Tutti gli articoli relativi a: pari opportunità | diritti

"Senza le donne non c'è cambiamento", intervista a Roberta Agostini di Maria Zegarelli

La coordinatrice delle Democratiche: «Spetta a noi costruire il futuro. C`è bisogno di una nuova cultura politica e di una vera democrazia paritaria». Le parole che non vorrei più sentire pronunciare da un politico? Non ci ho pensato, mi vengono in mente quelle che vorrei si pronunciassero più spesso». Roberta Agostini, 42 anni, laurea in Filosofia, consigliere provinciale nonché coordinatrice nazionale delle Donne Democratiche, preferisce partire da quello che ci vorrebbe per rinnovare non solo la classe dirigente politica, ma la «cultura politica stessa». Va bene, allora partiamo da ciò che vorrebbe sentire più spesso quando i politici parlano. «Mi piacerebbe si usasse più spesso la parola “partecipazione” e che si partisse da qui per aprire una stagione di riforma delle istituzioni democratiche. Mi piace molto anche la parola “capacità”, diversa da “merito”, perché è sulle capacità delle persone che dobbiamo saper investire per costruire una società solidale. Un` altra parola che mi piace molto è “relazione”: ci arriva dal movimento delle donne e mai come ora è attuale. E’ soltanto insieme agli altri che …

Novi, Ghizzoni: “Quei bambini saranno italiani”

Il commento della parlamentare Pd: “Cresceranno in un Paese diverso da quello dei genitori, impareranno la lingua italiana, studieranno e lavoreranno in Italia”. Il dato anagrafico di Novi relativo alle nascite rappresenta l’occasione per riflettere sul nostro presente e sul nostro futuro, naturalmente se non ci si limita ad una lettura strumentale, come fanno alcune forze politiche abituate a cavalcare paure e inquietudini prodotte dalle trasformazioni sociali e culturali. Penso in primo luogo al centrodestra, sempre pronto a sollecitare la bagarre su questo tema, ma che al contempo evita di spiegare quali soluzioni sia stato in grado di trovare dopo un decennio di guida quasi ininterrotta del Governo del Paese e del governo dell’immigrazione. Vergognoso inoltre l’atteggiamento della Lega di Carpi, che proprio in questi giorni ha dichiarato alla stampa che le risorse vengono spese per “foraggiare gli extracomunitari”, usando in senso figurato un verbo che attiene all’allevamento delle bestie. Ma per stare al dibattito civile, credo che quel dato riveli molte più criticità di quanto appaia, e faccia emergere al tempo stesso molte più …

"Carceri, le dieci proposte del Pd", di Sandro Favi

Pure apprezzando le parole di verità che il ministro Nitto Palma ha pronunciato al senato sulla disastrosa situazione di sovraffollamento delle carceri, sulla desolata situazione della sanità penitenziaria e in particolare delle incivili condizioni degli ospedali psichiatrici giudiziari, registriamo che la sua analisi dei problemi strutturali che hanno prodotto questa realtà non trova quel sostegno politico in seno al governo e alla sua maggioranza che gli avrebbe consentito di proporre responsabilmente gli interventi urgenti ritenuti necessari. Il ministro Nitto Palma ha esordito con un auspicio al confronto che si può spiegare così: ammettere che esiste un problema di eccesso di custodia cautelare e che nelle carceri c’è una percentuale alta di stranieri eppure negando che a questo abbiano potuto concorrere i diversi pacchetti sicurezza, le norme criminogene sull’immigrazione, la legislazione inutilmente repressiva sulle tossicodipendenze o le restrizioni all’accesso alle misure alternative per i pluricondannati. Un ministro della giustizia deve essere in grado di formulare e formalizzare le soluzioni del proprio governo e della propria maggioranza alle drammatiche condizioni delle carceri e, come auspichiamo, confrontarle apertamente …

