Tutti gli articoli relativi a: memoria

“L’ultimo oltraggio di Priebke”, di Mario Calabresi

Le ultime parole lasciate da Erich Priebke sono l’ultimo oltraggio alle sue vittime. Provocano rabbia e sgomento e il fastidio terribile di essere state pensate per colpire senza doverne più pagare un prezzo, senza esserne responsabili. L’istinto in questi casi porta a pensare che siamo stati troppo generosi con lui, che in altri Paesi l’ergastolo l’avrebbe scontato in una cella fino all’ultimo dei suoi giorni e che se lo sarebbe meritato. Ma per non farmi contagiare dalla stessa natura di cui era fatto Priebke – l’odio – ho provato a cercare una lezione e un senso a tutto questo. La prima è che la giustizia, seppure tardi, è arrivata e quest’uomo ha avuto una doppia condanna: essere scoperto e strappato, ormai ottantenne e quando era da tempo sicuro di averla fatta franca, al rifugio di oblio che si era costruito dopo la fuga e vedersi riconosciuto colpevole da un tribunale militare italiano. La seconda lezione è che il male assoluto è esistito e Priebke ne è stato fino a ieri, e ancor oggi con le …

“Ventennio il lungo addio al berlusconismo”, di Massimo Giannini

Ai nemici della teoria del Ventennio berlusconiano converrà ricordare cosa ne disse il suo stesso eroe eponimo, al termine di un Consiglio Europeo: «Qui sono un veterano, insieme a tanti ragazzotti dell’Est. Con altri cinque anni di attività politica arrivo a diciannove. Quanti me ne mancano per arrivare a quello lì?». Era il 15 ottobre 2008. Il Cavaliere aveva da poco ri-stravinto le elezioni, e da premier forte della più schiacciante maggioranza parlamentare della Repubblica si sognava già nei libri di storia. A fianco o (preferibilmente) al di sopra del Duce. Già allora era proprio lui il primo ad accreditare, nell’immaginario collettivo, l’idea che il ciclo del suo strapotere potesse trasformarsi davvero (come fu il fascismo secondo la profezia di Piero Gobetti) in un’altra “autobiografia della nazione”. Le cose poi sono andate diversamente. In quel promettente autunno di cinque anni fa si vedeva già issato su un altro predellino, non quello dell’Audi blindata a San Babila ma quello della Flaminia decappottabile che tra due ali di folla lo avrebbe condotto al soglio quirinalizio. Il “piazzista” …

“Le nostre responsabilità”, di Roberto Toscano

Ieri è stata la giornata del dolore e della vergogna, e forse avrebbe dovuto essere anche quella del silenzio della umana pietas. Da oggi siamo chiamati, tutti, a trasformare la nostra attonita pietà in una presa di coscienza attiva delle nostre responsabilità. Il realismo che ci dice che l’ecatombe di Lampedusa è stata prodotta da un sistema non solo immorale, ma anche irrazionale e insostenibile. Come si fa infatti a pensare che il mondo possa procedere senza crescenti disastri, atrocità e violenze se non verranno corrette le contraddizioni e le disarmonie che sempre più lo caratterizzano? Vi è chi cerca di essere ottimista e sottolinea che, ad esempio, la povertà assoluta interessa oggi uno su cinque abitanti del mondo, mentre nel 1980 ne colpiva uno su due. Vero, ma le migrazioni dei disperati – se pensiamo al solo fattore economico – non sono direttamente proporzionali alla povertà assoluta, quanto piuttosto alla disuguaglianza. E la disuguaglianza, pure laddove si registra una crescita del Pil e un aumento delle aspettative di vita, non è in diminuzione, bensì …

“Gli invisibili e gli assenti”, di Gabriele Romagnoli

All’indomani del naufragio al largo dell’Isola di Lampedusa le fotografie dei sopravvissuti giungono su questo tavolo. La finalità è sottoporle a un esame, paradossalmente definibile autoptico, dei volti e delle espressioni, corroborato dalle dichiarazioni rilasciate da due degli effigiati. Le immagini stesse non sono pubblicabili “in chiaro”, in ossequio a una comprensibile richiesta dell’Onu di non mettere a repentaglio le già tormentate vite dei familiari rimasti nei Paesi d’origine. Occorrerà pertanto al lettore fare uno sforzo per visualizzare le suggestioni dello scrivente. Le cui impressioni sono anzitutto basate su numeri. I superstiti parlano di un carico di 500 vite umane. L’album fotografico si ferma a quota 153. La sottrazione è la cifra del massacro. La sua evidenza è data dall’assenza. Che ha natura sia quantitativa che qualitativa. Emerge nell’impatto visivo la sparuta presenza femminile. A un più attento esame la conta si ferma a 5 visi di donna su 153, corrispondenti ai numeri 42, 107, 108, 132, 149. La prima comunica smarrimento, la bocca semiaperta, lo sguardo vacuo, fisso su qualcosa che non c’è più. …

