Tutti gli articoli relativi a: pari opportunità | diritti

“Dedicare l’8 marzo a tre donne vittime della ’ndrangheta”, di Vera Lamonicas

Giuseppina Pesce, Maria Concetta Cacciola, Lea Garofalo, erano donne di ’ndrangheta, cresciute e vissute nel contesto di famiglie potenti della più potente tra le organizzazioni criminali. Di quell’appartenenza avevano assorbito le regole, e dentro quelle regole erano vissute fino alla negazione di sé, della propria libertà e della propria dignità. Maria Concetta,ad esempio, era stata sposata a 14 anni, a 15 era diventata mamma, più volte pestata a sangue, a 31 anni aveva tre figli ed è morta ingerendo acido muriatico. E le altre non hanno storie meno tragiche: sono tutte, insieme a tante altre, vittime della più sconvolgente delle sorti, quella di nascere in una famiglia di ’ndrangheta, l’organizzazione criminale che nella famiglia e nei legami di affetto e di sangue che la caratterizzano, trova una delle basi della sua forza e della sua impenetrabilità e una delle ragioni del radicamento anche culturale che la caratterizza nel contesto calabrese. Perciò ribellarsi alla ’ndrangheta, ribellarsi dall’interno, non è solo un atto di pentimento e di dissociazione, è un atto di lacerazione profonda che porta con …

"Scoperto un milione di immobili fantasma lo Stato potrebbe incassare 2 miliardi", di Valentina Conte

Un tesoretto inaspettato da 2 miliardi di euro, ben nascosto in un milione e 82 mila immobili fantasma, scovati e riportati alla luce del Catasto (e del Fisco) da un´azione capillare e super-tecnologica dell´Agenzia del territorio. Mille persone, otto mesi di lavoro sul campo, per indagare 818 mila particelle, ovvero pezzetti di terreno su cui negli anni si è costruito in totale libertà, a cui aggiungere quelle relative ai contribuenti che si sono autodenunciati entro lo scorso aprile. Risultato: individuati oltre un milione di fabbricati totalmente sconosciuti che valgono 817 milioni di euro di rendita catastale e 472 milioni di tasse per l´anno in corso (tra Imu, cedolare secca, imposta di registro). Considerati gli arretrati (fino a 5 anni di retroattività per le tasse non pagate), il tesoretto potrebbe davvero centrare quota 2 miliardi di euro. Entro giugno, poi, il lavoro sarà completato, fino alla quota record di 2,2 milioni di particelle resuscitate. Tasse comprese. Il metodo è quasi banale: sovrapporre le ortofoto aeree ad alta risoluzione del territorio italiano alla cartografia catastale. E poi …

“Scoperto un milione di immobili fantasma lo Stato potrebbe incassare 2 miliardi”, di Valentina Conte

Un tesoretto inaspettato da 2 miliardi di euro, ben nascosto in un milione e 82 mila immobili fantasma, scovati e riportati alla luce del Catasto (e del Fisco) da un´azione capillare e super-tecnologica dell´Agenzia del territorio. Mille persone, otto mesi di lavoro sul campo, per indagare 818 mila particelle, ovvero pezzetti di terreno su cui negli anni si è costruito in totale libertà, a cui aggiungere quelle relative ai contribuenti che si sono autodenunciati entro lo scorso aprile. Risultato: individuati oltre un milione di fabbricati totalmente sconosciuti che valgono 817 milioni di euro di rendita catastale e 472 milioni di tasse per l´anno in corso (tra Imu, cedolare secca, imposta di registro). Considerati gli arretrati (fino a 5 anni di retroattività per le tasse non pagate), il tesoretto potrebbe davvero centrare quota 2 miliardi di euro. Entro giugno, poi, il lavoro sarà completato, fino alla quota record di 2,2 milioni di particelle resuscitate. Tasse comprese. Il metodo è quasi banale: sovrapporre le ortofoto aeree ad alta risoluzione del territorio italiano alla cartografia catastale. E poi …

Gli uomini e la violenza «Questa è una tragedia che li riguarda tutti», di Daniela Monti

