Tutti gli articoli relativi a: pari opportunità | diritti

"I disabili (veri) dimenticati dallo Stato", di Gian Antonio Stella

«Un pazzo costa allo Stato 4 marchi al giorno, uno storpio 5,50, un criminale 3,50…». Iniziava così un problema del manuale di matematica nella Germania nazista del 1940: lo scolaro doveva calcolare, senza quei pesi, quanto si poteva risparmiare. Alla larga dai paragoni provocatori, ma che razza di Paese è quello che taglia i fondi ai disabili? Ed è lecito che sfrutti fino in fondo, come denuncia il Censis, le famiglie che si fanno carico giorno dopo giorno, spesso eroicamente, dell’assistenza? Pochi numeri, presi da un’inchiesta del «Sole 24 Ore», dicono tutto. Rispetto al Pil, l’Italia spende molto più della media dell’Europa a 15 per le pensioni (16,1% contro 11,7%), come gli altri nel totale del welfare (26,5% contro 26%) ma nettamente meno per la non autosufficienza: 1,6% contro 2,1%. Un quarto di meno. Non bastasse, negli ultimi anni, nella scia della scoperta di casi come quello emerso la settimana scorsa al rione Santa Lucia di Napoli (dove secondo il «Mattino» 9 su 10 degli invalidi controllati erano falsi) l’accetta si è abbattuta sui costi …

“I disabili (veri) dimenticati dallo Stato”, di Gian Antonio Stella

«Un pazzo costa allo Stato 4 marchi al giorno, uno storpio 5,50, un criminale 3,50…». Iniziava così un problema del manuale di matematica nella Germania nazista del 1940: lo scolaro doveva calcolare, senza quei pesi, quanto si poteva risparmiare. Alla larga dai paragoni provocatori, ma che razza di Paese è quello che taglia i fondi ai disabili? Ed è lecito che sfrutti fino in fondo, come denuncia il Censis, le famiglie che si fanno carico giorno dopo giorno, spesso eroicamente, dell’assistenza? Pochi numeri, presi da un’inchiesta del «Sole 24 Ore», dicono tutto. Rispetto al Pil, l’Italia spende molto più della media dell’Europa a 15 per le pensioni (16,1% contro 11,7%), come gli altri nel totale del welfare (26,5% contro 26%) ma nettamente meno per la non autosufficienza: 1,6% contro 2,1%. Un quarto di meno. Non bastasse, negli ultimi anni, nella scia della scoperta di casi come quello emerso la settimana scorsa al rione Santa Lucia di Napoli (dove secondo il «Mattino» 9 su 10 degli invalidi controllati erano falsi) l’accetta si è abbattuta sui costi …

"Gli stupri come la mafia: sì al carcere preventivo", di Mila Spicola

La recente sentenza della Corte Costituzionale che abolisce il carcere preventivo nel caso degli stupri di gruppo ha provocato indignazioni, polemiche e mille riflessioni. Leggendo con raziocinio tutte le posizioni messe in campo, i mille articoli, i blog, mi sono venute in mente altre riflessioni, mano a mano che raccoglievo maggiori dati. Tra le considerazioni a favore della sentenza di quella Corte sta la costituzionalità della presunzione d’innocenza. Diritto sacrosanto, si legge e si ripete e si condivide. Poi però, leggendo ancora, scopriamo che c’è un caso in cui è permesso il carcere preventivo e senza nemmeno tante indignazioni: nel caso dei reati per mafia. Tutto il Paese sano e onesto si stringe giustamente a raccolta e, in quel caso, la regola sacrosanta al diritto di essere giudicato colpevole dopo la sentenza vacilla in nome di ferite e di morti che non possono essere dimenticate. E allora continuo a leggere e a cercare e scopro che le donne ammazzate in un anno, il 2008, sono state in numero maggiore, (109 femminicidi in Italia), ai morti …

