Tutti gli articoli relativi a: lavoro

“Se anche il violino diventa precario”, di Bruno Ugolini

Non c’è solo la marea d’insegnanti precari e di altri lavoratori pubblici di cui si parla in questi giorni. Esistono anche precari speciali, magari considerati dei privilegiati, perché fanno un mestiere appassionante. Sono i musicisti. Non parlo solo, che so, del primo violino della orchestra della Scala che abbiamo potuto sorprendere mentre corrispondeva ai gesti impetuosi di Daniel Barenboim nel Lohengrin. Esistono molti altri musicisti che non hanno raggiunto quel posto e che conducono una vita precaria. E la loro condizione, dal punto di vista del reddito, dei diritti e delle tutele, non è molto dissimile da quella di tanti giovani informatici, o pony express, o commessi in negozi, o in operai di ditte in appalto. Ha spiegato la loro condizione tempo fa su www.rassegna.it una giovane poco più che trentenne, Sabina Morelli. Una ragazza che ha cominciato a studíare col violino quando aveva otto anni. Credeva di poter iniziare una vita professionale ricca di emozioni. Non ha fatto altro che condurre “un continuo peregrinare in cerca di lavoro, passando da un’orchestra all’altra”. Una vita …

“Una tragedia da non dimenticare: ThyssenKrupp, 5 anni dopo”, di Cesare Damiano

Cinque anni fa, il 6 dicembre 2007, sette operai morirono nel rogo della ThyssenKrupp di Torino. Quella tragedia non va dimenticata. Non la deve dimenticare, anzitutto, la politica, che ha il dovere di operare affinché tragedie così non possano mai più accadere. E non la deve dimenticare il paese, abituato ad evocare spesso il tema della sicurezza sul lavoro senza però praticarlo in modo adeguato. All’epoca del rogo alla Thyssen ero ministro del Lavoro. Col governo Prodi, di cui ero parte, avevamo da poco varato la legge “123”. In quella legge venivano individuati i criteri di delega della riforma sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, ma erano anche previste norme di immediata applicazione dirette a incidere, da subito, sugli ambienti di lavoro, data l’urgenza con la quale si doveva cominciare a intervenire. Il mio impegno allora, in una situazione politica difficilissima che avrebbe di lì a poco portato alla caduta del governo e a elezioni anticipate, fu quello di varare in tempo utile il decreto legislativo che avrebbe consentito a quelle norme …

Censis: “Italia più povera e arrabbiata”. Redditi ai livelli del ’97, crollo per il ceto medio”, di Rosaria Amato

Una crisi peggiore delle altre, “perfida”, la definisce il Censis nel Rapporto 2012, presentato stamane al Cnel, che ci ha resi inermi di fronte a “eventi estremi”, quasi incomprensibili: non solo siamo stati costretti a imparare rapidamente il significato di parole come spread e default, ma le abbiamo viste travolgere la nostra vita, le nostre certezze. E allora gli italiani si sono trincerati nella “restanza”, cercando di “sfruttare al massimo tutte le più nascoste ma solide componenti del modello pluridecennale che ha fatto l’Italia di ieri e anche di oggi”. Risparmio, rinuncia e rinvio sono diventate per necessità le direttrici dei comportamenti familiari, le tre “r”, le chiama il Censis. Ma non c’è solo paura, trincea, lo sguardo rivolto al passato non è solo nostalgico. Intanto, gli italiani non sono rassegnati. Se si chiede loro qual è la reazione alla crisi della politica, indicata come la causa prima del disastro attuale, la risposta prevalente è “rabbia” (52,3%). La rabbia è anche superiore alla voglia di reagire (20,1%), che però non manca. Gli italiani stanno cercando …

“Cassa integrazione, il boom in novembre. In un anno è cresciuta del 27%. Oltre un miliardo di ore autorizzate dall’inizio 2012”, di Roberto Giovannini

