“Niente procreazione assistista per chi ha malattie genetiche", di Cristina Pulcinelli
Con il governo dimissionario, il ministero della salute non rinuncia a un ultimo atto: l’nvio delle nuove linee guida per l’applicazione della Legge 40 sulla procreazione assistita al Consiglio Superiore di sanità per un parere obbligatorio. Il documento è stato presentato ieri, ma ha già suscitato polemiche. Secondo quanto si è appreso, le nuove linee guida, che aggiornano quelle del 2008 firmate dall’allora ministro Livia Turco, non prevedono che i portatori di malattie genetiche possano far ricorso alle tecniche di procreazione assistita. L’uso delle tecniche è concesso alle coppie infertili, oppure alle coppie nelle quali l’uomo abbia un’infezione da Hiv (il virus dell’Aids) oppure da Hbv e Hcv (rispettivamente i virus dell’epatite B e C), come previsto del resto già dalle linee guida del 2008. Non si cita quindi la possibilità di accedere alla procreazione medicalmente assistita le malattie genetiche, nonostante alcune sentenze abbiano riconosciuto il diritto a ricorrere a queste tecniche ad alcune coppie fertili che però rischiavano di avere figli con gravi malattie ereditarie come la talassemia e la fibrosi cistica. Il ricorso …
