"No ai milioni della Eternit Vogliamo giustizia, non soldi", di Raffaello Masci
All’ingresso dell’Associazione Famigliari delle vittime dell’amianto c’è un albero di Natale con un cartello: «Non accettiamo pacchi natalizi da Schmidheiny». Stephan Schmidheiny è un miliardario svizzero ed è stato l’ultimo proprietario della Eternit. Il pacco che ha offerto per Gesù Bambino contiene diciotto milioni di euro e dovrebbe risarcire la città per i danni che la sua fabbrica ha prodotto: milleottocento morti fino ad oggi, e chissà quanti altri in futuro. Il Comune ha deciso di accettare ma i familiari delle vittime non ci stanno: «Non si scende – dicono – a patti con il diavolo». La Eternit a Casale è aperta nel 1907 e ha chiuso a metà degli Anni Ottanta. Produceva un materiale tanto resistente da sembrare, appunto, eterno: ma l’eternità che procurava è quella dell’altro mondo. La polvere di amianto prodotta dal logoramento dei tetti, e soprattutto quella usata nei selciati come ghiaia e nei sottotetti come coibentante è entrata nei polmoni e ha provocato malattie terribili: l’asbestosi e soprattutto un cancro chiamato mesotelioma pleurico, che non dà scampo. Sono morti prima …
