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"Violenza sulle donne, prevenire per fermarla", di Michelle Bachelet*

Ricordo un detto di quando ero ragazza in Cile, quien te quiere te aporrea, chi ti ama ti picchia. E il commento di una donna: «E’ così che vanno le cose». Oggi che le società sono divenute più giuste, democratiche ed egualitarie, cresce la consapevolezza che la violenza contro le donne non sia accettabile né inevitabile. Una violenza che è sempre più considerata e condannata per quello che è: una violazione dei diritti umani, una minaccia a democrazia, pace e sicurezza, un fardello pesante per le economie nazionali. Oggi celebriamo la Giornata internazionale per porre fine alla violenza contro le donne. Traiamo orgoglio dal progresso fatto nel corso degli ultimi decenni. Centoventicinque Stati hanno oggi leggi specifiche che penalizzano la violenza domestica, un considerevole passo avanti rispetto a solamente un decennio fa. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite adesso riconosce la violenza sessuale come una deliberata tattica di guerra. E significativi passi avanti nel diritto internazionale hanno reso possibile, per la prima volta, perseguire crimini di violenza sessuale durante e dopo un conflitto. Ma …

Violenza, a Modena cinque donne uccise in un anno

Manuela Ghizzoni: “Un bollettino di guerra, che nella crudezza dei soli dati anagrafici illumina un fenomeno non circoscrivibile a precisi e ristretti ambiti culturali e religiosi”. Una riflessione dell’on. Manuela Ghizzoni in occasione della Giornata internazionale contro la violenza contro le donne che si celebra domani. «Dannato il mondo nel quale occorre dedicare una giornata “contro la violenza alle donne”. E’ il mondo nel quale viviamo, nel quale ogni giorno le donne subiscono maltrattamenti fisici e psicologici da uomini per il solo fatto di rappresentare l’altro sesso, il diverso da sé, e in quanto tali non portatrici di uguali diritti e dignità. Anche nella nostra civilissima provincia il fenomeno è drammaticamente diffuso. Nel corso di un solo anno sono avvenuti 5 femminicidi, che hanno avuto come vittime 5 donne dalle storie diversissime ma dall’identico epilogo: Novi 3 ottobre 2010, Shahnaz Begum (46 anni, pakistana) ammazzata di botte dal marito mentre la figlia Nosheen Butt (20 anni) è condotta al coma per i colpi inferti dal fratello; Carpi 22 marzo 2011, Giuseppa Caruso (45 anni) ammazzata …

Insieme possiamo dire basta

Il contributo delle Democratiche per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre. “Il nostro impegno è ogni giorno nelle istituzioni e nella società per il rispetto della dignità e del corpo delle donne, per sostenere i centri antiviolenza, per la lotta agli stereotipi. Per affermare i diritti di tutte”. ***** Rosy Bindi*: “Le leggi da sole non bastano. Bisogna lavorare intensamente sulla prevenzione” * Presidente dell’Assemblea Nazionale del PD “La violenza contro le donne è uno dei tristi primati del nostro tempo. Una sconfitta per le societa’ democratiche e un’ipoteca fortissima alle possibilita’ di sviluppo e benessere di tutto il mondo. Lo dicono le cifre, raccapriccianti, delle aggressioni mortali, degli stupri, dei maltrattamenti, degli abusi e delle angherie, fisiche e psicologiche, che una donna su tre subisce ogni 15 secondi nel mondo. Anche per l’Italia le statistiche sono molto negative: nel 2010 sono stati denunciati oltre un milione di casi di violenza sulle donne. Una realtà in crescita, che inquieta e deve far riflettere, con attenzione e serietà, ben oltre le …

