Tutti gli articoli relativi a: memoria

"Addio Franca Rame tra donne in rosso e Bella Ciao", di Natalia Aspesi

La gente è così tanta — c’è chi parla di 7-8mila persone — che anche Dario Fo e i parenti faticano a raggiungere il sagrato del Teatro Strehler, dove, sotto una gigantografia di Franca Rame in scena, c’è il feretro che se la porta via per sempre. Ma va bene così: ciò che conta, dirà poi il premio Nobel, sfinito, a funerale terminato, dopo aver tumulato la salma nel famedio, il cimitero dei grandi di Milano, casualmente e teneramente proprio accanto all’amico Enzo Jannacci, «ciò che conta, è che finalmente tutti abbiano potuto salutare Franca». Ed è stato, quello di ieri, un saluto umanissimo e civile ai mille volti di Franca Rame: le centinaia di donne vestite di rosso a cantare “Bella ciao” per «la Franca che ha lottato per noi»; gli handicappati in carrozzella per la donna che li ha sostenuti coi soldi del Nobel; i vecchi amici di “Soccorso rosso”, Oreste Scalzone e altri, a ricordare le battaglie politiche col pugno alzato e l’Internazionale, suonata a molti opaca, incongrua, remota. E poi i …

"L’ultimo insulto, quello del Tg2", di Natalia Lombardo

Come è facile scivolare sulla vita di una donna e cucirle addosso il vestito di sempre, col marchio impresso dalla cultura maschile che, come riflesso condizionato, quasi giustifica la violenza sul corpo e nell’anima delle donne. Basta un legame, un «finché», per sottintendere l’eterna e introiettata colpa della donna «bellissima» e pure femminista condannata all’inevitabile quanto orrido stupro. Così, nel giorno in cui la Rai dedica la mattinata contro la violenza sulle donne, con tanto di presidente Tarantola e di spot, grazie all’approvazione in Parlamento della Convenzione di Istanbul, al Tg2 proprio una donna scivola in quella coazione a ripetere che anestetizza la coscienza. Nel servizio dell’edizione delle 13, Carola Carulli descrive Franca Rame come attrice, indissolubilmente legata a Dario Fo, col quale ha condiviso la vita e «l’utopia sessantottina», tra «satira e controinformazione feroce» (esiste una controinformazione soft?). Certo era «Una donna bellissima, Franca», racconta la giornalista, «amata e odiata. Chi la definiva un’attrice di talento che sapeva mettere in gioco la propria carriera teatrale per un ideale di militanza politica totalizzante» – ma …

"Addio a Franca Rame, leonessa del teatro che regalò il coraggio alle donne", di Gad Lerner

La sera prima di morire Franca Rame aveva partecipato nel salotto di casa a una lettura collettiva di “Fuggita dal Senato”, il suo ultimo testo di denuncia della malapolitica che Dario Fo le chiedeva di recitare con lui in un teatro di Verona. Faticava, ma neanche concepivano che una come lei potesse non farcela. E ora, seduto su quello stesso divano, Dario si aggrappa all’ironia recitando il vecchio detto milanese: L’era inscì bela, ier! Bella, sì, era bellissima, di una bellezza femminile sensuale e prorompente che nessuna altra grande attrice aveva saputo contenere altrettanto nel talento artistico e nella dedizione generosa per gli altri, facendone una donna speciale. Moglie e madre, anche sul palcoscenico. Attrice, anche nella quotidianità. Dentro al viavai parossistico che sono state le sue case-accampamento, sempre aperte all’ospitalità incondizionata di noi ragazzi sbalestrati, teatranti poveri, militanti sovversivi, ex detenuti senza fissa dimora. Non so dove trovasse l’energia per sopravvivere là in mezzo, dirigendo il traffico con la sua voce roca sovrastante il casino. Era un continuo fare la rivoluzione, femminista e comunista, …

Capaci, 2omila studenti a Palermo. Colle: «Falcone e Borsellino eroi»

