia di dipendenti esclusivamente online. Il Vecchio Continente non è rimasto indietro: già oggi un’azienda su quattro utilizza diversi social network per dialogare con i potenziali candidati (indagine Employer Branding Online 2012 di Lundquist). «I social network», conferma Stefano Scabbio, presidente di ManpowerGroup Italia, «sono entrati a pieno titolo nel processo di selezione del personale. Il datore di lavoro li utilizza intanto per capire che …