“Gli stupri come la mafia: sì al carcere preventivo”, di Mila Spicola

La recente sentenza della Corte Costituzionale che abolisce il carcere preventivo nel caso degli stupri di gruppo ha provocato indignazioni, polemiche e mille riflessioni. Leggendo con raziocinio tutte le posizioni messe in campo, i mille articoli, i blog, mi sono venute in mente altre riflessioni, mano a mano che raccoglievo maggiori dati. Tra le considerazioni a favore della sentenza di quella Corte sta la costituzionalità della presunzione d’innocenza. Diritto sacrosanto, si legge e si ripete e si condivide. Poi però, leggendo ancora, scopriamo che c’è un caso in cui è permesso il carcere preventivo e senza nemmeno tante indignazioni: nel caso dei reati per mafia. Tutto il Paese sano e onesto si stringe giustamente a raccolta e, in quel caso, la regola sacrosanta al diritto di essere giudicato colpevole dopo la sentenza vacilla in nome di ferite e di morti che non possono essere dimenticate. E allora continuo a leggere e a cercare e scopro che le donne ammazzate in un anno, il 2008, sono state in numero maggiore, (109 femminicidi in Italia), ai morti …

"La fuga dei giovani", di Pietro Greco

Vogliono il posto fisso, magari vicino a mamma e papà». La frase di Annamaria Cancellieri, ministra dell’Interno, è infelice: come lei stessa ha ammesso. Ma l’idea che i giovani italiani siano dei bamboccioni che si aggrappano fin che possono alle gonnelle della mamma è un pensiero così diffuso da assurgere ad autentico luogo comune. Un modo di dire e di pensare che non risparmia neppure i “ministri tecnici”: ricordate Tommaso Padoa- Schioppa? Ironia della sorte,mai come negli ultimi 15 anni gli italiani – in particolare i giovani, in particolare i giovani meridionali laureati – hanno lasciato le gonnelle della mamma e si sono mossi in massa. In questi tre lustri abbiamo, e non ce ne siamo accorti, il più grande fenomeno di migrazione, qualificata e non, nella storia del nostro Paese, che pure è una storia di migranti. Tra il 1997 e il 2009, calcola per esempio lo Svimez, circa 800mila persone hanno lasciato definitivamente il Mezzogiorno d’Italia per cercare lavoro e prendere la residenza altrove. Non abbiamo dati definitivi,ma è probabile che negli ultimi …

“La fuga dei giovani”, di Pietro Greco

Vogliono il posto fisso, magari vicino a mamma e papà». La frase di Annamaria Cancellieri, ministra dell’Interno, è infelice: come lei stessa ha ammesso. Ma l’idea che i giovani italiani siano dei bamboccioni che si aggrappano fin che possono alle gonnelle della mamma è un pensiero così diffuso da assurgere ad autentico luogo comune. Un modo di dire e di pensare che non risparmia neppure i “ministri tecnici”: ricordate Tommaso Padoa- Schioppa? Ironia della sorte,mai come negli ultimi 15 anni gli italiani – in particolare i giovani, in particolare i giovani meridionali laureati – hanno lasciato le gonnelle della mamma e si sono mossi in massa. In questi tre lustri abbiamo, e non ce ne siamo accorti, il più grande fenomeno di migrazione, qualificata e non, nella storia del nostro Paese, che pure è una storia di migranti. Tra il 1997 e il 2009, calcola per esempio lo Svimez, circa 800mila persone hanno lasciato definitivamente il Mezzogiorno d’Italia per cercare lavoro e prendere la residenza altrove. Non abbiamo dati definitivi,ma è probabile che negli ultimi …

"La giornata mondiale contro le infibulazioni: "Cambiare si può, occorre capire non imporre"", di Luca Attanasio

A colloquio con un ginecologo somalo da anni impegnato da anni nella battaglia contro le mutilazioni genitali femminili. Sono 135 milioni le donne mutilate nel mondo, due milioni a rischio ogni anno, 6.000 al mese, secondo le stime di Amnesty International. Una tradizioni antichissima che ora sembra destinata ad essere messa in discussione. Molte le richieste di de-infibulazione. Alla vigilia della Giornata Mondiale contro le Mutilazioni Genitali Femminili e del Convegno che si terrà presso l’Ospedale San Giovanni di Roma “Conoscere per Prevenire” (6 febbraio, Sala Foschi alle 9.15) incontriamo Abdulcadir Omar Hussen, un ginecologo somalo in prima linea da anni in Italia nella battaglia contro questa pratica. Salima, 20 anni, somala. Si presenta al Centro di Riferimento Regionale per la Prevenzione e la Cura delle Complicanze Legate alle Mutilazioni dei Genitali Femminili 1di Firenze, in un giorno dello scorso gennaio. A 8 anni le è stata praticata una infibulazione. Ha dolori pelvici molto intensi, difficoltà a urinare, bruciori e il ciclo mestruale è un incubo. Vuole che i medici intervengano. Ma la veglia da …