Tutti gli articoli relativi a: memoria

Addio a Claudio Abbado il Maestro del coraggio

Claudio Abbado incarnava un paradosso: era un monumento alla musica ma anche l’eterno ragazzo “Claudio”. Gli piaceva farsi chiamare così dai suoi musicisti (spesso giovanissimi), rigettando il titolo pomposo di “Maestro”. Era un simbolo, una leggenda. Ma era anche rigorosamente estraneo allo starsystem. Un re che non voleva stare in trono.Scomparso ieri a ottant’anni dopo una sofferta malattia, è stato uno dei massimi direttori d’orchestra del Novecento e un vessillo d’impegno e anti-divismo, sospinto da un’intensa vita spirituale che non contraddiceva la sua laicità razionalista. La morte lo accompagnava come un pensiero abituale: «Sarebbe impossibile», dichiarò una volta, «dirigere Mahler senza pensarci». E rammentava il modo in cui morì Dimitri Mitropoulos, il maestro greco che nel 1960, alla Scala, fu fulminato da un infarto mentre provava la Terza Sinfonia mahleriana: «Sapeva che non sarebbe vissuto a lungo e me lo disse: aveva già avuto due attacchi di cuore. Ma preferiva andarsene velocemente piuttosto che smettere di dirigere. Lo capisco ». La musica era la sua esistenza, il suo alimento e la chiave di comprensione della …

"La battaglia di Vera contro oblio e ingiustizia" di Antonio Ferrari e Alessia Rastelli

La storia di Vera Vigevani Jarach, ebrea italiana che fuggì in Argentina dopo le leggi razziali, attraversa il Novecento: il nonno morì ad Auschwitz; la figlia Franca, 18 anni, fu sequestrata e gettata in mare da un aereo della morte del dittatore argentino Videla. Vera aveva un desiderio: «Un viaggio nella memoria». Lager e torture, il viaggio di Vera nel buio La storia di un’ebrea italiana: nonno ad Auschwitz, figlia desaparecida in Argentina Vera Vigevani Jarach, ebrea italiana che vive in Argentina, aveva un desiderio. Il «Corriere della Sera» l’ha aiutata a realizzarlo. Questa donna di ottantacinque anni, giornalista per quattro decenni all’ufficio dell’«Ansa » di Buenos Aires, ha attraversato, nel Novecento, due tragedie che l’hanno segnata per sempre: ha perso il nonno materno, Ettore Felice Camerino, mandato al gas ad Auschwitz dagli aguzzini nazisti; e ha perso la figlia Franca, di diciotto anni, sequestrata, torturata e gettata in mare (viva) da un aereo della morte del dittatore Videla. «Non ho tombe sulle quali piangere. Mio nonno è diventato il fumo di un camino, mia …

"Il codice di Babilonia", di Giulio Azzolini

“Sono in mesopotamia le vere origini della nostra politica. Parla l’archeologo Giorgio Buccellati, docente a Los Angeles, che per anni ha scavato nella regione. “Lo sviluppo del linguaggio urbano e il politeismo hanno portato il progresso scientifico” «Nel 1968, entrando nell’Istituto Orientale di Los Angeles dove lavoravo con mia moglie Marilyn, alzai gli occhi e riconobbi una scritta sulla facciata: “Le passioni dell’irrilevanza”. A ripensarci, fu una sorta di monito». Da allora è come se Giorgio Buccellati, archeologo, classe 1937, non abbia mai smesso di “rilevare”. Oggi si divide tra la California e la Val d’Ossola, ma ha attraversato il mondo, scavando in Siria, Turchia, Iraq e Caucaso. Distinguendo l’effimero dal prezioso. Calibrando le epoche sul metro dei millenni. Ricostruendo grammatica e semantica di lingue morte («meglio non chiamarle così», precisa). E sforzandosi di mostrare la rilevante attualità di ciò che un giorno apparteneva a una civiltà «interrotta» (l’aggettivo giusto). Professore, leggere i primi due volumi del suo Corpus mesopotamico. Il paese delle quattro rive pubblicati negli ultimi mesi da Jaca Book (gli altri due …

