Tutti gli articoli relativi a: pari opportunità | diritti

"Un Paese che rinnega sè stesso", di Massimo Gramellini

Avevano trent’anni, un marito disoccupato e il mutuo della casa da pagare: la condizione disperata di chi non può più contrattare neppure la propria dignità. La tragedia ha scoperchiato un destino analogo a quello di mille altri sottoscala, dove si lavora stipati come conigli in tane fetide, senza uscite di sicurezza e senza luce. Funziona così: l’azienda fallisce, chiude, licenzia e poi riapre in un seminterrato, che a volte è addirittura un garage, offrendo lavoro nero e sottopagato a un manipolo di donne – giovani madri, per lo più – disposte a tutto pur di aiutare la famiglia a sopravvivere. Sono le schiave dei tempi moderni. Condannate a ripetere lo stesso gesto per dieci, dodici, quattordici ore al giorno. Troppo stanche, angosciate e ricattabili per poter protestare o anche solo prendere coscienza dei propri diritti. «Se non ora quando?» è una domanda che sfiorisce prima di giungere ai loro orecchi. Non può esistere idea di riscossa per chi ha come orizzonte esistenziale la prossima bolletta. Nessuno vuole infierire sui datori di lavoro che nell’incidente di …

"Le lacrime e la lotta", di Valeria Fedeli

Sono morte giovani donne a Barletta. Sono morte mentre lavoravano senza standard di sicurezza e di legalità, senza contratto e sottopagate. Sono morte delle speranze per il futuro dell’Italia. Speranze che lottavano e faticavano per una vita decente. Erano lì, nello scantinato, sognando un futuro differente che il lutto ha bruscamente interrotto. Mi occupo di lavoro, da sindacalista, da molti anni. Non ci si abitua mai alle morti bianche, non c’è volta che le lacrime, l’indignazione, la rabbia, la tristezza non scoppino devastanti. L’esperienza, la mia e quella di chi mi ha preceduto nella lunga sfida della rappresentanza del lavoro, e del lavoro delle donne, mi ha insegnato però che lacrime, indignazione e rabbia possono e devono accompagnarsi alla voglia di reagire, all’azione, alla responsabilità. A stare in campo per il cambiamento. Erano delle operaie tessili, le ragazze schiacciate dal crollo del palazzo a Barletta, come operaie tessili erano quelle da cui è partita la lotta delmovimento sindacale femminile. Sono passati più di cento anni dal famoso incendio che a Chicago uccise lavoratrici, in sciopero, …

Disabili, monito Ue:«In Italia non c’è parità di trattamento», di Toni Jop

Come i bambini. L’Unione europea li sgrida, e loro acqua in bocca, muti come pesci. Così nessuno sapeva, grazie ai ministri di questo governo, che l’Europa ha avviato nei nostri confronti una procedura di infrazione perché dice che non facciamo nulla per garantire i diritti dei disabili nei luoghi di lavoro. ACCUSE PRECISE Sull’accusa comunitaria al governo si è attivata la Cgil, e ora ecco per Berlusconi e soci un’altra grana da curare. Per noi italiani, invece, l’ennesima pessima figura di fronte al mondo in un campo, tra l’altro, in cui, per nostra virtù, ce la siamo cavata molto bene negli ultimi quarant’anni. «La Repubblica italiana, non imponendo a tutti i datori di lavoro l’obbligo di prevedere soluzioni ragionevoli applicabili a tutti i disabili è venuta meno all’obbligo di recepire correttamente e completamente l’articolo… che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro »: così recita il testo della reprimenda data alle stampe sulla Gazzetta ufficiale della Ue tra la fine di luglio e i …

"Se serve più di un anno per una mammografia", di Michele Bocci

Ci vuole pazienza oppure ci vogliono i soldi. Chi si sente prospettare un´attesa di un anno per una prestazione sanitaria ha solo queste due armi per ricacciare indietro rabbia e frustrazione. Ogni giorno a migliaia di italiani capita di dover ricorrere alle proprie risorse mentali e materiali per non crollare di fronte a quanto prospettato dalla loro Asl.Sei mesi per una risonanza a Bari, quasi tre mesi per una tac al Civico di Palermo, sempre sei mesi per una semplice ecografia a Roma ma anche a Bologna, dove ci vogliono anche 300 giorni per una visita allergologica. Questa specialità soffre ovunque: 9 mesi a Firenze, un po´ meno ma sempre tanto a Torino. A far segnare l´attesa record, succede così da anni, è la mammografia, quella asintomatica, che al policlinico di Bari fissano tra qualcosa come 400 giorni. Forse la lista più lunga d´Italia. Ma non sono solo i grandi numeri a colpire. A Cagliari, per un esame banale come l´elettrocardiogramma chiedono ai cittadini 35 giorni di pazienza, a Palermo addirittura 60. Nessun sistema sanitario …