Semplificazione burocratica? Sì a scapito della legalità

Nuova sparata del ministro Brunetta: Durc e certificazioni antimafia sono inutili . Meloni: “Il semplificatore Brunetta è entrato in confusione”. E poi arriva la smentita dal ministro Maroni… Stop ai certificati inutili(?). Grazie al ministro della Pubblica Amministra Renato Brunetta con il prossimo Dl Sviluppo sia il DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva), sia le certificazioni antimafia non saranno più necessarie ma si potrà procedere all’acquisizione d’ufficio. Non contento il ministro più screditato dal suo stesso governo ha continuato dicendo “Basta Durc, basta certificati antimafia. Basta pacchi di certificati per partecipare ai concorsi. Si possono fare riforme a costo zero per semplificare la vita a famiglie e imprese”. Solito copione visto e rivisto fino a qualche anno fa per Brunetta: populismo spiccio per attirare attenzione dei media prima di ricadere nel dimenticatoio politico, arrivando di nuovo alla ribalta solo per aver insultato lavoratori precari che chiedevano spiegazioni. Anche questa volta, come in precedenza, Brunetta non spiega bene come vorrebbe semplificare la burocrazia in materie come la lotta alla mafia solo per evitare spreco di carta …

"Il paese dove nascono più stranieri che italiani", di Jenner Meletti

Corrono sui larghi marciapiedi di piazza 1° Maggio, Ratil, Said, Floresita, Karanjiot e Aayan. Le loro mamme li controllano e li sgridano se si allontanano troppo. Su un muro, sopra la sala civica comunale, c´è un grande poster con decine di fotografie: il caporeparto italiano che insegna al pakistano come si usa il tornio.Bimbi di tutti i colori alla scuola elementare, una famiglia indiana con nonna al centro, altri indiani in una stalla… Sotto, una scritta con l´articolo 3 della Costituzione: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione…». Sembra l´istantanea di un paese felice. Ma le voci che si sentono al bar Commercio, di fronte al municipio, raccontano un altro paese. «Questi qui, ormai, in dapertot, sono dappertutto. A sem pin ‘d furaster, siamo pieni di forestieri». «Questi qui» sono gli stranieri, che hanno cominciato ad arrivare agli inizi degli anni ‘90 e adesso sono 2.081, il 18,1% di una popolazione di 11.473 abitanti. E adesso, questi forestieri arrivati …

"Strategie di sopravvivenza", di Lucia Annunziata

Le donne saudite potranno votare. Quasi come dire che gli asini potranno volare, o i cani parlare. Uno strano ma vero, che, ancora una volta, e nella più estrema delle circostanze (l’Arabia Saudita), prova che nelle società attuali la questione femminile è la cruna d’ago della politica. Di politica, anzi di Superpolitica, si tratta infatti: il diritto delle donne saudite che finalmente viene riconosciuto è il pezzo centrale di una tela che re Abdullah sta tessendo per prevenire la protesta della primavera araba nel suo Paese, e per consolidare il fronte delle monarchie sunnite contro l’Iran. Un peso geopolitico non da poco per quel che appare come un semplice diritto civile, ma così è: concedendo ieri alle donne di votare re Abdullah ha fatto tutte queste mosse insieme. Sapevate, intanto, che l’unica protesta della primavera araba che ha lambito il Regno è stata fatta da donne? Nella nazione dove queste donne hanno bisogno di un permesso scritto da un guardiano uomo (padre, marito, fratello o anche figlio) per lavorare, partire, o sottoporsi a interventi medici, …

"Una morta sbagliata", di Alexander Stille

Che vergogna e che tragedia la morte di Troy Davis. Come si fa a mandare a morte una persona sulla cui colpevolezza esistono dei dubbi molto seri? Eppure la Corte Suprema americana ha deciso di negare ogni ulteriore appello dopo la sentenza dello Stato della Georgia, uno Stato dove il razzismo non è un fenomeno sconosciuto. Sette dei nuovi testimoni che hanno deposto al processo di 22 anni fa hanno ammesso di aver reso falsa testimonianza, sei di loro hanno dichiarato che la polizia li ha messi sotto torchio affinché identificassero Davis. Non c´erano prove materiali per mettere in relazione Davis con il delitto e uno dei testimoni che lo ha inchiodato ha poi confessato di aver commesso il reato. Eppure la Corte Suprema ha negato ogni appello. E pensare che uno dei no è stato proprio di Clarence Thomas, un uomo di colore della Georgia, uno che potrebbe essere lui stesso un Troy Davis – un nero che muore perché si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato – ma che dedica la sua …