Tutti gli articoli relativi a: memoria

“Fratelli d’Italia all’autogrill”, di Antonio Scurati

Su una piazzola di sosta ti può capitare di sentirti italiano. Sei lì che risali la penisola estiva con l’auto carica di vivande e masserizie, costretto a fermarti ogni due ore per allattare o placare il pianto della bambina, all’affannosa ricerca di un’ombra stenta da pompa di benzina, la canottiera e i calzoni corti zuppi di sudore, sei lì che con il tuo corpo cerchi di schermare tua figlia dal vento di scirocco e dai rombi dei Tir che sull’Autostrada del Sole sfrecciano verso i valichi del Nord e, d’un tratto, vieni colto dal sentimento nazionale. Vedi attorno a te questa gente tornata proletaria sotto la spinta compulsiva all’esodo di Ferragosto, li vedi come te affannosi, sudati, ossessivamente prodighi di cure per l’infanzia, li vedi sbracati, caciaroni e sanguigni tanto a Caianello quanto a Panzano o a Roncobilaccio. Ovunque avverti il nucleo simbolico di una nazione irradiare dalle pile di bestseller dedicati al nostrano sistema criminale, o ai vizi pubblici e privati dell’arcitaliano leader nazionale, irradiare dalla mercificazione su grande scala della tipicità locale (le …

“Sant’Anna ricorda la strage. Napolitano: la democrazia è nata dalla Resistenza”, di Silvia Casagrande

Senza l’estremo sacrificio di chi lottò nella Resistenza e nella Lotta di Liberazione non sarebbe nata la nostra democrazia. Questo il messaggio inviato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e letto dal sindaco di Stazzema Michele Silicani nel giorno del 65mo anniversario dell’eccidio nazista di Sant’Anna. 560 civili, per lo più donne, anziani e bambini, barbaramente assassinati dalle SS della sedicesima Panzergrenadier Division in poco più di tre ore. La più giovane vittima, Anna Pardini, una bambina di appena 20 giorni. Una strage per cui solamente nel 2005 il tribunale militare di La Spezia condannò all’ergastolo dieci nazisti, fra cui l’ufficiale che diede l’ordine di infierire sui civili nonostante il piccolo paesino lucchese fosse stato già abbandonato dai partigiani. I messaggi dei presidenti «Il sacrificio di tanti nostri concittadini che seppero battersi coraggiosamente per il riscatto della loro Patria – scrive Napolitano – costituisce la più viva eredità morale della Resistenza e della Lotta di Liberazione, che scrisse in questa terra generosa pagine altissime di eroismo. Da quella stagione di rinascita civile l’Italia trasse la …

“Ergastolo all’ufficiale nazista che ordinò la strage di Falzano”, di Laura Lucchini

Josef Scheungraber, 91 anni, è stato condannato ieri all’ergastolo dal tribunale di Monaco. I giudici lo hanno ritenuto colpevole del massacro di Falzano (Arezzo) avvenuto il 26 giugno ’44. Vennero trucidati 14 civili. La resa dei conti con la Storia può arrivare a 91 anni nella vita di un uomo. È il caso di Josef Scheungraber il criminale di guerra nazista che è stato condannato ieri all’ergastolo dal tribunale di Monaco. Scheungraber è stato riconosciuto colpevole, dopo 65 anni, del massacro in cui furono uccisi 14 civili italiani a Falzano di Cortona in provincia di Arezzo, il 26 giugno del 1944. In uno degli ultimi processi a criminali di guerra nazisti realizzati in Germania, il novantunenne bavarese, residente a Ottobrunn, è stato riconosciuto responsabile degli eventi Falzano. Secondo l’accusa infatti ordinò alle sue truppe di sparare a tre uomini e un’anziana signora per strada. Successivamente fece rinchiudere 11 persone in una fattoria che fu poi fatta saltare in aria. Dall’esplosione si salvò Gino Masetti, allora quindicenne. Scheungraber era venticinquenne tenente del battaglione 818 degli alpini …