Chi umilia le donne non può governare il Paese

Le Donne del PD tornano a chiedere a gran voce le dimmissioni del premier, perché “chi umilia le donne non può governare”. Mobilitazione delle democratiche contro la recessione civile ed economica del Paese. Agostini, Finocchiaro e Bindi: “Colpita ovunque la dignità femminile. Le donne devono essere il motore del cambiamento”. “Chi umilia le donne non può governare il Paese, Berlusconi dimettiti!”, lo hanno scritto in una cartolina le donne del Partito democratico, da tempo mobilitate contro questo governo e la regressione culturale, sociale ed economica in cui sta trascinando il Paese, cartolina che sarà distribuita in tutta Italia e con la quale si chiederà ancora a Berlusconi di lasciare palazzo Chigi. Lo stesso concetto è stato ribadito oggi ad una conferenza stampa alla Camera da Roberta Agostini, portavoce della Conferenza nazionale delle Donne del PD, Rosy Bindi, presidente nazionale dell’Assemblea del Partito e Anna Finocchiaro, presidente dei senatori democratici, insieme a tante deputate, senatrici, responsabili di settore e amministratrici del PD. “È stata indetta la conferenza stampa – ha spiegato Agostini – proprio per raccontare …

"Basta curare i malati terminali", di Andrea Malaguti

Londra, 37 studiosi: non si deve spendere per medicine inutili nelle ultime settimane di vita. Spaventati dalla spirale fuori controllo dei costi per la cura dei tumori, un gruppo di 37 studiosi di tutto il mondo, guidati dal professor Richard Sullivan del King’s College di Londra, ha pubblicato su «Lancet Oncology» i risultati di una ricerca di dodici mesi che sta agitando la comunità scientifica internazionale. Il senso è semplice: ogni anno circa 12 milioni di persone ricevono una diagnosi di cancro. E la cifra potrebbe salire a 27 milioni entro il 2030. I costi dei trattamenti arrivano in questo momento a 893 miliardi di dollari e solo in Gran Bretagna la spesa per le terapie oncologiche è passata dai due miliardi di sterline del 2002 ai cinque di oggi. Statistiche che agitano il professor Sullivan. «Andiamo incontro a una crisi inimmaginabile». Perfetto. Ma qual è il sottotesto di un’affermazione del genere? Seduto in uno studio gelido della «Bbc», un fondale neutro alle spalle, il professore, un uomo duro, belloccio, disabituato a sorridere, recita a …

Gli immigrati alla seconda un po´ italiani e un po´ no", di Vladimiro Polchi e Giancarlo Bosetti

Sono due le identità che le seconde generazioni di immigrati musulmani sentono come proprie, quella di origine e quella di destinazione, ma sono due anche le Italie che risultano da questa indagine sociologica di Abis: due Italie più lontane tra loro di quanto non siano lontane la nostra penisola dalla costa maghrebina. La prima Italia, quella dove arrivarono i padri di questi ragazzi e ragazze, era accogliente, ricca, e più che ricca, in crescita; la seconda, dove si trovano ora, è chiusa, un po´ razzista e, più che povera, in declino. Quando i genitori varcavano le nostre frontiere, magari negli aeroporti con il visto turistico, o in auto da Trieste, mescolati al ritornovacanze, o avventurosamente via mare, noi eravamo comunque “Lamerica”, di cui al celebre film di Amelio, intravista nebulosamente nelle pubblicità di Rai Uno («e mia mamma – dice qui una ragazza – guardava la tv anche per imparare bene la lingua»), adesso l´Italian dream lascia il posto a pensieri grigi, anche se i giovani cresciuti qui si sono intanto affezionati, si sentono italiani, …