È scomparsa Alessandra Siragusa ex deputata pd

Se ne è andata ieri, a soli cinquant’anni, Alessandra Siragusa (nella foto Fotogramma ), uno dei volti più rispettati della politica siciliana e uno dei simboli della «primavera di Palermo». Cresciuta nel gruppo «Politica giovani» di Piersanti Mattarella, inizia l’attività politica nel consiglio di quartiere del capoluogo siciliano. In consiglio comunale nel 1990 per la Dc, pochi mesi più tardi abbandona il partito per aderire alle Rete di Leoluca Orlando, di cui sarà l’assessore all’Istruzione nel 1993 e in tutte le giunte successive. Molto nota fu l’iniziativa da lei inventata dell’«adozione» dei monumenti cittadini da parte delle scuole, con gli studenti a fare da guida ai luoghi significativi del loro quartiere. Successivamente si avvicina ai Democratici di sinistra e diviene l’animatrice regionale dell’associazione Emily, la scuola di formazione politica dedicata alle donne, lanciata, tra le altre, da Giovanna Melandri, Serena Dandini e Franca Chiaromonte. Nel 2004 si candida alle Europee ma le oltre 60 mila preferenze non sono sufficienti ad aprirle le porte di Bruxelles. Due anni più tardi, la lista di Rita Borsellino in …

“Sette sogni spezzati il 28 dicembre 1943 i fascisti fucilarono i fratelli Cervi”, di Gianfranco Pagliarulo

Settant’anni fa. 28 dicembre 1943. Sette fratelli: Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio, Ettore. Fucilati dai fascisti della Repubblica Sociale nel poligono di tiro di Reggio Emilia. Con loro, anche Quarto Camurri. Poco più di un mese prima erano stati cattura- ti. La milizia repubblichina aveva circondato la loro cascina a Gattatico, presso Reggio Emilia. Dopo una breve ma violenta battaglia e dopo l’incendio della stalla e dell’abitazione, i fratelli, col padre Alcide Cervi, si arrendono per salvare le mogli e i bambini. Vengono reclusi nel carcere politico dei Servi a Reggio Emilia. Ne escono il 28 dicembre. Il giorno prima in un paese vicino il segretario del fascio era stato ucciso. Ecco la rappresaglia. «Avevamo vent’anni e oltre il ponte / oltre il ponte che è in mano nemica / vedevam l’altra riva, la vita. / Tutto il bene del mondo oltre il ponte».Così Italo Calvino. Fra i tanti che «vedevano oltre il ponte» c’erano quei sette fratelli partigiani che avevano costituito la «banda Cervi». Dall’8 settembre 1943 si avvia simbolicamente la storia complessa …

“Gran Bretagna, assoluzione reale per Alan Turing. Eroe di guerra, condannato perché gay”, di Paolo Gallori

Decifrando il codice Enigma contribuì il modo decisivo alla vittoria degli Alleati contro Hitler. Ma non nascose mai il suo orientamento sessuale, finendo con l’essere condannato per condotta indecente nel 1952. Due anni dopo morì per avvelenamento, probabilmente un suicidio. Sessant’anni dopo la sua immagine viene finalmente ripulita. Gran Bretagna, assoluzione reale per Alan Turing. Eroe di guerra, condannato perché gayAlan Turing nel 1928, all’età di 16 anni (afp) CI SONO voluti più di sessant’anni e il lungo cammino della lotta per i diritti civili degli omosessuali prima che la Gran Bretagna rivedesse il proprio giudizio su Alan Turing. Avrebbe dovuto ricordarlo come lo scienziato che decifrò il codice Enigma e con esso le trasmissioni naziste, contribuendo in modo decisivo alla vittoria degli alleati contro Hitler. Avrebbe dovuto celebrarne il centenario lo scorso anno. E invece su di lui fu impresso un marchio di infamia: la condanna per omosessualità nel 1952 e la castrazione chimica. Alan Turing morì per avvelenamento due anni dopo, un morso a una mela intrisa di cianuro. Si stabilì che fu …

“L’orchestra dei nazisti, Vienna svela la vergogna”, di Andrea Tarquini

Dopo oltre mezzo secolo di silenzio, i Wiener Philarmoniker si piegano al pressing degli storici e lasciano far luce sulle pagine orribili del loro passato di complicità attiva con il nazismo. La celebre orchestra filarmonica della capitale austriaca ha ritirato le decorazioni che dopo l’Anschluss (l’annessione dell’Austria al Reich) aveva concesso a sei alti gerarchi nazisti. Meglio tardi che mai, ma i decenni di silenzio restano vergognosi. Tanto più che scorrendo i nomi dei sei decorati dai Philarmoniker troviamo alti responsabili della tirannide, condannati al processo di Norimberga. Lo stesso modo di prendere la decisione — adottata in segreto il 23 ottobre, ma resa nota solo ora grazie all’insistenza d’un team di storici guidato da Oliver Rathkolb — la dice lunga sull’ambiguità di fondo dei Wiener Philarmoniker con il loro passato di adesione entusiasta al nazismo. Basta evocare i nomi dei sei alti gerarchi, decorati fino alla revoca degli onori in ottobre: Arthur Seyss-Inquart, tra i responsabili della Shoah, condannato a morte a Norimberga. O Baldur von Schirach, Gauleiter di Vienna occupata, o Albert Reitter, …