È un fatto privato di «quella» famiglia, di «quella» coppia. E poi solo un folle può compiere un gesto così, quattro persone uccise per un’ossessione, un’idea malata di dominio e di possesso. Chissà che patologia ha: avrebbero dovuto fermarlo prima, avrebbero dovuto curarlo prima. Eppure c’è qualcosa che non torna in un ragionamento come questo. I primi a mettere in guardia sono i numeri: le violenze degli uomini sulle donne sono un fenomeno esteso, quasi quotidiano. Diventa difficile credere che siano tutte e solo relazioni sbagliate, rapporti sfortunati, situazioni al di fuori della «normalità». Lea Melandri, scrittrice, una lunga militanza nel femminismo che l’ha portata ad approfondire le dinamiche del rapporto fra i sessi, dà un’altra lettura della tragedia di Brescia. Macché fatto privato, macché patologia: il vero nocciolo sta in una questione infinitamente più complessa e che riguarda la nostra cultura dei rapporti fra uomini e donne. «Il fatto di considerare la violenza domestica come un fatto privato ostacola quell’assunzione di responsabilità da parte degli uomini, a livello culturale e politico, che sola potrebbe …

“Un Paese che fa la guerra alle donne”, di Lorenzo Mondo

Sei ancora quello della pietra e della fionda/ uomo del mio tempo…». Il poeta scriveva sotto l’impressione di una guerra devastante e da poco conclusa. Ma la sua apostrofe sconsolata si può estendere ai nostri tempi, anche dove la guerra è assente o si manifesta in forme intestine e subdole. Parlo della «guerra» alle donne che è in atto nel nostro Paese. Mentre incombe l’8 marzo, ci si preoccupa di «quote rosa», di una equilibrata rappresentanza femminile nelle professioni, nelle istituzioni e nell’arengo politico; si prova magari compiacimento per qualche risultato di alto valore simbolico (le tre donne ministro nel governo Monti). Ma in Italia le donne continuano a morire in sequenze agghiaccianti. Rashida Manjoo, che per conto delle Nazioni Unite si occupa di violenza contro il «sesso debole», parla di femminicidio. Brutto il neologismo, ma più brutta la situazione che denuncia. Nel 2010 le donne assassinate sono state 127, solo nei primi mesi del 2011 salgono a 97. Semplificando la macabra contabilità, si rileva che ogni tre giorni in Italia viene uccisa una donna. …

"Un Paese che fa la guerra alle donne", di Lorenzo Mondo

Sei ancora quello della pietra e della fionda/ uomo del mio tempo…». Il poeta scriveva sotto l’impressione di una guerra devastante e da poco conclusa. Ma la sua apostrofe sconsolata si può estendere ai nostri tempi, anche dove la guerra è assente o si manifesta in forme intestine e subdole. Parlo della «guerra» alle donne che è in atto nel nostro Paese. Mentre incombe l’8 marzo, ci si preoccupa di «quote rosa», di una equilibrata rappresentanza femminile nelle professioni, nelle istituzioni e nell’arengo politico; si prova magari compiacimento per qualche risultato di alto valore simbolico (le tre donne ministro nel governo Monti). Ma in Italia le donne continuano a morire in sequenze agghiaccianti. Rashida Manjoo, che per conto delle Nazioni Unite si occupa di violenza contro il «sesso debole», parla di femminicidio. Brutto il neologismo, ma più brutta la situazione che denuncia. Nel 2010 le donne assassinate sono state 127, solo nei primi mesi del 2011 salgono a 97. Semplificando la macabra contabilità, si rileva che ogni tre giorni in Italia viene uccisa una donna. …

“Violenza: Perché il posto più pericolo per una donna è casa sua”, di Paola Zanuttini

Tutti uguali, gli uomini che fanno male alle loro donne. Che sia male fisico o psicologico, non cambia, perché chi picchia e massacra comincia sempre dalle violenze più subdole, quelle mentali. «Quando mi picchiava attraverso la coperta, pensavo che lo facesse per non farmi troppo male. Poi ho capito che era solo per non lasciarmi i segni: nessuno doveva sapere». La storia di Cinzia e di tante altre che subiscono per venti, trent’anni, ha dell’incredibile. Perché l’escalation della cattiveria e della manipolazione sembra regolata da un meccanismo a orologeria, come se questi uomini avessero letto lo stesso manuale di crudeltà. Ma i referti medici, i rapporti di polizia, le sentenze dimostrano che è tutto vero. Cinzia, 52 anni, è la moglie separata di un ufficiale dell’Aeronautica militare. Dice che la moglie del soldato, se il soldato è di quelli che alzano le mani, è una vittima predestinata. «Lo segui ovunque e tagli i ponti con parenti e amici. Non lavori. Vivi in un ambiente chiuso, conformista e, visti i continui trasferimenti, non stabilisci l’intimità che …