Tutti gli articoli relativi a: memoria

“Il cammino aperto da Mandela. Nella storia come Gandhi”, di Roberto Toscano

Nelson Mandela ci sta lasciando. In un certo senso ci ha già lasciato, con la perdita della coscienza e una sopravvivenza fisica solo permessa dalle moderne tecnologie mediche. Tra poco sarà il momento dei necrologi, che saranno di certo improntati alla celebrazione di una delle poche figure positive del nostro tempo, così carente di eroi e così affollato da personaggi poveri sia di principi che di carisma. La sua è una straordinaria vicenda politica ed umana: la lotta armata contro uno dei più spietati e disumani sistemi politici del XX secolo, l’Apartheid; oltre vent’anni di carcere; la costruzione di un Sudafrica per tutti basato non sulla sconfitta del nemico razzista, ma sul dialogo e l’esclusione della violenza. E tutto questo con uno stile inconfondibile fatto di pazienza e serena fermezza, e soprattutto con una stupefacente mancanza di odio e risentimento nei confronti di chi, oltre a macchiarsi di innumerevoli crimini di lesa umanità, gli avevano rubato oltre due decenni di vita. Mandela è già nella storia, e non sembra possibile immaginare che un giorno qualcuno …

“L’eredità di Borsellino”, di Pietro Grasso

Ricordo come fosse ieri quel 19 luglio del 1992, quando appresi dell’uccisione. Erano trascorsi poco meno di due mesi dalla morte di Falcone e l’Italia perdeva nuovamente un valoroso magistrato, un fedele servitore dello Stato. Paolo Borsellino ha sacrificato la sua vita perchè la nostra fosse migliore; ha vissuto e lavorato per la giustizia, considerandola non solo una professione, ma prima di tutto una missione. Oggi voglio ricordare non solo il magistrato con il quale ho avuto la fortuna di lavorare, ma anche l’uomo che ho avuto il privilegio di conoscere e di apprezzare nelle sue qualità più intime e personali. Ricordo benissimo l’anno in cui conobbi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: era il 1979. Ero stato chiamato a collaborare al maxiprocesso e mi sentii onorato e emozionato, perché sapevo che da loro avrei imparato tanto. Delle numerose giornate passate a studiare gli atti non posso dimenticare l’affetto e il sostegno di Paolo, il suo entusiasmo, la tenacia con la quale affrontava ogni giorno il suo lavoro, pur sapendo che questo gli sarebbe costato la …

Anniversario Borsellino, Napolitano: la sua eredità base della lotta alla criminalità

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del 21 anniversario del criminale vile agguato di via d’Amelio, ha inviato a Manfredi Borsellino un messaggio nel quale rende “commosso omaggio alla memoria di Paolo Borsellino e di Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina, addetti alla sua sicurezza. “Come ho ricordato il 23 maggio scorso, con i tragici attentati del 1992 in cui persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ‘L’Italia fu ferocemente colpita nelle persone di suoi servitori eccezionali, di grandi magistrati, di autentici eroi di quella causa della legalità e della difesa dello stato costituzionale con la quale si erano identificati’. L’esempio e l’eredità che Paolo Borsellino ci ha lasciato – come tutti coloro che si sono sacrificati per tutelare i valori di giustizia, libertà e democrazia – sono oggi alla base delle iniziative sempre più numerose che spontaneamente si sviluppano nella società civile contro ogni forma di violenza e di insidiosa infiltrazione della criminalità organizzata. Nel suo ricordo, mi stringo ai familiari, rinnovando i sentimenti di …

“Commemorazione del genocidio di Srebrenica”, di Marina Sereni

E’ con profonda emozione che porgo il benvenuto, a nome della Camera dei deputati, ai promotori di questa commemorazione delle vittime del genocidio di Srebrenica, avvenuto nel luglio di diciotto anni fa. Ringrazio, in particolare, il collega Mario Caruso, il presidente Casini, l’ambasciatore Nerkez Arifhodzic, il prof. Antonello Biagini ed il prof. Francesco Guida che hanno deciso di accogliere l’invito a partecipare a questa iniziativa, moderata dallo scrittore e giornalista Guido Rampoldi, che tutti noi conosciamo per la qualità dei suoi saggi e delle sue opere letterarie. Sono altresì grata all’attrice italo-bosniaca Nela Lučić che animerà questo incontro con la lettura di alcuni brani del grande drammaturgo bosniaco Abdullah Sidran, il più grande poeta e scrittore bosniaco, conosciuto anche in Italia per avere sceneggiato alcuni tra i più bei film di Emir Kusturica. Esprimo inoltre il mio più profondo apprezzamento per la scelta di “fare memoria” della tragedia del luglio 1995 anche attraverso la presentazione di alcune struggenti opere del maestro Safet Zec che ha dedicato un suggestivo ciclo pittorico alla tragedia di Srebrenica. Ricordare …