A novembre vola ancora la cassa integrazione con un aumento del 5,1% su ottobre e del 27,5% su novembre 2011. Nei primi 11 mesi – rileva l’Inps – si è superato il miliardo di ore (1.004 milioni) con un aumento dell’11,8% rispetto allo stesso periodo del 2011 (erano 898 milioni). Nel mese sono state autorizzati 108,3 milioni di ore di cassa. A peggiorare la situazione anche il boom delle richieste di disoccupazione a ottobre: le richieste di sussidio per chi ha perso il lavoro sono state 161.150 con un aumento del 12,84% su ottobre 2011 e del 47,68% rispetto a settembre 2012. Volano anche le domande di mobilità con 17.074 richieste a ottobre (+69,47% tendenziale e +67% sul mese precedente). Nei primi 10 mesi 2012 sono state presentate 1.146.520 domande di disoccupazione (+16,05% rispetto allo stesso periodo 2011), e 120.736 di mobilità (+16,81% rispetto ai primi 10 mesi 2011). Per quanto riguarda la Cassa integrazione, aumentano soprattutto le ore di cassa ordinaria chieste dalle aziende industriali con un +60,2% rispetto a novembre 2011. «Si conferma, …

“Quella ingiustizia da sanare al più presto”, di Cesare Damiano e Maria Luisa Gnecchi

Il tema della cosiddetta ricongiunzione dei contributi per poter avere un’unica pensione è più che mai all’ordine del giorno. Il ministro Fornero ha promesso di affrontarlo per trovare in queste settimane una soluzione per via normativa o amministrativa. La questione nasce da un errore compiuto nel 2010, al tempo del governo Berlusconi, quando al ministero del lavoro c’era Sacconi e a quello delle finanze Tremonti. Per comprendere il motivo per il quale si passò dalla ricongiunzione gratuita a quella onerosa, occorre fare un passo indietro. Nel 2009 si è innalzata l’età pensionabile di vecchiaia delle donne del pubblico impiego a 65 anni lasciando inalterata a 60 anni l’età di pensionamento delle lavoratrici dei settori privati. Per impedire che, attraverso la ricongiunzione gratuita dei contributi, le donne iscritte all’Inpdap potessero trasferire i contributi all’Inps utilizzando in questo modo la possibilità di andare in pensione in modo anticipato, il governo varò una norma restrittiva. Si tratta dell’articolo 12 della legge 122 del 2010 che ha abrogato: tutte le norme che consentivano la costituzione della posizione assicurativa presso …

“Lavoro, spunta la staffetta tra lavoratori anziani e giocani”, di Giulia Pilla

Per porre un freno alla disoccupazione giovanile, si fa strada l’ipotesi di una staffetta tra generazioni. La misura è allo studio del governo e a parlarne è stata ieri da Bruxelles la ministra del Welfare Elsa Fornero. Si tratta, ha spiegato, «della possibilità per un lavoratore “anziano” di cambiare il suo contratto in part-time, e in cambio le aziende prendono un apprendista». Si attendono dettagli ma, occhio e croce, il lavoro per i figli lo creeranno i padri, ai quali, tra l’altro proprio per la riforma Fornero, viene chiesta una permanenza in attività più lunga per avere una pensione dignitosa. Se anche i contributi versati saranno “part-time” il rischio che più che verso un “patto” si vada verso un conflitto generazionale c’è tutto. Nell’attesa, è importante che il dramma della disoccupazione sia entrato nell’agenda del governo come pure in quella dell’Unione europea che oggi riunisce i ministri del Lavoro e si appresta a varare un piano per i giovani. L’aumento del numero di giovani sino a 25 anni (12,9% nel 2011) che né lavorano né …

“Le nuvole dell’Ilva e le facce di Taranto”, di Adriano Sofri

Ci sarà stato un centinaio di persone al lungo presidio di ieri davanti alla Prefettura tarantina, indetto per protestare contro il decreto governativo in nome della Costituzione. Qualcuno faceva dell’umor nero sull’eventualità di adattare l’ottimo slogan degli studenti romani, “Siamo venuti già menati”: “Siamo venuti già decretati”. Manifestazione per militanti: la Costituzione si incarna per loro in “Patrizia”, la giudice Todisco determinata quanto riservata. IERI la magistratura ha ratificato il dissequestro degli impianti, ma non quello dei prodotti fermi sulle banchine, e in grado di riempire una dozzina di navi. Frutto di un reato, cioè prodotti in violazione al divieto, non rientrano nella sanatoria di fatto sancita dal decreto, di cui peraltro i magistrati eccepiranno l’incostituzionalità. Per riprendersi il malfabbricato, l’azienda può essere tentata di decidere di nuovo la messa in qualche cosiddetta libertà dei 5mila dell’area a freddo, giocando così ancora il lavoro contro il giudice. Sul garbuglio istituzionale e politico (ci sarà fra due mesi un parlamento a tramutare in legge il decreto?) prevale ora quello sociale. Le scorte dell’Ilva sono vicine a …