Sono trascorsi 21 anni dalla strage di Capaci, che il 23 maggio 1992 uccise il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti di scorta, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Per ricordare il sacrificio di quei servitori dello Stato, anche oggi Palermo sarà palcoscenico d’incontri e manifestazioni alle quali prenderanno parte migliaia di studenti provenienti da tutta Italia, nonché i maggiori rappresentanti delle istituzioni. In attesa di conoscere quali saranno le tappe che il presidente del Consiglio Enrico Letta farà in città, dopo aver annunciato ieri sera su Twitter la sua presenza a Palermo, come da tradizione, sono attese per stamattina al porto le due navi, ribattezzate Giovanni e Paolo, salpate ieri da Civitavecchia e Napoli, con a bordo circa 3mila studenti. Insieme a loro ci saranno il presidente del Senato, Pietro Grasso, il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, il presidente Rai Anna Maria Tarantola, Nando Dalla Chiesa. I ragazzi, una volta a Palermo, si divideranno in due gruppi. Uno raggiungerà l’aula bunker, dove si terrà un incontro incentrato sui …

"Addio a don Gallo il prete dei dimenticati", di Vito Mancuso

Don Andrea Gallo vivrà nell’immaginario degli italiani con il suo sigaro, il cappello nero e l’immancabile colletto da prete, i segni più caratteristici della doppia appartenenza che ha contraddistinto la sua lunga e felice vita: l’appartenenza al mondo e alla chiesa, alla terra e al cielo. Termini tutti ugualmente importanti per uno che vi ha dedicato la vita. Ma il primo posto per don Gallo spettava al mondo e alla terra, perché era solo in funzione di essi che per lui aveva senso poi parlare di chiesa e di cielo. La stola sacerdotale, che egli amava e a cui è sempre stato fedele, veniva dopo la sciarpa arcobaleno con i colori della pace che spesso indossava, e veniva dopo la sciarpa rossa spesso parimenti indossata per l’ideale di giustizia e di uguaglianza che a lui richiamava. È stato questo primato del mondo e della terra che ha condotto don Gallo a essere un prete ribelle, contestatore, mai allineato con i dettami della gerarchia, soprattutto in campo etico e sociale. Un ribelle per amore, per amore …

I cento passi e i "trentacinque anni" di Peppino Impastato

“Fiore di campo nasce dal grembo della terra nera, fiore di campo cresce odoroso di fresca rugiada, fiore di campo muore sciogliendo sulla terra gli umori segreti”.”Sono tanti 35 anni. Una vita, ormai, dal giorno in cui Peppino Impastato venne ucciso. Consola pero’ notare come, anno dopo anno, la sua figura sia diventata sempre piu’ punto di riferimento per le nuove generazioni in cerca di riscatto. Soprattutto per coloro che, vivendo in territori difficili, a lui si ispirano per isolare mentalita’ e comportamenti mafiosi”. Cosi’, nell’anniversario dell’assassinio di Peppino Impastato, il presidente della Camera, Laura Boldrini, nel messaggio inviato al fratello Giovanni. “Perche’- aggiunge- e’ stata questa la forza rivoluzionaria di Peppino Impastato: mettere all’angolo Cosa Nostra con un’arma di certo inedita per l’epoca, l’ironia. Meglio sarebbe dire la derisione. Ridicolizzare i rituali di cosa nostra e i suoi uomini oggi e’ una strategia contro la mafia. Allora era un atto eroico. Peppino lo sapeva, sapeva di andare incontro a morte certa. Ma questo non lo ha fermato. Cosi’ come non si sono mai fermati, …

"Aldo Moro, la dimensione umana della politica", di Pierluigi Castagnetti

Mi chiedo perché, almeno per gli uomini della mia generazione, continui la necessità di farne memoria. Siamo soliti, ormai da 35 anni, ricordare Aldo Moro in due date, il 16 marzo giorno della sua cattura e dell’assassinio dei cinque uomini di scorta, e il 9 maggio giorno del suo sacrificio. In mezzo cinquantacinque lunghi giorni di prigionia in una cella lunga tre metri e larga uno. Mi chiedo perché, almeno per gli uomini della mia generazione, continui la necessità di farne memoria. Penso che la ragione si trovi tutta nel presente. In una delle 97 struggenti lettere dalla prigionia che conosciamo vi è una drammatica promessa da molti vissuta come una maledizione: «Io risarò ancora come un punto irriducibile di contestazione e di alternativa». Contestazione e alternativa. Quante volte nei momenti di crisi della nostra democrazia e soprattutto di agonia del suo partito, la Democrazia Cristiana, questa invettiva è stata riesumata come spiegazione di cose che ci si rifiutava di capire e spiegare. Più responsabilmente è capitato, al professor Valerio Onida poche settimane fa nel …