La destra: troppi soldi agli Istituti storici della Resistenza

La denuncia dell’on.Ghizzoni: “E’ un esempio dei guasti che può provocare il Pregiudizio ideologico di questa maggioranza di fronte a tutto ciò che riguarda la lotta di Liberazione” Meno soldi all’Istituto italiano per la storia della Liberazione. E’ quanto chiede la maggioranza di governo che in commissione Cultura della Camera ha approvato, con il voto contrario del Partito democratico, il piano di finanziamento delle Istituzioni culturali nazionali. “E’ un esempio dei guasti che può provocare il pregiudizio ideologico di questa maggioranza – commenta il capogruppo Pd in commissione Manuela Ghizzoni – di fronte a tutto ciò che riguarda esistenza e lotta di Liberazione. Ma è soprattutto la prova di quanto la destra si senta estranea a una stagione della storia nazionale che dovrebbe essere patrimonio comune di tutti gli italiani”. Nel corso dell’ultima seduta della VII Commissione della Camera è stato discusso il decreto ministeriale che individua le istituzioni culturali che beneficeranno di contributi da parte dello Stato per il triennio 2009-2011. Il parere approvato dalla maggioranza, con il voto contrario del PD, punta di …

“Hiroshima: quell’esplosione che segnò la corsa all’atomica” di Roberto Fieschi

Con la scoperta della fissione dell’uranio, fatta in Germania nel 1938 da Otto Hahn e Fritz Strassmann nel corso di studi a carattere fondamentale sulla struttura del nucleo atomico, ad alcuni fisici (Fermi, Joliot, Heisenberg) fu chiaro che, se si fosse potuto realizzare un processo che sfruttasse tale fenomeno (la reazione a catena), si sarebbe potuta liberare una quantità di energia fino ad allora inimmaginabile. Questa scoperta metteva dunque alla portata di qualunque Stato tecnologicamente sviluppato gli elementi necessari alla costruzione di un’arma senza precedenti. Gli eventi successivi a quel 1938 dimostrano quanto questo sia vero: oggi nove Stati posseggono le armi nucleari (Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Francia, Cina, Israele, India, Pakistan e Corea del Nord), e forse un decimo, l’Iran, si prepara a costruirsele. Il Progetto Manhattan e il test di Alamogordo: «Trinity». Nel 1942 negli Stati Uniti ebbe inizio il Progetto Manhattan per realizzare la bomba atomica; il progetto fu avviato per timore che la Germania nazista fosse impegnata nella costruzione della terribile arma: nessuno dubitava che, se i fisici tedeschi fossero …

“Il ricordo della strage tra disagio e responsabilità”, di Edmondo Berselli

I fischi, i boati, gli insulti che ieri hanno sommerso il discorso di Bondi a Bologna, in occasione della ricorrenza della strage del 2 agosto 1980, provocano disagio. Perlomeno in tutti coloro che hanno in mente un’idea dialettica ma non belligerante della politica. Non so se la replica del direttore dell’Avvenire abbia chiarito i dubbi dei cattolici sul comportamento del premier. Alla pillola abortiva il giornale dei vescovi ha dedicato molto più spazio Ogni cittadino può valutare da sé la presa di posizione dei capi ecclesiastici e definire quanto abbiano a cuore il bene comune e si diano da fare per cercare l’amore nella verità Per chi ha ancora negli occhi l’immagine della solidarietà politica, istituzionale e civile che si espresse davanti alla Stazione distrutta, quattro giorni dopo la bomba, con il discorso del sindaco Renato Zangheri, e la mano di Sandro Pertini ferma sul tricolore, risulta scomodo assistere al rumoroso ostracismo espresso dalla piazza bolognese verso un rappresentante del governo. Ieri Bondi, che rappresentava le istituzioni e non soltanto una parte politica, non è …

“L’Italia che non vedremo”, di Enzo Bettiza

Quando si celebrerà, fra un anno e mezzo, il 150° anniversario dell’Unità, non potremo fare a meno di constatare la fragilità e la vulnerabilità di un panorama politico che fin da oggi si presenta purtroppo scisso, segnato più dalla disunione e che dall’unione nazionale. L’annosa «questione meridionale», acuitasi in questi giorni, graverà probabilmente a ridosso delle celebrazioni come il grande problema rimasto irrisolto (e perdipiù complicato dalla «questione romana») dopo la breccia piemontese di Porta Pia. La fiacchezza del consenso patriottico e storico all’anniversario, la quasi ostile indifferenza alla pericolante eredità unitaria, il «vuoto di idee» opportunamente lamentato dall’articolo di Ernesto Galli della Loggia che ha aperto un ampio dibattito sul passato e il presente dello Stato italiano, mettono radici nella faglia anche psicologica e perfino antropologica che la crisi in atto tra Sud e Nord pone ai gruppi dirigenti del Paese. I molti silenzi e balbettii sull’anniversario originano da qui. Dalla non facile soluzione di un enigma, come quello del Mezzogiorno, mai compiutamente risolto, anzi esacerbato nelle sue oscurità dall’insorgenza protestataria di una contrapposta …