Margherita Hack: “Dalle cannonate naziste alle stelle Io e la mia sfida contro l’ignoto”, di Marco Cattaneo

«Spesso mi facevano compagnia le cannonate che si scambiavano i tedeschi, che occupavano la città e sparavano dalla collina di Fiesole, e gli Alleati, che stavano guadagnando terreno da sud, dalla zona della Certosa». Era il 1944, quando la ventiduenne Margherita Hack svolgeva le osservazioni per la sua tesi di laurea nelle notti dell’osservatorio di Arcetri, a Firenze, insolitamente buie per il coprifuoco e dunque ideali per chi si affacciava all’oculare di un telescopio. In verità — racconta nelle pagine di Il perché non lo so, una suggestiva autobiografia per episodi in edicola con Repubblica e l’Espresso da lunedì 8 luglio — Margherita Hack era arrivata a quella tesi in astronomia quasi per caso. Le avevano negato una tesi in elettronica, e nell’altra materia disponibile, la fisica matematica, non si reputava particolarmente brillante. Così preferì trascorrere le lunghe notti in compagnia delle cannonate e delle Cefeidi, una classe di stelle variabili la cui regolarità serve a misurare la distanza delle galassie in cui si trovano. E ancora di recente ricordava quelle notti avventurose con l’entusiasmo …

“Non dimenticare le stragi naziste”, di Carlo Smuraglia

Caro direttore, la vicenda delle stragi nazifasciste del 1943-45, che riguarda circa 15.000 vittime, è spesso oggetto di trattazioni prive di completezza d’informazione. Finora non c’è stata una vera assunzione di responsabilità da parte del Governo italiano circa la vicenda dei fascicoli «occultati», che tanto danno hanno provocato, ai fini delle indagini. È vero, anche, che dal 2006, quando cioè ha terminato i suoi lavori (ed è finita la legislatura) la Commissione di inchiesta parlamentare, istituita proprio per scoprire le cause del mancato utilizzo e dell’occultamento di quasi mille fascicoli, non si è riuscito a ottenere che il Parlamento discutesse sulle relazioni conclusive della Commissione stessa. Mi permetto però di segnalare alcune iniziative che costituiscono a mio parere dei significativi passi in avanti per mantenere viva l’attenzione su questi tragici fatti e per ottenere finalmente verità e giustizia. Un libro recente di Buzzelli, De Paolis, Speranzoni, La ricostruzione giudiziale dei crimini nazifascisti in Italia (ed. Giappichelli – 2012), non solo contiene una completa ed esauriente ricostruzione dei fatti e delle vicende connesse alle stragi suddette, …

"Una scienziata militante che si batteva per i diritti", di Pietro Greco

Si è spenta ieri a Trieste Margherita Hack, la «signora delle stelle ». Forse il volto più noto della scienza italiana. Certo il più amato. Con lei il Paese perde una grande figura. Anzi, un modello. Uno dei pochi modelli popolari, ma non populisti, in cui gli italiani ancora si riconoscevano. E non solo d’istinto. Margherita Hack aveva un’indubitabile capacità naturale di entrare in sintonia con le persone. Ma l’immediata simpatia che suscitava non era solo frutto della sua verve tipicamente fiorentina. Era anche e soprattutto il frutto di un «modo di vivere» il suo essere donna di scienza. Margherita era una «scienziata militante», con una fede illuministica nella forza della ragione – della ragione al servizio dell’umanità – che riusciva a trasmettere toccando la mente (e i cuori) di tutti grazie alla sua libertà di pensiero. E alla trasparente, intransigente, rigorosa, generosa, disinteressata coerenza con cui la rappresentava, la sua libertà di pensiero. Suscitando empatia anche quando navigava – e succedeva spesso – contro corrente. È con la sincerità senza calcoli che Margherita Hack, …