Tutti gli articoli relativi a: pari opportunità | diritti

"Il fattore diseguaglianza", di Massimo D’Antoni

Da tempo il tema della diseguaglianza non aveva il rilievo di questi giorni nel dibattito pubblico. Martedì il presidente Obama, nel discorso sullo stato dell’Unione, ha indicato quale sfida centrale del nostro tempo la creazione di un società in grado di distribuire all’intera popolazione, e non a pochi privilegiati, i benefici della crescita economica.

"Quel 40% di famiglie senza Internet", di Massimo Sideri

La transizione verso il digitale in Italia è a buon punto. La percentuale di servizi pubblici di base interamente disponibili online è al 100%: siamo davanti a Germania (90,9), Francia (83,3) e Unione Europea a 27 (80,9). Ma finiamo in fondo alla classifica se consideriamo la percentuale di cittadini che negli ultimi tre mesi hanno inviato o ricevuto un documento della pubblica amministrazione online: 10,7% contro il 19,3 della Ue. Perché? In Italia quattro famiglie su dieci non hanno la possibilità di collegarsi al Web tramite rete fissa. Tutti i servizi pubblici online, ma la nostra rete non è completa Lo stato di salute del rapporto tra noi cittadini e la pubblica amministrazione è ricco di statistiche e alcune sono sorprendenti. La transizione verso il digitale in Italia è al palo? Tutt’altro. Se si va a prendere la percentuale di servizi pubblici di base interamente disponibili online — la fonte è la Commissione europea — l’Italia raggiunge il 100%, saldamente davanti alla Germania (90,9), Francia (83,3) e Unione Europea a 27 (80,9). Anche la tanto …

"Severino: sulle carceri test di civiltà. Prescrizione sotto accusa a Milano", di L. MI.

La Severino apre l’anno giudiziario Carceri incivili e prescrizione “assassina”. Sono gli argomenti da tormentone delle 26 cerimonie nelle 26 città dove si celebra l’apertura dell’anno giudiziario. Sono i 26 distretti dove il Guardasigilli Paola Severino dovrà “potare” gli uffici inutili. Lei, da Catania, insiste sulla situazione dei penitenziari, il problema che la «angoscia» da quando si è insediata in via Arenula. Fa un’affermazione forte: «Dalle situazioni delle carceri si misura il livello di civiltà di un Paese». Aggiunge: «Lo Stato non ripaga mai con la vendetta, ma vince con il diritto e l’applicazione scrupolosa di regole e legge». Prosegue: «La giusta detenzione dimostra ai criminali l’intima diversità tra la legalità della nostra democrazia e ogni forma intollerabile di arbitrio». Delle carceri e delle loro spaventose condizioni parlano tanti magistrati. I radicali insistono con l’amnistia. Il governatore della Puglia Nichi Vendola fa questa previsione: «Stiamo regredendo verso un moderno Medioevo». Negli stessi minuti, a Milano, il presidente della Corte di appello Giovanni Canzio- alla sua prima inaugurazione dopo gli anni trascorsi all’Aquila in pieno terremoto …

«Quei ragazzi sono italiani. Con che coraggio si dice no?», Intervista a Graziano Delrio di Natalia Lombardo

Il presidente dell’Anci e la cittadinanza agli immigrati nati nel nostro Paese: «C’è una forte azione dal basso, il Parlamento dia subito una risposta» Il Parlamento guardi in faccia questi giovani e dica loro “voi non siete italiani”, così come gli uomini dovevano dire in faccia alle donne, “voi non votate” ». Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia alle prese con il terremoto, presidente dell’Anci, è anche presidente del comitato promotore «L’Italia sono anch’io» per la legge sulla cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati nel nostro Paese. Sta crescendo un fronte trasversale, ci sono tante proposte di legge, pensa che il Parlamento le recepirà? «Esiste un’azione forte dal basso di tante associazioni che chiedono al Parlamento di avere più coraggio e guardare in faccia la realtà: quasi un milione di giovani che si sentono a tutti gli effetti italiani». Di quale fascia di età parla? «Da zero ai diciotto anni, parlo sia di chi è nato qua che di chi è arrivato da piccolo e ha concluso due cicli di studi. Bambini a tutti …

"Una lettera per la Camusso che viene da lontano", di Eugenio Scalfari

“Quando il sindacato mette al primo posto del suo programma la disoccupazione vuol dire che si è reso conto che il problema è angoscioso e tragico e che ad esso debbono essere sacrificati tutti gli altri obiettivi. Per esempio quello, peraltro pienamente legittimo per il movimento sindacale, di migliorare le condizioni degli operai occupati. Ebbene, se vogliono esser coerenti con l´obiettivo di far diminuire la disoccupazione, è chiaro che il miglioramento delle condizioni degli operai occupati passa in seconda linea. La politica salariale nei prossimi anni dovrà essere molto contenuta e il meccanismo della cassa integrazione dovrà esser rivisto da cima a fondo. Non possiamo più obbligare le aziende a trattenere un numero di lavoratori che supera le loro possibilità produttive, né possiamo continuare a pretendere che la cassa integrazione assista in via permanente i lavoratori eccedenti. La cassa può assistere i lavoratori per un anno e non oltre salvo casi eccezionalissimi che debbono essere esaminati dalle commissioni regionali di collocamento. Insomma, mobilità effettiva della manodopera e fine del sistema del lavoro assistito in permanenza. …

"Equità e convivenza", di Enzo Bianchi

Dopo un ventennio in cui è stata bandita quasi fosse un’istanza utopica se non un intralcio all’opulenza oggi, sopraggiunta la crisi con un significativo aumento delle sue vittime, si invoca l’equità e se ne afferma la necessità, ci si appella alla giustizia e all’uguaglianza, salvo ribellarvisi quando queste chiedono sacrifici a tutti e non solo «agli altri». Ci rendiamo conto della barbarie che abbiamo voluto accogliere, dello scadimento cui abbiamo abbandonato tanti valori necessari alla semplice convivenza civile?

"L'ultima "porcata" forzaleghista", di Curzio Maltese

Buttati fuori dal governo e dai vertici europei per manifesta incapacità, i partiti della vecchia maggioranza, Pdl e Lega, continuano a spadroneggiare in viale Mazzini e a spartirsi la mangiatoia Rai. Il dg Lorenza Lei, piazzata da Berlusconi, ha appena approvato una nuova ondata di nomine, fra le quali la conferma del pensionato Alberto Maccari alla guida dell´agonizzante Tg1 e la nomina di Alessandro Casarin, in quota Carroccio, ai notiziari regionali. Una bella porcata, per dirla alla leghista. Nel merito e nel metodo, sono scelte vergognose. Maccari è l´unica soluzione accettata da Berlusconi, dopo l´inevitabile rimozione dell´indifendibile Minzolini. Finora ha fatto un notiziario né brutto né bello: inutile. Soprattutto a risollevare gli ascolti del telegiornalone, che seguitano a far perdere decine e centinaia di milioni alla rete ammiraglia. Casarin è noto per le simpatie bossiane e per poco altro, almeno dal punto di vista professionale, ma andrà a dirigere la più folta redazione d´Italia, con un potere notevole di condizionamento in vista delle prossime elezioni. Dobbiamo rassegnarci dunque ad ampi servizi di coperture sulle imprese …