“Morire con un numero al posto del nome”, di Attilio Bolzoni

Un morto, un numero, un «presumibilmente» che racconta tutta una vita. Morto numero 31, maschio, nero, presumibilmente trent’anni. Morto numero 54, femmina, nera, presumibilmente vent’anni. Morto numero 11, maschio, nero, presumibilmente tre anni. Presumibilmente: è tutto quello che sappiamo di loro camminando fra i cadaveri di Lampedusa dopo che il mare ce li ha portati. Sembrano manichini quelli che vedo allineati e nascosti in sacchi neri e azzurri, bianchi, grigi, verdi. Da un telo viene fuori un gomito, da un altro esce un piede, c’è una mano, un naso, un seno, c’è una scarpa, una sciarpa, un orecchio. Carcasse, centoundici carcasse che adesso sono lì immobili e nella loro immobilità sembrano disperarsi, implorare, maledire. Presumibilmente, questa parola l’abbiamo sentita ripetere centoundici volte oggi. L’inferno di Lampedusa ci ha spalancato le sue porte quando quattro carri funebri sono scivolati nella grande morgue che è quell’hangar dell’aeroporto, seguiti da due camion carichi di bare. Centoquaratanta. Di abete, di faggio, noce, di mogano. Chiare, più scure, alcune con lo stampo metallico di un fiore sulla parte superiore, altre …

Lutto nazionale

“Si é consumata una tragedia immane questa mattina all’alba sulle coste di Lampedusa e, minuto dopo minuto, assume dimensioni enormi. È ora di dire basta. Non si può restare indifferenti di fronte a questa ennesima giornata nera nella storia del nostro Paese, dell’Europa e del Mediterraneo”. Lo afferma Khalid Chaouki, deputato e responsabile Nuovi Italiani per il PD, intervenendo nell’Aula di Montecitorio. “Il Governo – precisa Chaouki – d’intesa con l’Europa, deve impegnarsi con urgenza per trovare soluzioni definitive, l’Italia, e soprattutto la Sicilia, è la porta d’Europa, l’UE deve farsi carico di quella che è, a tutti gli effetti, una questione europea. Il mio profondo cordoglio per una delle pagine più tristi della storia degli sbarchi, non possiamo più fare finta di niente”. “Tragedia terribile, l’Europa non può nascondersi” così Roberto Speranza, Presidente Deputati del PD. “Impossibile rimanere indifferenti di fronte alla terribile tragedia di Lampedusa – ha aggiunto – ancora una volta donne, uomini e bambini perdono la vita per fuggire povertà, guerre e persecuzioni. La politica deve dare risposte e l’Italia deve …

“Le lacrime di Napolitano”, di Umberto Rosso

«QUANTO più tu abbia la ventura di inoltrarti, in età avanzata, nel tuo percorso di vita, tanto più avverti il vuoto di quelle che sono state presenze assai care, venute meno via via nel corso degli anni…». La frase però si ferma in gola, un groppo di commozione fin quasi alle lacrime, che un bicchiere d’acqua non basta a mandar giù. L’aula magna della Bocconi, sorpresa e disorientata da quel capo dello Stato umano troppo umano, sopraffatto dai sentimenti, poi capisce e lo aiuta e conforta con l’applauso più forte. Una, due, tre volte. Un applauso e un bicchiere d’acqua. Giorgio Napolitano, il presidente che a qualcuno è sempre sembrato un presidente freddo, l’uomo della razionalità assoluta e del controllo “comunista” sulle emozioni, tutto “politica” e poco “personale”, si è emozionato davvero tanto nel ricordo di Luigi Spaventa. Ma negli ultimi tempi, in molte occasioni, il presidente della Repubblica non ha nascosto i suoi momenti di commozione. Soprattutto quando ha parlato dell’Italia e all’Italia che soffre e che non ce la fa. Quando si è …