"Dimissioni in bianco, Ministro Fornero faccia qualcosa" da Unità

Scrivono al neo ministro del Lavoro, Elsa Fornero, per chiedere che venga ripristinata la legge (188 del 2007) contro le dimissioni in bianco: sono 14 donne che hanno preso carta e penna e inviato una lettera aperta alla nuova titolare del Welfare. Tra le firmatarie ci sono donne della politica e della cultura, sindacaliste, giornaliste e imprenditrici: tra loro, Titti Di Salvo e Marisa Nicchi, promotrici della legge nella scorsa legislatura, ma anche tre segretarie confederali di Cgil, Cisl e Uil, Serena Sorrentino, Liliana Ocmin, Anna Rea. La legge era stata fatta per impedire le dimissioni in bianco. L’obiettivo dell’abuso – scrivono – è quello di aggirare il divieto di licenziamento in assenza di giusta causa e giustificato motivo (di aggirare dunque l’art.18 dello Statuto dei lavoratori). E al momento dell’assunzione infatti che capita che venga richiesto di firmare una lettera di dimissioni volontarie, definite in bianco perchè senza data. La data, proseguono, verrà messa successivamente, quando quella ragazza sarà incinta o quel ragazzo avrà avuto un infortunio o una lunga malattia. La legge 188 …

"I bambini del futuro", di Giuseppe Calieti

Chiedo ai miei alunni di otto anni se considerano il loro compagno di classe Hassan e gli altri alunni di origine straniera presenti in classe – nati in Italia ma con i genitori di origine straniera – dei bambini italiani o stranieri. Tutti rispondono che sono italiani. Tranne due, che specificano: «Per me Hassan, per esempio, è italo-marocchino». Ecco risolto il problema della cittadinanza per i bambini. Con semplicità, lucidità, fermezza. Forse perché i bambini vengono dal futuro, come ha scritto il poeta Andrea Zanzotto. Ascoltando le loro parole, noi adulti abbiamo la possibilità di parlare con chi sarà adulto domani. Di vedere come sarà domani il nostro mondo, quando noi saremo vecchi o non ci saremo più. L’intervento deciso di Giorgio Napolitano riapre con forza un tema centrale per l’Italia. Negare la cittadinanza italiana ai bambini che nascono nelle nostre città è sicuramente «un’autentica follia, un’assurdità». Nessuno più dei docenti italiani sa quanto sia vera e appassionata questa aspirazione. Un’altra mia alunna di qualche anno fa, Vera, undici anni disse in classe con semplicità: …

"I vantaggi di una risorsa trascurata", di Irene Tinagli

Nel momento in cui molti sono in tensione, aspettando di vedere se e quanto le prossime manovre toccheranno stipendi, case o pensioni, il Presidente Napolitano ci stimola ad alzare lo sguardo. Ci invita, finalmente, a pensare anche agli «altri». Alle minoranze religiose, culturali, e, in particolare, a tutti quei bambini nati in Italia da stranieri che l’Italia si ostina a non voler considerare suoi cittadini. E così facendo Napolitano ci fa riflettere su cosa significa essere comunità inclusiva, che accoglie, che cresce senza discriminazioni e senza chiusure. Una riflessione importante non solo per il suo lato profondamente umano e valoriale, ma anche per il suo aspetto sociale ed economico. Da sempre chiusura e protezionismo, tanto nelle società quanto in economia, portano isolamento e regressione. L’apertura non solo porta al proprio interno nuove energie, nuove idee e più dinamismo, ma proietta all’esterno l’immagine di una comunità forte, attrattiva, che non teme il confronto e le influenze esterne, ma che le integra e si alimenta di esse. E’ stata questa, per esempio, la grandissima forza degli Stati …

"Quei ragazzi nel limbo", di Chiara Saraceno

Instancabilmente il presidente Giorgio Napolitano richiama la classe politica al dovere della responsabilità in tutti i settori cruciali per il futuro del Paese, quindi necessariamente anche per le condizioni in cui si trovano a crescere e operare le nuove generazioni, inclusi i bambini e adolescenti legalmente stranieri. Stranieri ma di fatto italianissimi per autoidentificazione ed esperienza quotidiana. A due riprese nel giro di pochi giorni, il Presidente ne ha denunciato con nettezza lo status di cittadini dimezzati, che li colloca in una sorta di limbo del diritto, di persone senza territorio e senza appartenenza. I minori nati in Italia da genitori entrambi stranieri e residenti nel nostro Paese sono oltre mezzo milione. Il loro numero è raddoppiato dal 2000, quando erano 277 mila. Costituiscono ormai quasi il 14% dei bambini che nascono ogni anno in Italia. In un Paese che invecchia rapidamente a causa della bassissima fecondità, si tratta di numeri importanti e di una risorsa umana preziosa. Tuttavia il nostro ordinamento continua a considerarli con indifferenza, quando non ostilità. Insieme ai bambini e ragazzi …